Chi si accosti all’Ascesa al Monte Ventoso di Petrarca crederà di leggere la cronaca di una scalata e si troverà invece di fronte ai grandi problemi della vita umana.

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Il mio passaggio segreto – 1

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Mythos e logos

Noi, i Greci e la rivoluzione del pensiero

Tutti conoscono la storia che Platone racconta all’inizio del Libro VII della Repubblica. In una caverna vi sono dei prigionieri incatenati, costretti a guardare soltanto davanti a loro, là dove c’è una parete. Alle spalle dei prigionieri vi è una strada sopraelevata, schermata da parapetti. Sulla strada passano persone che…

Tutti conoscono la storia che Platone racconta all’inizio del Libro VII della Repubblica. In una caverna vi sono dei prigionieri incatenati, costretti a guardare soltanto davanti a loro, là dove c’è una parete. Alle spalle dei prigionieri vi è una strada sopraelevata, schermata da parapetti. Sulla strada passano persone che portano oggetti vari. Dietro la strada vi è situato un fuoco. Dato che i prigionieri non possono voltarsi e mai una volta hanno potuto farlo, sono persuasi che la realtà, l’unica realtà, sia quella delle ombre che essi vedono sulla parete. Ad un certo momento, narra Platone, un prigioniero viene liberato e può uscire dalla caverna. Gradualmente e con fatica si renderà conto non solo…

Tutti conoscono la storia che Platone racconta all’inizio del Libro VII della Repubblica. In una caverna vi sono dei prigionieri incatenati, costretti a guardare soltanto davanti a loro, là dove c’è una parete. Alle spalle dei prigionieri vi è una strada sopraelevata, schermata da parapetti. Sulla strada passano persone che portano oggetti vari. Dietro la strada vi è situato un fuoco. Dato che i prigionieri non possono voltarsi e mai una volta hanno potuto farlo, sono persuasi che la realtà, l’unica realtà, sia quella delle ombre che essi vedono sulla parete. Ad un certo momento, narra Platone, un prigioniero viene liberato e può uscire dalla caverna. Gradualmente e con fatica si renderà conto non solo del fatto che quella della caverna non è la vera realtà, ma che anzi essa è l’effetto della luce, la cui fonte principale è il sole. Una luce, quella del sole, da cui il prigioniero liberato rimane affascinato. Non vorrebbe più allontanarsene, ma poi sente il dovere di avvertire i suoi compagni e di spiegare loro che si ingannano, che la verità è altra da quella che essi credono e così pure la realtà. Ma i prigionieri non gli credono. Anzi, il prigioniero liberato è oggetto di risate e addirittura per lui è a rischio la vita. Non avendo esperienza alcuna di realtà altra da quella che vivono e vedono da persone incatenate, non ritengono che ne possano esistere di diverse.

Quel che io vorrei sottolineare è il fatto che, a differenza dell’interpretazione corrente che separa piuttosto nettamente verità da inganno, apparenza da realtà, propenderei per una minore enfasi su tali contrapposizioni, spostando l’attenzione verso un altro fattore. Si tratta del fatto che ai prigionieri manca l’esperienza del passaggio, la conoscenza del confine. Il prigioniero liberato ha attraversato il passaggio e superato il confine. È vero che egli, quando scopre la luce del luce, comprende che i suoi compagni si stanno ingannando e si convince…

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I manoscritti di Qumran

Teologia e antropologia di un’antica comunità essena

Nel Deserto di Giuda sono stati scoperti alcuni siti contenenti manoscritti molto antichi, primo dei quali quello di Qumran nel 1947. (…) Via via che i manoscritti venivano reperiti e trascritti, gli studiosi avevano già posto, con prudenza, delle ipotesi sulla loro origine. Nei primi anni di lavoro le teorie…

Nel Deserto di Giuda sono stati scoperti alcuni siti contenenti manoscritti molto antichi, primo dei quali quello di Qumran nel 1947. (…) Via via che i manoscritti venivano reperiti e trascritti, gli studiosi avevano già posto, con prudenza, delle ipotesi sulla loro origine. Nei primi anni di lavoro le teorie sugli autori di questi scritti sono state molto diverse l’una dall’altra e spesso anche contraddittorie, soprattutto riguardo alle opere sconosciute. Inoltre, per datare i manoscritti, c’era bisogno primariamente dello studio paleografico di questi scritti e, avendo a disposizione scarso materiale coevo, le datazioni che sono risultate hanno avuto bisogno dei dati degli altri manoscritti che intanto venivano alla luce, soprattutto di quelli che presentavano notizie…

Nel Deserto di Giuda sono stati scoperti alcuni siti contenenti manoscritti molto antichi, primo dei quali quello di Qumran nel 1947. (…) Via via che i manoscritti venivano reperiti e trascritti, gli studiosi avevano già posto, con prudenza, delle ipotesi sulla loro origine. Nei primi anni di lavoro le teorie sugli autori di questi scritti sono state molto diverse l’una dall’altra e spesso anche contraddittorie, soprattutto riguardo alle opere sconosciute. Inoltre, per datare i manoscritti, c’era bisogno primariamente dello studio paleografico di questi scritti e, avendo a disposizione scarso materiale coevo, le datazioni che sono risultate hanno avuto bisogno dei dati degli altri manoscritti che intanto venivano alla luce, soprattutto di quelli che presentavano notizie storiche interne. Negli anni la scienza paleografica applicata ai manoscritti di Qumran ha raggiunto un grado di certezza molto alto, suffragato poi anche da conferme di tipo fisico come il Carbonio 14 e nuove tecniche di laboratorio più sofisticate. Per cui oggi la datazione di questi testi è ormai fuori discussione: a Qumran sono stati trovati testi scritti tra il III secolo a.C. e il I d.C. Ciò significa evidentemente che non sono frutto di un unico gruppo. Ora si può asserire che ci sono stati, in un determinato periodo storico, gruppi di fedeli che hanno reputato gli scritti realizzati prima della loro formazione come autorevoli e che, di conseguenza, dovessero essere custoditi e studiati. Non si tratta solo di testi biblici, ma anche di testi provenienti da una tradizione che oggi è stata denominata come enochica.

Chi fossero le persone che hanno avuto così cura di tutta questa letteratura, che praticamente comprende quasi tutta la produzione del pensiero giudaico fino al I secolo a.C. e anche qualcosa del I secolo d.C., non è dato saperlo con certezza. Sicuramente a Qumran non sono state rinvenute opere che si possano collegare direttamente a correnti di pensiero come quella dei sadducei o dei farisei o, tanto meno, dei cristiani. Secondo quanto è stato accertato, si può comunque dire che in base a certe opere trovate nelle grotte, come la Regola della Comunità o il Documento di Damasco,…

Giovanni Pindemonte

Principe di Belle Lettere
1751-1812

Caterino Cornaro della Regina

Convittore
1624-1669

Carlo Forciroli

Accademico dissonante
1761-1794

Paolo Emilio Campi

Accademico dissonante
1729-1796
Citazione del giorno

Nella Grecia antica il vincolo dell’ospitalità era consacrato dalla protezione di Zeus, a cui spettava tutelare gli stranieri, che erano sempre considerati degni di rispetto.

Ritratto del giorno

Massimiliano Francesco Angelelli

Accademico di Belle Lettere
1775-1853
Dal passato

dal passato – Villaggio Regina Elena Messina (lastra FSC)

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Il tempo esploso

Filosofia e comunicazione nell'epoca di Twitter
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2015
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Sacra Famiglia con una Santa

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Filosofia e teatro

Le Operette morali da Giacomo Leopardi, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7…

La nuova vita “green” del Direzionale Manfredini

In occasione del workshop di quest’anno, dedicato al tema dell’ambiente e organizzato dalla Fondazione San Carlo, i ragazzi della 4…

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Il Teatro San Rocco ancora nei guai: la nuova stagione e le proposte di vendita

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Non c’è pace per il modenese teatro San Rocco. Nella giornata di ieri i suoi locali sono stati offerti al Collegio San Carlo, ormai noto come Collegio Nazionale, perché li acquisti salvando così il fabbricato da una demolizione che non sembra più così lontana. Il cartellone tace ormai da tre stagioni e l’ultima Società che ha diretto il piccolo teatro, come è noto, ha vacillato non poco dopo la inefficace e poco gradita imposizione di un prezzo per il biglietto voluta dal direttore Pagliani.

Come molti di voi ricorderanno, poco più di vent’anni fa il Teatro era stato ricavato adattando l’antica chiesa di San Rocco, divenuta dal 1785 deposito di combustibili. Qualche anno più tardi, nel 1791, il magazzino…

Non c’è pace per il modenese teatro San Rocco. Nella giornata di ieri i suoi locali sono stati offerti al Collegio San Carlo, ormai noto come Collegio Nazionale, perché li acquisti salvando così il fabbricato da una demolizione che non sembra più così lontana. Il cartellone tace ormai da tre stagioni e l’ultima Società che ha diretto il piccolo teatro, come è noto, ha vacillato non poco dopo la inefficace e poco gradita imposizione di un prezzo per il biglietto voluta dal direttore Pagliani.

Come molti di voi ricorderanno, poco più di vent’anni fa il Teatro era stato ricavato adattando l’antica chiesa di San Rocco, divenuta dal 1785 deposito di combustibili. Qualche anno più tardi, nel 1791, il magazzino era stato rilevato dal dottor Giovanni Predieri, mantovano, chirurgo presso l’ospedale militare, che aveva fondato la Società di Dilettanti Filodrammatici e aperto la prima stagione. Come è noto, il Predieri si tolse la vita l’anno seguente, in circostanze che non saranno mai chiarite del tutto. Qualcuno all'epoca imputò il suicidio agli insuccessi della sua compagnia teatrale, altri alle troppe operazioni chirurgiche malriuscite. Partito sotto cattivi auspici, il Teatro aveva però offerto negli anni a venire cartelloni di buona qualità, pur sempre in capo a compagnie di dilettanti, aderendo al patto governativo che imponeva di coordinare le attività teatrali in modo che in Modena in ciascuna serata fosse aperta una sola…

Publio Scipione Emiliano

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