Le opere d’arte sono concepite per destare emozioni potenti e complesse. «Parlano» attraverso le parole che noi prestiamo loro.

Laboratorio duemilaventisei

Il mio passaggio segreto – 1

“vorrei che il…

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“vorrei che il mio passaggio segreto fosse aperto a tutti”

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Argomenti / Centro culturale

Bugie dell’elocutio

Come la retorica del colore cambia la fotografia

Per la giuria del World Press Photo Award, l’Oscar olandese del fotogiornalismo, il caso non esisteva. Benché ritoccata nei colori e nei toni, nella fotografia dello svedese Paul Hansen, che ricevette il primo premio per il 2012, «non sono state trovate prove consistenti di manipolazione». Era in corso una furibonda…

Per la giuria del World Press Photo Award, l’Oscar olandese del fotogiornalismo, il caso non esisteva. Benché ritoccata nei colori e nei toni, nella fotografia dello svedese Paul Hansen, che ricevette il primo premio per il 2012, «non sono state trovate prove consistenti di manipolazione». Era in corso una furibonda polemica, un po’ diversa dalle solite. Quella foto era accusata di una sorta di «reato di colore». Il capo d’accusa: una sensazione sgradevole di implausibilità nel «tono» dell’immagine. Il presunto movente: drammatizzare per vincere un premio. Di drammatizzazioni, quell’immagine non pareva aver bisogno. Mostra il funerale di Suhaib e Muhammad, fratellini palestinesi di due e quattro anni, uccisi il 20 novembre 2011 nel bombardamento israeliano…

Per la giuria del World Press Photo Award, l’Oscar olandese del fotogiornalismo, il caso non esisteva. Benché ritoccata nei colori e nei toni, nella fotografia dello svedese Paul Hansen, che ricevette il primo premio per il 2012, «non sono state trovate prove consistenti di manipolazione». Era in corso una furibonda polemica, un po’ diversa dalle solite. Quella foto era accusata di una sorta di «reato di colore». Il capo d’accusa: una sensazione sgradevole di implausibilità nel «tono» dell’immagine. Il presunto movente: drammatizzare per vincere un premio. Di drammatizzazioni, quell’immagine non pareva aver bisogno. Mostra il funerale di Suhaib e Muhammad, fratellini palestinesi di due e quattro anni, uccisi il 20 novembre 2011 nel bombardamento israeliano della loro casa a Gaza City. Una testimonianza di dolore estremo da una guerra ingiusta e spietata. Quella foto è stata effettivamente drammatizzata, agendo sui colori. Non è difficile da dimostrare e alla fine nessuno l’ha negato. Del resto, ne esistono almeno due versioni. Quella «da concorso» presentata al WPP. E quella «per il pubblico», precedentemente apparsa su un giornale svedese. Dal confronto, la differenza salta agli occhi. E al di là del verdetto, pone problemi. Sono lo stesso scatto, ma una foto racconta un funerale che si svolge in un giorno di sole brillante, e l’altra un funerale che si svolge in un giorno più velato. Una mostra un corteo di uomini con le facce rosse e l’altra un corteo di uomini con le facce livide. Se è lo stesso evento, non è certo lo stesso racconto. Non importa? Ma vi fidereste di un inviato «di penna» se scrivesse un reportage sullo stesso evento, per due giornali diversi, cambiando la descrizione dell’ambiente? Non avreste il sospetto che forse vi sta raccontando a modo suo anche altre cose? Ma la domanda cruciale è un’altra. Questa fotografia avrebbe vinto il premio se non fosse stata rimaneggiata? La risposta è determinante. Come alcuni fecero notare, se la…

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Dall’Io al Noi

Reinventare il comune delle nostre vite
Argomenti / Centro studi religiosi

Il filosofo e il monaco

Modelli di trasmissione del sapere in età tardoantica

A partire dal IV secolo dopo Cristo nasce e si diffonde, all’interno della società ‘pagana’ tardo antica, il modello dell’uomo maestro di vita che unisce in sé la sapienza e la santità vista come un particolare tipo di rapporto con il divino. Al di là dei casi estremi in cui…

A partire dal IV secolo dopo Cristo nasce e si diffonde, all’interno della società ‘pagana’ tardo antica, il modello dell’uomo maestro di vita che unisce in sé la sapienza e la santità vista come un particolare tipo di rapporto con il divino. Al di là dei casi estremi in cui ci viene presentata, per esaltarla, la figura di un vero e proprio taumaturgo  (Apollonio di Tiana) o, per farne la satira, quella di un finto mago (Alessandro di Abonuteico) sono spesso i filosofi che diffondono questo ideale ed insieme lo incarnano; così facendo, essi esercitano una funzione importante nel complicato intreccio di rapporti sociali e politici che caratterizza la tarda antichità. Ma nell’impero post-costantiniano, all’interno…

A partire dal IV secolo dopo Cristo nasce e si diffonde, all’interno della società ‘pagana’ tardo antica, il modello dell’uomo maestro di vita che unisce in sé la sapienza e la santità vista come un particolare tipo di rapporto con il divino. Al di là dei casi estremi in cui ci viene presentata, per esaltarla, la figura di un vero e proprio taumaturgo  (Apollonio di Tiana) o, per farne la satira, quella di un finto mago (Alessandro di Abonuteico) sono spesso i filosofi che diffondono questo ideale ed insieme lo incarnano; così facendo, essi esercitano una funzione importante nel complicato intreccio di rapporti sociali e politici che caratterizza la tarda antichità. Ma nell’impero post-costantiniano, all’interno del Cristianesimo, nasce e si diffonde un altro e concorrenziale  modello di vita: quello del monaco. Proprio nei monaci i filosofi ultimi difensori dell’ellenismo individueranno i loro nemici più pericolosi. Saranno infatti loro che, attraverso un processo dalle molte facce (dalla violenza pura all’assorbimento molecolare) arriveranno a sostituirli nella funzione di ‘direttori spirituali’, fino a quando nell’ Alto Medioevo latino i termini di monachus e di philosophus  risulteranno pressoché sinonimi.

Luigi Manzini

Maestro di disegno
1805-1866

Federico Manfredini

Convittore
1743-1829

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834

Giuseppe Campori

Principe di Scienze e Arti
1821-1887
Citazione del giorno

Mai progetto più grande, più bello e più utile occupò lo spirito umano di quello di una pace perpetua e universale fra tutti i popoli dell’Europa.

Ritratto del giorno

Carlo Piancastelli

Convittore
1867-1938
Dal passato

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Le Pubblicazioni

Il tempo esploso

Filosofia e comunicazione nell'epoca di Twitter
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2015
Il Patrimonio

Antico planetario

Fondazione San Carlo
seconda metà XIX secolo

Filosofia e teatro

Le Operette morali da Giacomo Leopardi, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7…

I diversi volti dell’ambiente

Cominciano domani le sessioni di presentazione e di discussione dei lavori condotti durante l’anno scolastico dagli studenti di 20 classi…

Dai social
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Il Teatro San Rocco ancora nei guai: la nuova stagione e le proposte di vendita

Non c’è pace per il modenese teatro San Rocco. Nella giornata di ieri i suoi locali sono stati offerti al…

Non c’è pace per il modenese teatro San Rocco. Nella giornata di ieri i suoi locali sono stati offerti al Collegio San Carlo, ormai noto come Collegio Nazionale, perché li acquisti salvando così il fabbricato da una demolizione che non sembra più così lontana. Il cartellone tace ormai da tre stagioni e l’ultima Società che ha diretto il piccolo teatro, come è noto, ha vacillato non poco dopo la inefficace e poco gradita imposizione di un prezzo per il biglietto voluta dal direttore Pagliani.

Come molti di voi ricorderanno, poco più di vent’anni fa il Teatro era stato ricavato adattando l’antica chiesa di San Rocco, divenuta dal 1785 deposito di combustibili. Qualche anno più tardi, nel 1791, il magazzino…

Non c’è pace per il modenese teatro San Rocco. Nella giornata di ieri i suoi locali sono stati offerti al Collegio San Carlo, ormai noto come Collegio Nazionale, perché li acquisti salvando così il fabbricato da una demolizione che non sembra più così lontana. Il cartellone tace ormai da tre stagioni e l’ultima Società che ha diretto il piccolo teatro, come è noto, ha vacillato non poco dopo la inefficace e poco gradita imposizione di un prezzo per il biglietto voluta dal direttore Pagliani.

Come molti di voi ricorderanno, poco più di vent’anni fa il Teatro era stato ricavato adattando l’antica chiesa di San Rocco, divenuta dal 1785 deposito di combustibili. Qualche anno più tardi, nel 1791, il magazzino era stato rilevato dal dottor Giovanni Predieri, mantovano, chirurgo presso l’ospedale militare, che aveva fondato la Società di Dilettanti Filodrammatici e aperto la prima stagione. Come è noto, il Predieri si tolse la vita l’anno seguente, in circostanze che non saranno mai chiarite del tutto. Qualcuno all'epoca imputò il suicidio agli insuccessi della sua compagnia teatrale, altri alle troppe operazioni chirurgiche malriuscite. Partito sotto cattivi auspici, il Teatro aveva però offerto negli anni a venire cartelloni di buona qualità, pur sempre in capo a compagnie di dilettanti, aderendo al patto governativo che imponeva di coordinare le attività teatrali in modo che in Modena in ciascuna serata fosse aperta una sola…

Piccoli filosofi al lavoro!

Una giornata di laboratori di filosofia con i bambini per scoprire il bello di pensare insieme con il gioco, il disegno, il racconto: si è svolta ieri la nuova edizione…