Nella cultura greca l’Ade, il regno dei morti e della morte, è anche il centro dell’universo in cui confluiscono e da cui traggono origine tutte le cose.

Laboratorio duemilaventisei

Orizzonti mediterranei

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Argomenti / Centro culturale

Mythos e logos

Noi, i Greci e la rivoluzione del pensiero

Tutti conoscono la storia che Platone racconta all’inizio del Libro VII della Repubblica. In una caverna vi sono dei prigionieri incatenati, costretti a guardare soltanto davanti a loro, là dove c’è una parete. Alle spalle dei prigionieri vi è una strada sopraelevata, schermata da parapetti. Sulla strada passano persone che…

Tutti conoscono la storia che Platone racconta all’inizio del Libro VII della Repubblica. In una caverna vi sono dei prigionieri incatenati, costretti a guardare soltanto davanti a loro, là dove c’è una parete. Alle spalle dei prigionieri vi è una strada sopraelevata, schermata da parapetti. Sulla strada passano persone che portano oggetti vari. Dietro la strada vi è situato un fuoco. Dato che i prigionieri non possono voltarsi e mai una volta hanno potuto farlo, sono persuasi che la realtà, l’unica realtà, sia quella delle ombre che essi vedono sulla parete. Ad un certo momento, narra Platone, un prigioniero viene liberato e può uscire dalla caverna. Gradualmente e con fatica si renderà conto non solo…

Tutti conoscono la storia che Platone racconta all’inizio del Libro VII della Repubblica. In una caverna vi sono dei prigionieri incatenati, costretti a guardare soltanto davanti a loro, là dove c’è una parete. Alle spalle dei prigionieri vi è una strada sopraelevata, schermata da parapetti. Sulla strada passano persone che portano oggetti vari. Dietro la strada vi è situato un fuoco. Dato che i prigionieri non possono voltarsi e mai una volta hanno potuto farlo, sono persuasi che la realtà, l’unica realtà, sia quella delle ombre che essi vedono sulla parete. Ad un certo momento, narra Platone, un prigioniero viene liberato e può uscire dalla caverna. Gradualmente e con fatica si renderà conto non solo del fatto che quella della caverna non è la vera realtà, ma che anzi essa è l’effetto della luce, la cui fonte principale è il sole. Una luce, quella del sole, da cui il prigioniero liberato rimane affascinato. Non vorrebbe più allontanarsene, ma poi sente il dovere di avvertire i suoi compagni e di spiegare loro che si ingannano, che la verità è altra da quella che essi credono e così pure la realtà. Ma i prigionieri non gli credono. Anzi, il prigioniero liberato è oggetto di risate e addirittura per lui è a rischio la vita. Non avendo esperienza alcuna di realtà altra da quella che vivono e vedono da persone incatenate, non ritengono che ne possano esistere di diverse.

Quel che io vorrei sottolineare è il fatto che, a differenza dell’interpretazione corrente che separa piuttosto nettamente verità da inganno, apparenza da realtà, propenderei per una minore enfasi su tali contrapposizioni, spostando l’attenzione verso un altro fattore. Si tratta del fatto che ai prigionieri manca l’esperienza del passaggio, la conoscenza del confine. Il prigioniero liberato ha attraversato il passaggio e superato il confine. È vero che egli, quando scopre la luce del luce, comprende che i suoi compagni si stanno ingannando e si convince…

Argomenti / Centro studi religiosi

La sacralità dell’immagine nel cristianesimo antico e medievale

Dibattiti culturali e conflitti teologici

Idolatria, per gli antichi, non era solo l’adorazione prestata a cose che non sono dio, ma anche la costruzione di queste stesse cose, il «farsi come dio» nel voler dare la vita. La religione ebraica e quella musulmana hanno preso molto sul serio la possibile hybris insita nel farsi «creatori»,…

Idolatria, per gli antichi, non era solo l’adorazione prestata a cose che non sono dio, ma anche la costruzione di queste stesse cose, il «farsi come dio» nel voler dare la vita. La religione ebraica e quella musulmana hanno preso molto sul serio la possibile hybris insita nel farsi «creatori», donatori di vita e forma. E d’altra parte alcuni esiti del platonismo e la religione cristiana hanno contribuito a dare all’immagine costruita da mano d’uomo un valore di sacralità, di privilegiato contatto con un mondo «altro». Le origini di questo pensare sono, paradossalmente, anche nelle immagini «acheropite», cioè «non dipinte da mano d’uomo», veli della Veronica o sindoni o altre tracce divine, che tanta importanza…

Idolatria, per gli antichi, non era solo l’adorazione prestata a cose che non sono dio, ma anche la costruzione di queste stesse cose, il «farsi come dio» nel voler dare la vita. La religione ebraica e quella musulmana hanno preso molto sul serio la possibile hybris insita nel farsi «creatori», donatori di vita e forma. E d’altra parte alcuni esiti del platonismo e la religione cristiana hanno contribuito a dare all’immagine costruita da mano d’uomo un valore di sacralità, di privilegiato contatto con un mondo «altro». Le origini di questo pensare sono, paradossalmente, anche nelle immagini «acheropite», cioè «non dipinte da mano d’uomo», veli della Veronica o sindoni o altre tracce divine, che tanta importanza ebbero nei primi mille anni della nostra era. Se lo stesso Dio lasciava immagini di sé, perché non imitarlo? Conseguenza diretta di altra e ben più profonda considerazione: se lo stesso Dio si è reso visibile assumendo un vero corpo, perché non perpetuare la sua memoria e rinvigorire l’attesa del suo ritorno attraverso la pittura della sua immagine?

A partire dal 727, in un momento di consolidamento del potere del basileus, sotto il regno di Leone III (717-741) e poi di suo figlio Costantino V (741-775), si proibisce la costruzione e il possesso di immagini di Dio e dei santi. L’atto formale con cui si avviò la campagna iconoclasta è la deposizione e distruzione dell’icona di Cristo affissa sopra la Chalke, la porta di bronzo che serviva da ingresso principale del palazzo imperiale di Costantinopoli. Ovunque, ma soprattutto nella capitale, pitture e sculture sacre vengono distrutte e sostituite da semplici croci. Non è il patriarca, ma l’imperatore a decidere questa politica iconoclasta, per motivi diversi e tuttora oggetto di discussione tra gli storici: per influenza dell’iconoclasmo islamico ed ebraico; per sottolineare la valenza religiosa del potere imperiale nel proporre come unico simbolo la croce, che è anche un segno della tradizione costantiniana e del ruolo dell’imperatore in ambito religioso; ovviamente per opporsi alla Chiesa di Roma, prendendo le distanze dalla tradizione didattica radicata in Occidente; ma soprattutto per arginare il potere dei produttori e…

Alfonso Varano

Principe di Belle Lettere
1705-1788

Giacomo Molza

Convittore
1715-1792

Carlo Forciroli

Accademico dissonante
1761-1794

Giovan Battista Ayroli

Convittore
1731-1808
Citazione del giorno

Conoscere sarà dunque interpretare: procedere dal segno visibile a ciò che attraverso esso viene detto, e che resterebbe, senza di esso, parola muta, assopita nelle cose.

Ritratto del giorno

Giovanni Biondi

Rettore del Collegio San Carlo
?- 1847
Dal passato

Il teatro del Collegio

1911-1914
Le Pubblicazioni

Utopia

Storia e teoria di un'esperienza filosofica e politica
il Mulino - Bologna, 2013
Il Patrimonio

Sacra Famiglia con una Santa

Fondazione San Carlo
1510-1530

Filosofia e teatro

Il Sofista da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 30 novembre –…

Responsabilità per il futuro

Questa mattina, 14 classi dell’Istituto Levi di Vignola, del Liceo Wiligelmo di Modena, del Liceo Morandi di Finale Emilia e…

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Dal Passato
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Crolla il soffitto alla Reale Accademia di Scienze Lettere Arti

Questa notte il pesante intonacato del soffitto della sala delle riunioni della Regia Accademia di Scienze Lettere ed Arti improvvisamente…

Questa notte il pesante intonacato del soffitto della sala delle riunioni della Regia Accademia di Scienze Lettere ed Arti improvvisamente si è staccato precipitando con grande fragore sul pavimento e danneggiando lampadari, stufe, tavoli e sedie.

La Regia Accademia fin dalla sua fondazione ha sede nel Collegio San Carlo e le adunanze si svolgono nella camera al piano nobile, presso lo scalone.

Il crollo ha svegliato nel cuore della notte l'intera camerata dei collegiali, il personale e il Rettore la cui stanza affaccia sul lato opposto del cortile centrale rispetto all'aula della Regia Accademia: la prima preoccupazione di don Francesco Galli è stata di assicurarsi che nessuno dei ragazzi fosse rimasto coinvolto. Una volta accertatosi delle condizioni dei…

Questa notte il pesante intonacato del soffitto della sala delle riunioni della Regia Accademia di Scienze Lettere ed Arti improvvisamente si è staccato precipitando con grande fragore sul pavimento e danneggiando lampadari, stufe, tavoli e sedie.

La Regia Accademia fin dalla sua fondazione ha sede nel Collegio San Carlo e le adunanze si svolgono nella camera al piano nobile, presso lo scalone.

Il crollo ha svegliato nel cuore della notte l'intera camerata dei collegiali, il personale e il Rettore la cui stanza affaccia sul lato opposto del cortile centrale rispetto all'aula della Regia Accademia: la prima preoccupazione di don Francesco Galli è stata di assicurarsi che nessuno dei ragazzi fosse rimasto coinvolto. Una volta accertatosi delle condizioni dei suoi collegiali, tutti illesi benché spaventati, il Rettore ha dovuto invece prendere atto dei gravi danni verificatisi in quella porzione di Collegio.

In causa di tale caduta ben poco si è salvato delle pregiate pitture di Ferdinando Manzini che adornavano il soffitto essendo di questo rimasto intatto soltanto la parte aderente alle pareti ed agli angoli. E’ da notare che nel pomeriggio dello stesso giorno si era tenuta un adunanza numerosissima degli accademici, e si può pensare di leggiero al disastro che ne sarebbe avvenuto se tale sinistro si fosse realizzato durante la seduta dei sullodati accademici.

Orientarsi tra le emozioni

Chi sa cos’è una “mappa emozionata”? Tranquilli, non si tratta di un GPS impazzito o dello schermo del nostro navigatore stradale che arrossisce ai nostri complimenti, ma di una vera…