La figura dell’Agnello è al centro dell’Apocalisse e rappresenta il cuore della teologia cristiana, proprio perché è il richiamo simbolico al mistero pasquale di morte e risurrezione.

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 3

Abbiamo chiesto ai…

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Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…

Argomenti / Centro culturale

Gli occhi del corpo e gli occhi dell’anima

Il vedere nella tradizione platonica e nella tradizione epicurea

Un curioso aneddoto, conservato da Simplicio nel suo Commento alle categorie di Aristotele (p. 208, 28-32 = SSR V A 149), potrebbe ben costituire la migliore introduzione al tema di questa conferenza. Vi si narra infatti di un mordace scambio di battute, in cui Antistene, pensando così di mettere sotto…

Un curioso aneddoto, conservato da Simplicio nel suo Commento alle categorie di Aristotele (p. 208, 28-32 = SSR V A 149), potrebbe ben costituire la migliore introduzione al tema di questa conferenza. Vi si narra infatti di un mordace scambio di battute, in cui Antistene, pensando così di mettere sotto scacco Platone, lo apostrofa più o meno così: “Caro il mio Platone, vedo certamente il cavallo, ma la cavallinità proprio no!”. Senza scomporsi – e con altrettanta feroce ironia – Platone replica: “Lo credo bene, perché hai l’occhio con cui si vede il cavallo, ma non possiedi affatto quello con cui si contempla la cavallinità!”. Il terreno su cui si consuma lo scontro, che è…

Un curioso aneddoto, conservato da Simplicio nel suo Commento alle categorie di Aristotele (p. 208, 28-32 = SSR V A 149), potrebbe ben costituire la migliore introduzione al tema di questa conferenza. Vi si narra infatti di un mordace scambio di battute, in cui Antistene, pensando così di mettere sotto scacco Platone, lo apostrofa più o meno così: “Caro il mio Platone, vedo certamente il cavallo, ma la cavallinità proprio no!”. Senza scomporsi – e con altrettanta feroce ironia – Platone replica: “Lo credo bene, perché hai l’occhio con cui si vede il cavallo, ma non possiedi affatto quello con cui si contempla la cavallinità!”. Il terreno su cui si consuma lo scontro, che è insieme ontologico e conoscitivo ed etico, è quello che ha segnato sin dall’inizio i destini della tradizione del pensiero occidentale: possiamo e dobbiamo restare all’interno della sola dimensione corporea, con i suoi apparati percettivi sensoriali più o meno affidabili, oppure possiamo e anzi fortemente dobbiamo staccarci dal corpo, per affidarci a una realtà diversa, più alta e più profonda, ovvero a quell’anima che sembra fare la sua comparsa nella riflessione filosofica già con Eraclito, per poi affermarsi con la tradizione pitagorica e infine soprattutto con Socrate e Platone? Proprio a Platone sarà dedicata la prima parte di questa lectio inauguralis, con l’intento di mettere a fuoco, rispetto all’anima platonica, da una parte la sua struttura e il suo destino (con particolare attenzione alla splendida immagine mitica della biga alata conservata nel Fedro, 246a-251b), dall’altra l’uso che essa sa fare delle immagini, che pure vengono veicolate dal corpo, ma su cui al massimo ci si può fondare per slanciarsi oltre, per raggiungere una metà extra-corporea (come con rara efficacia letteraria mostra la scala amoris descritta nei dettagli nel Simposio, 209e-212c). Nella seconda parte della conferenza, invece, contro la pretesa superiorità degli occhi dell’anima, sarà dato spazio alla teoria più anti-platonica che il mondo antico abbia conosciuto:…

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video del giorno

I manoscritti di Qumran

Teologia e antropologia di un’antica comunità essena
Argomenti / Centro studi religiosi

I Vangeli

Il “Discorso della montagna” e i fondamenti del messaggio cristiano

La parola vangelo, o evangelo, si forma per calco dal latino evangelium – letteralmente buon annuncio, buona notizia – a sua volta legato al greco euanghélion. Mentre oggi tale termine evoca dei testi scritti, in primo luogo i libri dei Vangeli canonici o apocrifi, non era così in epoca neotestamentaria,…

La parola vangelo, o evangelo, si forma per calco dal latino evangelium – letteralmente buon annuncio, buona notizia – a sua volta legato al greco euanghélion. Mentre oggi tale termine evoca dei testi scritti, in primo luogo i libri dei Vangeli canonici o apocrifi, non era così in epoca neotestamentaria, quando esso si riferiva in genere alla proclamazione orale di un messaggio favorevole. Nella formazione dei quattro Vangeli presenti nel canone del Nuovo Testamento si possono ipotizzare tre tappe, collocabili dall’anno 30 dopo Cristo alla fine del primo secolo: la fase prepasquale, con il ministero storico di Gesù e dei discepoli radunatisi attorno a lui; quella della comunità post-apostolica, con la predicazione e la testimonianza…

La parola vangelo, o evangelo, si forma per calco dal latino evangelium – letteralmente buon annuncio, buona notizia – a sua volta legato al greco euanghélion. Mentre oggi tale termine evoca dei testi scritti, in primo luogo i libri dei Vangeli canonici o apocrifi, non era così in epoca neotestamentaria, quando esso si riferiva in genere alla proclamazione orale di un messaggio favorevole. Nella formazione dei quattro Vangeli presenti nel canone del Nuovo Testamento si possono ipotizzare tre tappe, collocabili dall’anno 30 dopo Cristo alla fine del primo secolo: la fase prepasquale, con il ministero storico di Gesù e dei discepoli radunatisi attorno a lui; quella della comunità post-apostolica, con la predicazione e la testimonianza apostolica sullo stesso Gesù; infine, il momento della stesura e della redazione scritta dei Vangeli.

Volendo individuare all’interno dei Vangeli canonici un passaggio chiave per la comprensione del messaggio di Gesù, indubbiamente i tre capitoli del Vangelo di Matteo che vanno da 5,1 a 7,27, il cosiddetto Discorso della montagna, che si inaugura con le celebri Beatitudini (5,1-16), si prestano bene all’intento. Certo, essi non contengono tutti i principali temi del futuro assetto del cristianesimo (non vi è traccia, fra l’altro, della croce, dell’eucaristia, della dimensione ecclesiale o dello Spirito), ma hanno l’obiettivo di presentare al potenziale lettore di Matteo, un giudeo-cristiano ottimo conoscitore della Torah che verosimilmente scrive fra il 70 e l’80 – per un pubblico ebraico, come si deduce da frasi e termini ebraici non spiegati in quanto dati per noti (ad es. 4,5; 5,22; 18,18; 23,33) e da ulteriori indizi –, una prima sintesi dell’insegnamento di Gesù, chiarendone la missione come quella del nuovo Mosè. Nel quadro della visione matteana è lecito sostenere che qui Gesù venga considerato come la Torah vivente, pur senza riferirlo espressamente: anche per lui, come per Mosè nel libro dell’Esodo, si danno di seguito le tentazioni nel deserto, la teofania e il dono della Legge. Due sono le direttrici della reinterpretazione della Torah offerta da Gesù, stando a Matteo: da una parte, ogni singolo precetto viene da lui ricondotto al suo principio, restituito alla sua intenzionalità…

Giacomo Molza

Convittore
1715-1792

Caterino Cornaro della Regina

Convittore
1624-1669

Filippo Guicciardi

Convittore
1704-1786

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834
Citazione del giorno

Siamo circondati dai dati, vi siamo immersi. Ogni minuto vengono scambiati, nel mondo, milioni di informazioni, in cui notizie reali e false possono coesistere e confondersi.

Ritratto del giorno

Massimiliano Francesco Angelelli

Accademico di Belle Lettere
1775-1853
Dal passato

dal passato – Villaggio Regina Elena Messina (lastra FSC)

Le Pubblicazioni

L’islam degli sciiti

Dalla saggezza mistica alla tentazione politica
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2016
Il Patrimonio

San Filippo Neri predica alla folla in presenza di San Carlo

Chiesa di San Carlo
1660-1664 circa

Filosofia e teatro

Le Operette morali da Giacomo Leopardi, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7…

La nuova vita “green” del Direzionale Manfredini

In occasione del workshop di quest’anno, dedicato al tema dell’ambiente e organizzato dalla Fondazione San Carlo, i ragazzi della 4…

Dai social
Dal Passato
Dal Passato

I polmoni, il sangue e l’impasto di farina

Dalla Redazione - E' giunta stamattina in Redazione una lettera aperta dell'illustre medico Bernardino Ramazzini, professore ordinario di Medicina presso…

Dalla Redazione - E' giunta stamattina in Redazione una lettera aperta dell'illustre medico Bernardino Ramazzini, professore ordinario di Medicina presso l'Università di Modena.

Il professore ci prega di pubblicare il suo testo perché l'aggiornamento dei suoi studi sia noto non solo negli ambienti accademici ma all'intera popolazione e noi, come servizio pubblico, riportiamo volentieri di seguito l'intero scritto:

Il lavoro per scoprire le cose della natura incontra tali oscurità e difficoltà, che i nostri sensi sembrano incapaci di determinare alcunché perfettamente. Per quanto, ostinandoci in un lavoro improbo, osserviamo la natura madre nei suoi prodotti, come in un libro scritto in forma enigmatica, e frugando tra i visceri degli animali, cerchiamo di scoprire quanto in essi si occulta; alla fine…

Dalla Redazione - E' giunta stamattina in Redazione una lettera aperta dell'illustre medico Bernardino Ramazzini, professore ordinario di Medicina presso l'Università di Modena.

Il professore ci prega di pubblicare il suo testo perché l'aggiornamento dei suoi studi sia noto non solo negli ambienti accademici ma all'intera popolazione e noi, come servizio pubblico, riportiamo volentieri di seguito l'intero scritto:

Il lavoro per scoprire le cose della natura incontra tali oscurità e difficoltà, che i nostri sensi sembrano incapaci di determinare alcunché perfettamente. Per quanto, ostinandoci in un lavoro improbo, osserviamo la natura madre nei suoi prodotti, come in un libro scritto in forma enigmatica, e frugando tra i visceri degli animali, cerchiamo di scoprire quanto in essi si occulta; alla fine riconosciamo che i nostri sforzi non riescono ad afferrare la verità se non attraverso immensi tedi di osservazioni, in cui cerchiamo di farci luce come per gradi, sezionando ora gli insetti ed ora gli animali perfetti. E’ infatti costume della natura intraprendere le sue grandi opere soltanto dopo una serie di tentativi a più bassi livelli, e abbozzare negli animali imperfetti il piano degli animali perfetti.

Per entrare in argomento riprendo due punti che avevo lasciato in sospeso nelle mie prime comunicazioni circa i polmoni, ripromettendomi di sottoporli a indagini più approfondite.

Sulla funzione dei polmoni so che molte teorie ci sono state lasciate dagli Antichi, ma moltissimo se…

Avvenimento al trono di Alessandro il Grande

A Filippo, Re di Macedonia, successe il figlio Alessandro che sarà poi chiamato il Grande per le vittorie che riportò.

Egli salì al trono quando Sirmio, Re dei Triballi o…