Nel corso dell’anno…

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Nel corso dell’anno…
Nel corso dell’anno scolastico 2019 sono state accolte alcune classi delle scuole…
Cittadini diseguali
In generale le politiche sociali – includendovi sia le politiche rivolte alle famiglie sia quelle rivolte ai lavoratori, quelle assistenziali e anche quelle dell’istruzione – possono essere lette come uno strumento di istituzionalizzazione e normalizzazione dei corsi di vita individuale. Tuttavia, come hanno osservato Leisering e Leibfried, «le tradizioni di…
In generale le politiche sociali – includendovi sia le politiche rivolte alle famiglie sia quelle rivolte ai lavoratori, quelle assistenziali e anche quelle dell’istruzione – possono essere lette come uno strumento di istituzionalizzazione e normalizzazione dei corsi di vita individuale. Tuttavia, come hanno osservato Leisering e Leibfried, «le tradizioni di welfare nazionali differiscono per quanto riguarda le politiche del corso della vita: perseguono modelli normativi differenti del corso della vita; intervengono nella vita delle persone in misura diversa e mettono a fuoco ambiti di policy differenti». Uno dei campi in cui c’è un elevato grado di variazione è proprio quello della gestione dei rischi sociali e delle discontinuità impreviste nel corso della vita: disoccupazione, malattia,…
In generale le politiche sociali – includendovi sia le politiche rivolte alle famiglie sia quelle rivolte ai lavoratori, quelle assistenziali e anche quelle dell’istruzione – possono essere lette come uno strumento di istituzionalizzazione e normalizzazione dei corsi di vita individuale. Tuttavia, come hanno osservato Leisering e Leibfried, «le tradizioni di welfare nazionali differiscono per quanto riguarda le politiche del corso della vita: perseguono modelli normativi differenti del corso della vita; intervengono nella vita delle persone in misura diversa e mettono a fuoco ambiti di policy differenti». Uno dei campi in cui c’è un elevato grado di variazione è proprio quello della gestione dei rischi sociali e delle discontinuità impreviste nel corso della vita: disoccupazione, malattia, rottura di un matrimonio, povertà. Da questo punto di vista non c’è affatto un «modello sociale europeo». La nostra tesi è che le politiche di assistenza sociale e la costruzione dei poveri e dei socialmente esclusi come categorie sociali fanno altrettanto parte del processo per cui individui e gruppi diventano poveri o socialmente esclusi, o viceversa escono dalla povertà e dall’esclusione sociale, tanto quanto i meccanismi del mercato del lavoro o delle vicende familiari. In misura e con esiti diversi a seconda del contesto istituzionale e delle circostanze e culture locali, esse infatti offrono non solo risorse, ma definizioni sociali, non solo opportunità, ma vincoli. Come osserva Paugam, riprendendo l’intuizione di Simmel di oltre un secolo fa, «è dal momento in cui ricevono assistenza, o forse meglio dal momento in cui le loro condizioni porrebbero dar loro diritto all’assistenza che divengono pane di un gruppo caratterizzato dalla povertà. Questo gruppo non è unificato dall’interazione tra chi ne fa parte, ma dall’atteggiamento collettivo che la società nel suo insieme adotta verso di esso». Perciò il numero e le caratteristiche dei beneficiari di assistenza sociale non sono solo un buon indicatore sociale dell’affidabilità ed efficacia di un dato stato sociale nel suo insieme, ma della misura in…
Il Corano
Torah
Se proprio dovessi dare una definizione che sia fenomenologicamente corretta, direi che l’ebreo, il cristiano e il musulmano professano ciascuno una «religione dell’interpretazione del libro», dove l’accento cade sul termine mediano di «interpretazione». Termine mediano nel senso che «media» tra la fede (qualunque cosa si intenda per essa) e il…
Se proprio dovessi dare una definizione che sia fenomenologicamente corretta, direi che l’ebreo, il cristiano e il musulmano professano ciascuno una «religione dell’interpretazione del libro», dove l’accento cade sul termine mediano di «interpretazione». Termine mediano nel senso che «media» tra la fede (qualunque cosa si intenda per essa) e il libro come testo sacro ricevuto da Dio e come tale trasmesso in forma intangibile nel corso delle generazioni. E nel senso che senza l’interpretazione e senza la storia di quest’arte intrinsecamente religiosa – come ha mostrato uno dei padri dell’ermeneutica contemporanea, Hans-Georg Gadamer – né il libro servirebbe alla fede né la fede si sentirebbe vincolata a un testo sacro. A me pare si possa…
Se proprio dovessi dare una definizione che sia fenomenologicamente corretta, direi che l’ebreo, il cristiano e il musulmano professano ciascuno una «religione dell’interpretazione del libro», dove l’accento cade sul termine mediano di «interpretazione». Termine mediano nel senso che «media» tra la fede (qualunque cosa si intenda per essa) e il libro come testo sacro ricevuto da Dio e come tale trasmesso in forma intangibile nel corso delle generazioni. E nel senso che senza l’interpretazione e senza la storia di quest’arte intrinsecamente religiosa – come ha mostrato uno dei padri dell’ermeneutica contemporanea, Hans-Georg Gadamer – né il libro servirebbe alla fede né la fede si sentirebbe vincolata a un testo sacro. A me pare si possa dire che né la Torà, che costituisce la parte centrale del Tanakh nella tradizione ebraica; né i Vangeli e più in generale il Nuovo Testamento dei cristiani; né il Corano e la Sunna (la raccolta dei detti del profeta Muhammad) sono testi che i credenti ricevono senza una catena storica di interpretazioni orali. Anzi, proprio tale storia ermeneutica di oralità, a sua volta ricevuta e trasmessa, costituisce l’alveo principale della vita religiosa delle tre religioni monoteiste.
Nel giudaismo la distinzione tra Torà orale e Torà scritta è fondamentale e rappresenta, non a caso, un punto di distinzione con il cristianesimo. Quest’ultimo, infatti, condivide con il giudaismo – essendo nato in esso – tutto il patrimonio della Torà scritta, esistente fino all’epoca di Gesù, ma non i testi ebraici successivi come il Talmud. Ora, il Talmud è il cuore della Torà orale, ossia l’insieme delle interpretazioni e delle regole esegetiche e della giurisprudenza religiosa (halakhà) con cui la Bibbia ebraica – intesa come Torà scritta – viene letta e applicata alla vita degli ebrei. Da duemila anni i depositari di questa arte dell’interpretazione ebraica sono i «maestri», ovvero i rabbini, che non sono i preti del giudaismo ma solo degli studiosi che hanno approfondito la conoscenza del «libro sacro» e delle sue interpretazioni date nel corso delle generazioni, e che quindi hanno titolo per aggiungere altre interpretazioni e nuove applicazioni a quelle già date. Per questo…

Paolo Boschetti

Giovanni Pindemonte

Giuseppe Campori

Lazzaro Mocenigo
Jules Verne presenta al mondo della scienza un grafico dei problemi da superare, costituendo una straordinaria fonte di ispirazione per i protagonisti della futura era spaziale.

Achille Tacoli

Aula del Collegio

Il tempo presente e altre catastrofi

Lampada
Filosofia e teatro
Il Sofista da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 30 novembre –…

Studenti in cattedra
“Semel in anno…” diceva Seneca per ammettere, in una sola occasione dell’anno, qualche piccola trasgressione. Per gli studenti delle scuole…

Una comunità universitaria a misura di futuro
Ha avuto grande successo il Festival della Cultura Digitale Modena Smart Life organizzato dal Comune di Modena, che si è concluso ieri dopo…
Ha avuto grande successo il Festival della Cultura Digitale Modena Smart Life organizzato dal Comune di Modena, che si è concluso ieri dopo tre giornate ricche di iniziative.
Il Collegio ha partecipato da protagonista grazie alla partnership della Fondazione Collegio San Carlo di Modena con l’Università di Modena e Reggio Emilia e con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
I Collegiali hanno avuto un ruolo decisivo nell’organizzazione delle attività ospitate nel palazzo di via San Carlo e nel centro storico. La preparazione dell’evento è stata una sfida: erano tante le attività da coordinare per garantirne il successo. Gli studenti del Collegio, come volontari, hanno collaborato con passione, entusiasmo e determinazione.
“Ho apprezzato molto il Festival Modena Smart Life perché ha dato la possibilità, anche a noi collegiali, di vivere intensamente l’evento”,…
Ha avuto grande successo il Festival della Cultura Digitale Modena Smart Life organizzato dal Comune di Modena, che si è concluso ieri dopo tre giornate ricche di iniziative.
Il Collegio ha partecipato da protagonista grazie alla partnership della Fondazione Collegio San Carlo di Modena con l’Università di Modena e Reggio Emilia e con la Fondazione Cassa di Risparmio di Modena.
I Collegiali hanno avuto un ruolo decisivo nell’organizzazione delle attività ospitate nel palazzo di via San Carlo e nel centro storico. La preparazione dell’evento è stata una sfida: erano tante le attività da coordinare per garantirne il successo. Gli studenti del Collegio, come volontari, hanno collaborato con passione, entusiasmo e determinazione.
“Ho apprezzato molto il Festival Modena Smart Life perché ha dato la possibilità, anche a noi collegiali, di vivere intensamente l’evento”, dice Gaetano, studente di Ingegneria meccanica, che prosegue: “quest’esperienza ci ha reso un gruppo ancor più coeso e determinato grazie al lavoro, all’organizzazione e ai sorrisi”.
Per Francesca, studentessa di Medicina, il Festival ha promosso “un confronto a 360 gradi su un tema sempre più centrale nella vita dell’uomo, che ha stuzzicato i più tradizionalisti e incuriosito chi nella tecnologia è nato. L’entusiasmo per il progresso è stato il filo conduttore di queste tre giornate intense”.
È stato particolarmente significativo il TEDxModena Salon #BeTheFuture tenutosi nella Chiesa San Carlo e dedicato al tema dell’educazione, che ha visto gli interventi di ben due relatori del Collegio San Carlo e di un terzo selezionato dalla Conferenza…

FilosoFare: l’esperienza dei corsisti
