Abbiamo chiesto ai…
Intuizioni sul futuro – 1
Abbiamo chiesto ai…
Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…
Opinione pubblica
L’opinione pubblica rappresenta un oggetto imponderabile, amato e odiato (dal punto di vista della politica empirica e, ancor più, della politique politicienne) e, da qualche tempo, in maniera fausta, studiato all’insegna di quella multidisciplinarità o transdisciplinarità che contraddistingue gli approcci della scienza della comunicazione, materia per sua natura plurale e…
L’opinione pubblica rappresenta un oggetto imponderabile, amato e odiato (dal punto di vista della politica empirica e, ancor più, della politique politicienne) e, da qualche tempo, in maniera fausta, studiato all’insegna di quella multidisciplinarità o transdisciplinarità che contraddistingue gli approcci della scienza della comunicazione, materia per sua natura plurale e pluralistica. E la familiarità del secondo Novecento con questa categoria non deve far dimenticare come ci si trovi al cospetto, in verità, di un caso esemplare di quanto lo storico Eric J. Hobsbawm non avrebbe esitato a definire l’«invenzione di una tradizione». Delineare la genealogia intellettuale di un concetto a volte sfuggente e comunque sempre piuttosto ritroso a “farsi ingabbiare” all’interno di definizioni e categorizzazioni…
L’opinione pubblica rappresenta un oggetto imponderabile, amato e odiato (dal punto di vista della politica empirica e, ancor più, della politique politicienne) e, da qualche tempo, in maniera fausta, studiato all’insegna di quella multidisciplinarità o transdisciplinarità che contraddistingue gli approcci della scienza della comunicazione, materia per sua natura plurale e pluralistica. E la familiarità del secondo Novecento con questa categoria non deve far dimenticare come ci si trovi al cospetto, in verità, di un caso esemplare di quanto lo storico Eric J. Hobsbawm non avrebbe esitato a definire l’«invenzione di una tradizione». Delineare la genealogia intellettuale di un concetto a volte sfuggente e comunque sempre piuttosto ritroso a “farsi ingabbiare” all’interno di definizioni e categorizzazioni rigide risulta dunque non facile. Anche perché materia viva e vivente di tale categoria sono i suoi strettissimi intrecci con altre due nozioni polisemiche, quella di rappresentanza e quella di democrazia. Di qui, l’autentica e spiccata utilità del lavoro concettuale di risistemazione definitoria (all’insegna del superamento di varie tassonomie consolidate), “oltre” la sfera pubblica e la costruzione – nobilissima, ma resa problematica dal mutare dei tempi e della società – della rappresentanza di questi ultimi secoli. Da cui proviene, ancora, l’apertura alla vasta tematica – in Italia, purtroppo, non ancora adeguatamente compresa nelle sue potenzialità nonostante in essa si identifichi un ambito disciplinare ampiamente consolidato del mondo culturale anglosassone (e, seppure in misura minore, anche di quello francofono) – dell’innovazione democratica. Per contribuire alla riflessione sulla ridefinizione del concetto di rappresentanza in una direzione di ampliamento delle dimensioni partecipative della democrazia, come il più delle volte, risulta opportuno guardare al passato e al pensiero che ha accompagnato alcuni passaggi dello stratificarsi dell’idea di sfera pubblica. Il passaggio dalle folle, oggetto di sgomento e terrore per parecchi intellettuali borghesi europei, all’opinione pubblica, si compie in modo maturo e non certo per paradosso, nel paese avanguardia ed espressione per antonomasia della società delle masse: gli Stati Uniti.…
Spazio sacro e fondazione della città nella religione romana
Creature di Dio
Prima ancora che con le proprie differenziazioni interne e con le fedi di diverso ceppo che avrebbe incontrato nella sua inarrestabile espansione, l’Islam ha dovuto misurarsi, oltre che con il paganesimo idolatrico delle genti d’Arabia, anche e forse soprattutto con gli altri due monoteismi nel cui solco si è innestato.…
Prima ancora che con le proprie differenziazioni interne e con le fedi di diverso ceppo che avrebbe incontrato nella sua inarrestabile espansione, l’Islam ha dovuto misurarsi, oltre che con il paganesimo idolatrico delle genti d’Arabia, anche e forse soprattutto con gli altri due monoteismi nel cui solco si è innestato. (…) Il rapporto di continuità con ebraismo e cristianesimo fu, in un primo momento, strettissimo e si può dire che l’Islam si sia presentato come una sorta di riedizione dello stesso messaggio destinata agli arabi. In seguito, però, e soprattutto nei confronti degli ebrei di Medina, prevalsero le distinzioni che ebbero modo di sfociare addirittura in un aperto e aspro contrasto. L’inimicizia che opponeva i…
Prima ancora che con le proprie differenziazioni interne e con le fedi di diverso ceppo che avrebbe incontrato nella sua inarrestabile espansione, l’Islam ha dovuto misurarsi, oltre che con il paganesimo idolatrico delle genti d’Arabia, anche e forse soprattutto con gli altri due monoteismi nel cui solco si è innestato. (…) Il rapporto di continuità con ebraismo e cristianesimo fu, in un primo momento, strettissimo e si può dire che l’Islam si sia presentato come una sorta di riedizione dello stesso messaggio destinata agli arabi. In seguito, però, e soprattutto nei confronti degli ebrei di Medina, prevalsero le distinzioni che ebbero modo di sfociare addirittura in un aperto e aspro contrasto. L’inimicizia che opponeva i seguaci di quelle due precedenti fedi gli uni agli altri e le suddivisioni sussistenti all’interno di ciascuna di esse andarono così ad affiancarsi alle polemiche che impegnavano Muhammad con i suoi interlocutori appartenenti alle cosiddette «Genti del Libro», costituendo un complesso sistema di relazioni ambivalenti. Esso va tenuto presente sullo sfondo per collocare in un quadro più generale altre osservazioni che costituiscono un insieme ridotto ma significativo di testimonianze relative a come il delicato e centrale tema dell’unità tra i credenti in particolare e tra gli uomini in generale abbia interessato l’Islam fin dal suo sorgere e abbia contribuito alla formazione dell’immagine che di se stesso esso si è formato e quindi a come esso considera e imposta i suoi rapporti con gli altri. (…) «Gli ebrei dicono: “I cristiani non san nulla!” e i cristiani: ”Non san nulla gli ebrei” rispondono, eppure recitano e gli uni e gli altri lo stesso Libro. E come loro dicono anche i pagani ignoranti; ma sarà Dio a giudicare dei loro dissensi, il dì della Resurrezione» (2.113). L’atteggiamento di ebrei e cristiani che si sconfessano a vicenda è equiparato a quello dei pagani di varie comunità che credono di salvarsi per il solo fatto di appartenere a un determinato gruppo, senza considerazione per la sincerità della fede e la rettitudine delle opere, mentre sono queste cose a essere determinanti e sembra di poter dedurre che se vi fosse…
Giancarlo Dinegro
Caterino Cornaro della Regina
Giovan Battista Ayroli
Paolo Emilio Campi
Solo la vita giova, non l’aver vissuto. La forza cessa nell’attimo del riposo; essa risiede nel momento di transizione tra uno stato passato e uno nuovo, nel superamento dell’abisso.
Achille Fontanelli
Expo Roma 1911, Padiglione emiliano (lastra FSC)
Le origini del Collegio San Carlo e un frammento di storia modenese
Adorazione dei Magi
Filosofia e teatro
Il Simposio da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 8 – 10…
Globalizzazione e libertà
“La valutazione dello sviluppo non può essere separata da quella delle possibilità di vita e di libertà di cui effettivamente…