Il problema della moltitudine è legato alla necessità di capire se il rapporto tra singolare e comune possano articolarsi diversamente – vale a dire al di fuori dell’opposizione alla quale i termini erano stati ridotti.

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 2

Abbiamo chiesto ai…

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Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…

Argomenti / Centro culturale

Le contraddizioni della democrazia nell’Europa contemporanea

Per comprendere quale esito abbia avuto nel Novecento il rapporto tra la coscienza europea e la guerra – nella cui luce tuttora viviamo – è necessario sottolineare una peculiarità della situazione dell’Europa nella seconda metà del secolo. E cioè la coincidenza verificatasi dopo il 1945 di due aspetti: da una…

Per comprendere quale esito abbia avuto nel Novecento il rapporto tra la coscienza europea e la guerra – nella cui luce tuttora viviamo – è necessario sottolineare una peculiarità della situazione dell’Europa nella seconda metà del secolo. E cioè la coincidenza verificatasi dopo il 1945 di due aspetti: da una parte la complessiva sconfitta militare del continente, destinata ad apparire ben presto nella sua autentica natura di una catastrofe geopolitica di portata storica; e dall’altra l’affermazione dappertutto nello stesso continente, a più o meno breve scadenza, di regimi politici democratici. La vicenda europea ha visto insomma un’inquietante sovrapposizione: sconfitta militare e democrazia hanno coinciso, l’una è stata causa dell’altra. Difficile credere che si sia trattato…

Per comprendere quale esito abbia avuto nel Novecento il rapporto tra la coscienza europea e la guerra – nella cui luce tuttora viviamo – è necessario sottolineare una peculiarità della situazione dell’Europa nella seconda metà del secolo. E cioè la coincidenza verificatasi dopo il 1945 di due aspetti: da una parte la complessiva sconfitta militare del continente, destinata ad apparire ben presto nella sua autentica natura di una catastrofe geopolitica di portata storica; e dall’altra l’affermazione dappertutto nello stesso continente, a più o meno breve scadenza, di regimi politici democratici. La vicenda europea ha visto insomma un’inquietante sovrapposizione: sconfitta militare e democrazia hanno coinciso, l’una è stata causa dell’altra. Difficile credere che si sia trattato di una coincidenza. Il fatto è che in grandissima parte l’Europa – le cui classi dirigenti nell’estate del 1940 si erano tutte più o meno acconciate al dominio nazista – non è certo diventata democratica per sua scelta. Ma proprio perché figlia di una rovinosa sconfitta militare, la scelta dell’Europa per la democrazia, a differenza di quella americana, non sa né può sapere che cosa sia la potenza. Quasi per un oscuro senso di colpa legato al suo passato, nel quale la potenza ha finito per essere il più delle volte l’insegna dell’antidemocrazia, l’Europa si è indotta a considerare l’idea democratica incompatibile con la potenza. Rispetto a tale dimensione – così intrinseca a quella dell’impiego della forza, e dunque della guerra, e dunque, aggiungo, della politica estera – l’Europa dei parlamenti, dei giornali, della cultura, delle opinioni pubbliche, delle maggioranze, manifesta in ogni occasione una profonda estraneità, pronta a trasformarsi in ostilità. La democrazia si è identificata quindi in Europa con la situazione sociale definita dal declino apparentemente irreparabile della politica e della statualità, dal prevalere di una mentalità centrata in misura straripante sulla soggettività e sulle pulsioni che a essa provengono da un contesto poverissimo di valori «alti», permissivo, opulento, in grado di concepire…

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Magia e alchimia nel Rinascimento

Argomenti / Centro studi religiosi

Gli dèi degli altri

Pluralismo religioso e integrazione nel mondo classico

Come veniva concepito a Roma il prestito delle divinità straniere, ovvero il loro accoglimento? Su questo argomento possediamo interessanti testimonianze. Esplorarle anche brevemente ci permetterà di stabilire un punto importante ed eliminare così l’eventualità di un equivoco. Se nelle religioni antiche è possibile far propria una divinità altrui, questo non…

Come veniva concepito a Roma il prestito delle divinità straniere, ovvero il loro accoglimento? Su questo argomento possediamo interessanti testimonianze. Esplorarle anche brevemente ci permetterà di stabilire un punto importante ed eliminare così l’eventualità di un equivoco. Se nelle religioni antiche è possibile far propria una divinità altrui, questo non implicava però che essa potesse essere automaticamente onorata e venerata all’interno della città, come se si trattasse di una divinità appartenente alla tradizione. Perché ciò potesse avvenire, infatti, la divinità straniera doveva passare attraverso un processo di accettazione ufficiale, deliberato dal Senato, che ne sanciva pubblicamente il culto. Fra le leggi di carattere religioso enunciate da Cicerone, si legge quanto segue: «nessuno abbia per sé…

Come veniva concepito a Roma il prestito delle divinità straniere, ovvero il loro accoglimento? Su questo argomento possediamo interessanti testimonianze. Esplorarle anche brevemente ci permetterà di stabilire un punto importante ed eliminare così l’eventualità di un equivoco. Se nelle religioni antiche è possibile far propria una divinità altrui, questo non implicava però che essa potesse essere automaticamente onorata e venerata all’interno della città, come se si trattasse di una divinità appartenente alla tradizione. Perché ciò potesse avvenire, infatti, la divinità straniera doveva passare attraverso un processo di accettazione ufficiale, deliberato dal Senato, che ne sanciva pubblicamente il culto. Fra le leggi di carattere religioso enunciate da Cicerone, si legge quanto segue: «nessuno abbia per sé dèi separati, né nuovi né stranieri, se non sono stati riconosciuti pubblicamente (publice adscitos); privatamente si onorino gli dèi che erano già ritualmente onorati dai padri». L’atteggiamento che emerge da queste prescrizioni è piuttosto severo: le divinità nuove – cioè sia di nuova creazione, sia straniere di importazione – per poter essere onorate debbono aver ricevuto un riconoscimento da parte dell’autorità statale. Per quanto riguarda i culti privati, invece, ci si affida piuttosto alle tradizioni degli antenati. (…) Un antico erudito, Sesto Pompeo Festo, ci spiega quali erano le divinità straniere ufficiali, per dir così, e come venivano onorate: «Si chiamano culti stranieri (peregrina sacra) sia quelli che sono stati portati a Roma tramite l’evocatio, durante l’assedio di una città, sia quelli che sono stati richiesti, in periodo di pace, a motivo di determinate necessità religiose: come il culto della Magna Mater dalla Frigia, quello di Cerere dalla Grecia, quello di Esculapio da Epidauro. Essi vengono celebrati secondo il costume di coloro dai quali sono stati presi». Ma più che moltiplicare le testimonianze, ci interessa qui seguire l’itinerario mentale secondo cui i Romani si rappresentavano l’accettazione e il pubblico riconoscimento delle divinità. Il verbo comunemente usato per indicare questo processo, infatti, era adscisco, letteralmente «riconosco»: publice adscitos, dice la legge religiosa riportata da Cicerone a proposito degli dèi stranieri il cui culto era stato pubblicamente sancito, così come adscita erano stati i culti della Cerere…

Federico Manfredini

Convittore
1743-1829

Caterino Cornaro della Regina

Convittore
1624-1669

Giuseppe Campori

Principe di Scienze e Arti
1821-1887

Giovanni Pindemonte

Principe di Belle Lettere
1751-1812
Citazione del giorno

Io divido il mio tempo così: metà dormo e l’altra metà sogno. Quando dormo non sogno, ed è un peccato poiché sognare è la suprema genialità.

Ritratto del giorno

Cesare Campori

Principe di Scienze e Arti
1814-1880
Dal passato

Giovanni Pascoli in una lastra della FSC

Le Pubblicazioni

La Fondazione Collegio San Carlo

a Modena
Franco Cosimo Panini - Modena, 2017
Il Patrimonio

Cappella dei convittori

Fondazione San Carlo
1858 ante

Filosofia e teatro

La Repubblica da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7– 9 febbraio…

Tecnica e rivoluzione artistica

La tecnica come forma di conoscenza e come arte di “saper fare” è il tema su cui si è incentrato…

Dai social
Dal Passato
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Piccoli guai al Collegio San Carlo: storie di colombi e di vino

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È giunta in queste ore da Milano, dalla sede del governo della Repubblica Cispadana, la risposta a una comunicazione inviata dal Direttore del Collegio dei Nobili, oggi Collegio Nazionale. Nei giorni scorsi il Direttore aveva rivolto una supplica al Ministro degli Affari Interni affinché questi potesse aiutarlo a risolvere due questioni delicate riguardanti gli alunni del Collegio. Inviati come tutti gli anni in campagna per la caccia, questi ultimi si sono lamentati di avervi trovato solo passeri perché i contrabbandieri avevano ucciso tutti i colombi delle colombaie. La stessa sorte era toccata al pollame dei medesimi possidenti sia in campagna che in città. Si teme la ritorsione delle famiglie dei giovani che potrebbero decidere di ritirare i ragazzi, anche a…
È giunta in queste ore da Milano, dalla sede del governo della Repubblica Cispadana, la risposta a una comunicazione inviata dal Direttore del Collegio dei Nobili, oggi Collegio Nazionale. Nei giorni scorsi il Direttore aveva rivolto una supplica al Ministro degli Affari Interni affinché questi potesse aiutarlo a risolvere due questioni delicate riguardanti gli alunni del Collegio. Inviati come tutti gli anni in campagna per la caccia, questi ultimi si sono lamentati di avervi trovato solo passeri perché i contrabbandieri avevano ucciso tutti i colombi delle colombaie. La stessa sorte era toccata al pollame dei medesimi possidenti sia in campagna che in città. Si teme la ritorsione delle famiglie dei giovani che potrebbero decidere di ritirare i ragazzi, anche a fronte della decisione di cui si dà ora conto, presa dal direttore stesso senza consultare prima le autorità ma unicamente sulla base della sua esperienza di educatore. Interpellato nel merito, il Consigliere-Consultore di Stato, Gran Dignitario dell’Ordine della Corona di Ferro, Grand’Aquila della Legion d’Onore, Membro dell’Istituto Nazionale, nonché Direttore Generale della Pubblica Istruzione, ovvero il Ministro, dall’alto della sua lungimiranza ha ritenuto opportuno avallare la decisione comunicatagli dal Direttore del Collegio che ha ritenuto, stante i disordini che più volte si sono manifestati nelle camerate, di poter limitare agli alunni la quantità di vino sia a pranzo che a cena visto che i ragazzi hanno fra gli otto e…

Un progetto europeo sulla filosofia con i bambini

Da settembre 2017 la Fondazione Collegio San Carlo è partner del progetto europeo “Children as Philosophers”, cofinanziato dal Programma Erasmus Plus della Commissione Europea e dedicato alle pratiche di filosofia…