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Nel corso dell’anno scolastico 2019 sono state accolte alcune classi delle scuole…
Donne, diritti, democrazia fra Ottocento e Novecento
Nell’ambito del discorso sui diritti umani la specificità delle violazioni subìte dalle donne ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, per quanto riguarda sia la riflessione scientifica, sia il dibattito pubblico e la ricezione del problema da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La rilettura dei diritti fondamentali…
Nell’ambito del discorso sui diritti umani la specificità delle violazioni subìte dalle donne ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, per quanto riguarda sia la riflessione scientifica, sia il dibattito pubblico e la ricezione del problema da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La rilettura dei diritti fondamentali a partire da una loro declinazione in rapporto ai ruoli socio-culturali maschili e femminili, può essere considerata il più rilevante risultato conseguito dal movimento internazionale delle donne e ha introdotto nuovi elementi critici nella discussione sui diritti universali, oltre a dare impulso all’attivismo delle organizzazioni internazionali e non governative, modificandone nello stesso tempo l’agenda. In tempi più recenti, tuttavia, il riferimento ai diritti delle donne…
Nell’ambito del discorso sui diritti umani la specificità delle violazioni subìte dalle donne ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, per quanto riguarda sia la riflessione scientifica, sia il dibattito pubblico e la ricezione del problema da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La rilettura dei diritti fondamentali a partire da una loro declinazione in rapporto ai ruoli socio-culturali maschili e femminili, può essere considerata il più rilevante risultato conseguito dal movimento internazionale delle donne e ha introdotto nuovi elementi critici nella discussione sui diritti universali, oltre a dare impulso all’attivismo delle organizzazioni internazionali e non governative, modificandone nello stesso tempo l’agenda. In tempi più recenti, tuttavia, il riferimento ai diritti delle donne ha acquisito un peso crescente anche in quella retorica dei diritti umani volta a «giustificare guerre e “aiuti” che implicano dominio». Una simile retorica affonda le proprie radici nell’eredità del colonialismo, ma ha trovato nuova diffusione soprattutto a partire dai primi anni Novanta, quando la guerra del Golfo ha segnato l’inizio di una serie di conflitti fortemente asimmetrici, intrapresi dalle coalizioni dei paesi occidentali in nome della difesa dei diritti fondamentali. Proprio a fronte di una divulgazione del discorso sui diritti delle donne che si è tradotta nella semplificazione riduttiva del problema, o ha addirittura lasciato spazio a ingannevoli mistificazioni, appare viceversa importante ricostruire il percorso di lungo periodo che ha segnato l’affermarsi di una prospettiva di genere nell’attivismo contro le violazioni della dignità umana. È opportuno quindi da un lato ricollocare l’approccio femminista ai diritti fondamentali nel quadro delle dinamiche e degli eventi intervenuti sullo scenario mondiale, dall’altro esaminare le articolazioni sul piano sia della riflessione teorica sia dell’agire politico, progettato e promosso dalle istituzioni ma anche dalle associazioni di donne. Per quanto riguarda il secondo dopoguerra, la nascita delle Nazioni Unite e l’approvazione della Dichiarazione universale del 1948 hanno aperto senza dubbio una nuova fase, nell’ambito della quale è emersa anche la questione…
Ottocento politico
Teologie del femminile
Va innanzitutto considerato il fatto che dire le donne nella Chiesa – si tratti di considerarle come soggetto del vivere ecclesiale, si tratti del considerarle come soggetto della riflessione critica sulla fede – non può darsi nella rasserenante e pacificata unilateralità del costatarne la visibilità ovvero l’invisibilità. Il soggetto donna…
Va innanzitutto considerato il fatto che dire le donne nella Chiesa – si tratti di considerarle come soggetto del vivere ecclesiale, si tratti del considerarle come soggetto della riflessione critica sulla fede – non può darsi nella rasserenante e pacificata unilateralità del costatarne la visibilità ovvero l’invisibilità. Il soggetto donna chiama di necessità in causa tutte e due le categorie. Ciò che è visibile richiama sempre ciò che viceversa visibile non è. Le donne, insomma, stanno nell’ambiguità di una visibilità invisibile e di un’invisibilità visibile, oltre che nell’ambiguità contigua del visibile/invisibile. Le donne si vedono e non si vedono. Si vedono come soggetto della riflessione di fede ma insieme – forse anche più spesso –…
Va innanzitutto considerato il fatto che dire le donne nella Chiesa – si tratti di considerarle come soggetto del vivere ecclesiale, si tratti del considerarle come soggetto della riflessione critica sulla fede – non può darsi nella rasserenante e pacificata unilateralità del costatarne la visibilità ovvero l’invisibilità. Il soggetto donna chiama di necessità in causa tutte e due le categorie. Ciò che è visibile richiama sempre ciò che viceversa visibile non è. Le donne, insomma, stanno nell’ambiguità di una visibilità invisibile e di un’invisibilità visibile, oltre che nell’ambiguità contigua del visibile/invisibile. Le donne si vedono e non si vedono. Si vedono come soggetto della riflessione di fede ma insieme – forse anche più spesso – non si vedono. Viste, la loro visibilità rifluisce quasi obbligatoriamente nell’invisibilità, e d’altra parte la loro invisibilità è smaccatamente smentita. Cosa concretamente significa tutto ciò? Innanzitutto il fatto che a deciderne visibilità e invisibilità non sono le donne. La loro percepibilità quali soggetti del vivere la fede e del riflettere sulla fede – i due poli sono inseparabili – è stata sin qui sempre filtrata al maschile. Tant’è che solo di recente il convincimento largo, diffuso, condiviso della loro ovvia invisibilità viene messo in discussione, si tratti del ritrovare le donne nell’Antico e nel Nuovo Testamento, nell’età dei padri, nel medioevo e così via. Certamente a incrinare questo che è un pregiudizio, più che uno scientifico convincimento, hanno contribuito gli uomini stessi. Ma l’apologetica da loro approntata sulla visibilità delle donne è stata talmente funzionale a un certo modello di donna da risultare costruttiva più dell’invisibilità che della visibilità delle stesse. Le donne poi hanno tenacemente lavorato, ricercato, scavato, ma anche in ciò che concerne questa loro fatica non è mancata una certa apologetica, altrettanto fondamentalista o, il che è lo stesso, radicale, vuoi si trattasse del mostrare la valenza singolare della visibilità delle donne, vuoi si trattasse di contestare gli assunti del maschile dire visibili o invisibili le donne. In ultima analisi, che vuol dire visibile? Che vuol dire invisibile? Sono categorie congrue? E soprattutto, sono le uniche categorie attorno alle quali registrare e…
Lazzaro Mocenigo
Giovanni Ottavio Bufalini
Caterino Cornaro della Regina
Paolo Boschetti
Il libro di Giona è un libro unico nel suo genere e, assurto a esempio di linguaggio simbolico e universale, è divenuto il libro della teshuvà – pentimento, ritorno, risposta – per antonomasia.
Massimiliano Francesco Angelelli
dal passato – Villaggio Regina Elena Messina (lastra FSC)
I due volti del tempo
Disegno in alzato dell’altare maggiore della Chiesa di San Carlo
Filosofia e teatro
Il Simposio da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 8 – 10…
Osservare l’antico per conoscere il moderno
Il tema del workshop dell’anno 2019 organizzato dalla Fondazione San Carlo con gli studenti delle scuole superiori è l’ambiente. I…
Il Gatto letterario
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici…
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.
L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.
Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo…
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.
L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.
Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo sistema di filosofare dava all’animale una vita superiore, cercando di penetrare nel cervello dell’animale stesso e conoscere lo svolgersi dei suoi pensieri. In questo periodo si ebbero lavori di genio e il gatto ottenne l’onore di ispirare al Baudelaire un vero capolavoro in cui si fondono pensieri profondi e cose gentili.
Il chiarissimo conferenziere alla fine del suo dire raccoglieva vivissimi applausi dal pubblico entusiasmato: il ragioniere del Collegio San Carlo, che come sempre ha ospitato la conferenza nella sua Sala Grande, ha sottolineato in particolare per la conferenza di ieri sera che il professore ha trovato la giusta chiave di comunicazione, unendo l’utilità della formazione alla piacevolezza dell’argomento…
Piccole ragioni
“Perché?” è una di quelle domande che da sempre i più piccoli pongono con insistenza agli adulti che li circondano quando non sono soddisfatti delle loro risposte. Da lì, da…