La cultura rinascimentale è segnata dalla dialettica tra disincanto e utopia, tra la consapevolezza di un mondo finito e lo slancio verso il superamento dei limiti umani.

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 3

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Argomenti / Centro culturale

L’invenzione del paesaggio

La natura come sentimento nella pittura moderna

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Pittori che dipingono nella campagna non se ne vedono più, intenti a studiare le cascate di Tivoli, il verde dei boschi intorno a Parigi, la coltre lattea delle nebbie nel Nord. Già nel Seicento, qualcuno si era attrezzato per dipingere a olio en plein air. François Desportes, nella Francia di Luigi XIV, utilizzava nei parchi dei castelli reali un suo specialissimo «léger bagage»: la tavolozza, qualche pennello, piccole scatole di metallo con i pigmenti già preparati. Nel terreno piantava il suo bastone da viaggio, dalla punta acuminata in acciaio. Al bastone fissava un telaio di ferro e tanti fogli da colorare, fermati in alto da un piccolo chiodo. Pittori così non se ne incontrano più,…

Pittori che dipingono nella campagna non se ne vedono più, intenti a studiare le cascate di Tivoli, il verde dei boschi intorno a Parigi, la coltre lattea delle nebbie nel Nord. Già nel Seicento, qualcuno si era attrezzato per dipingere a olio en plein air. François Desportes, nella Francia di Luigi XIV, utilizzava nei parchi dei castelli reali un suo specialissimo «léger bagage»: la tavolozza, qualche pennello, piccole scatole di metallo con i pigmenti già preparati. Nel terreno piantava il suo bastone da viaggio, dalla punta acuminata in acciaio. Al bastone fissava un telaio di ferro e tanti fogli da colorare, fermati in alto da un piccolo chiodo. Pittori così non se ne incontrano più, fermi a studiare un cielo di nuvole, gli specchi d’acqua nelle pianure, verdi su verdi di prati e colline. Interrogarsi sulla natura, sulla sua apparente e transitoria bellezza è attività che non si pratica più, nei termini almeno di quella sfida a decifrare e descrivere che portava i pittori a dipingere direttamente dal vero. Il campo è abbandonato, deserto, da quando la ricerca di una forma concettuale ha riportato l’artista nell’atelier, spente le luci dell’Impressionismo. Ma quella è stata solo l’ultima tappa di un processo che ha conosciuto un’accelerazione fortissima quando il pittore romantico, ispirato all’origine dal motivo reale, varcò le soglie della visibilità, addirittura quelle della coscienza. Quando l’immagine, quella apparente, divenne la nuova frontiera oltre la quale la percezione empirica si rivelava carente, inadeguata. Quando, sull’onda di un cambiamento prodotto dalle Confessioni di Jean-Jacques Rousseau, i pittori avvertirono i sobbalzi del cuore, le intermittenze del desiderio, l’interferire dell’io, introducendo un modo radicalmente nuovo di pensare il paesaggio. Un paesaggio nel quale riflettersi, nel quale analizzare se stessi per proprietà transitiva, attraverso lo specchio della natura. Paesaggio come luogo del cuore, del sogno, dell’inconoscibile. Spazio larghissimo all’autobiografia, oltre la realtà del visibile: in un ritratto famoso eseguito da Kersting, Friedrich dipinge a finestre sprangate,…

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Dall’immortalità dei sacerdoti all’immortalità dei filosofi

Riflessioni sul «Carmide» di Platone
Argomenti / Centro studi religiosi

I luoghi del sapere nell’Islam

Scuole, accademie religiose e sistemi educativi

 

Il panorama offerto dalle scuole giuridiche è molto variegato. Sebbene fossero in generale “conservatrici”, non erano per nulla aliene dal ragionamento. Anzi, per più di duecento anni si ebbe un fiorire sistematico del ragionamento giuridico, che portò alla composizione dei grandi trattati di giure islamico (fìqh). Questo lavorio di…

 

Il panorama offerto dalle scuole giuridiche è molto variegato. Sebbene fossero in generale “conservatrici”, non erano per nulla aliene dal ragionamento. Anzi, per più di duecento anni si ebbe un fiorire sistematico del ragionamento giuridico, che portò alla composizione dei grandi trattati di giure islamico (fìqh). Questo lavorio di elaborazione, interpretazione, adattamento delle dottrine giuridiche, sia pure sul fondamento rivelato della shari’a (ricordiamo: il Corano più la sunna di Muhammad), è noto col termine di ijtihad, ovvero sforzo (intellettuale. Si noti che la parola ijtihad è della medesima radice verbale del jihad, la cosiddetta “guerra santa”, che però semanticamente vuol dire, anch’esso, “sforzo” sulla via di Dio). Orbene, dopo due o tre secoli di…

 

Il panorama offerto dalle scuole giuridiche è molto variegato. Sebbene fossero in generale “conservatrici”, non erano per nulla aliene dal ragionamento. Anzi, per più di duecento anni si ebbe un fiorire sistematico del ragionamento giuridico, che portò alla composizione dei grandi trattati di giure islamico (fìqh). Questo lavorio di elaborazione, interpretazione, adattamento delle dottrine giuridiche, sia pure sul fondamento rivelato della shari’a (ricordiamo: il Corano più la sunna di Muhammad), è noto col termine di ijtihad, ovvero sforzo (intellettuale. Si noti che la parola ijtihad è della medesima radice verbale del jihad, la cosiddetta “guerra santa”, che però semanticamente vuol dire, anch’esso, “sforzo” sulla via di Dio). Orbene, dopo due o tre secoli di ijtihad si sviluppò, attorno alla fine del X secolo, la convinzione che il corpo principale del giure fosse stato definitivamente stabilito e che non si dovesse più modificarlo. È questa la cosiddetta “chiusura della porta dell’ijtihad” che ha di fatto provocato un pericoloso irrigidimento dottrinale. Non bisogna però credere che l’ijtihad si sia veramente e completamente “chiuso”. Le necessità della vita associata non lo permettevano. Un minimo di elaborazione dottrinale proseguì. Ma nulla poteva sul serio rovesciare o modificare i presupposti di quello che le scuole giuridiche avevano conquistato e definito, soprattutto nei principi ispiratori e nelle regole più generali. Credo che si possa ritenere questa “chiusura della porta dell’ijtihad” come uno dei sintomi dell’incipiente decadenza dell’islam classico. Di fatto, se è vero, come è vero, che il sunnismo è fortemente marcato dalla mentalità giuridica, questa caratteristica ha rappresentato, contemporaneamente, un pregio e un difetto. Un pregio in quanto ha saputo organizzare e disciplinare il funzionamento della Comunità in modo organico; un difetto in quanto, dopo essersi strutturata, ha preteso di ingabbiare nelle sue maglie ogni tipo di espressione culturale. La filosofia, ad esempio, è stata il più delle volte combattuta dai giuristi sunniti e la conformità del sapere ai presupposti legali ha finito per deprimere la ricerca scientifica.

(da M. Campanini, I sunniti, Bologna, il Mulino, 2008, pp. 40-41)*

Giovanni Ottavio Bufalini

Principe di Belle Lettere
1709-1782

Filippo Guicciardi

Convittore
1704-1786

Carlo Forciroli

Accademico dissonante
1761-1794

Paolo Boschetti

Fondatore del Collegio dei Nobili
1585-1627
Citazione del giorno

La tolleranza è altrettanto necessaria in politica quanto in religione. Solo l’orgoglio è intollerante. Esso rende gli spiriti ribelli, volendo costringerli a pensare come noi.

Ritratto del giorno

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834
Dal passato

Astanti osservano un dirigibile (lastra FSC)

Le Pubblicazioni

I pranzi dei santi

Pratiche alimentari e ascesi nel monachesimo tardoantico
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2016
Il Patrimonio

San Carlo Borromeo venera la Croce

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Nuovo scontro fra il Collegio e la Municipalità

29 Frimale anno VI Repubblicano - In questi giorni si è riacceso uno scontro fra la Municipalità e il rettore…

29 Frimale anno VI Repubblicano - In questi giorni si è riacceso uno scontro fra la Municipalità e il rettore del Collegio degli ex Nobili, il cittadino ex sacerdote Bonaventura Corti. Nei mesi passati la corrispondenza fra il prefetto del dipartimento del Panaro, Cesare Leonelli, e il rettore non era passata inosservata ma ora i toni si sono ulteriormente inaspriti anche nella corrispondenza con il presidente della Municipalità Casoli.

Dopo aver domandato, come i lettori ricorderanno, la rimozione delle insegne nobiliari dal Collegio, giacché è stata abolita l’idea stessa di nobiltà – dobbiamo far notare ai cittadini che l’abolizione della nobiltà nella vicina Francia è costata ben più che la rimozione degli stemmi e dei ritratti – e aver…

29 Frimale anno VI Repubblicano - In questi giorni si è riacceso uno scontro fra la Municipalità e il rettore del Collegio degli ex Nobili, il cittadino ex sacerdote Bonaventura Corti. Nei mesi passati la corrispondenza fra il prefetto del dipartimento del Panaro, Cesare Leonelli, e il rettore non era passata inosservata ma ora i toni si sono ulteriormente inaspriti anche nella corrispondenza con il presidente della Municipalità Casoli.

Dopo aver domandato, come i lettori ricorderanno, la rimozione delle insegne nobiliari dal Collegio, giacché è stata abolita l’idea stessa di nobiltà – dobbiamo far notare ai cittadini che l’abolizione della nobiltà nella vicina Francia è costata ben più che la rimozione degli stemmi e dei ritratti – e aver ingiunto agli studenti e al personale del Collegio nella sua totalità, sacerdoti compresi, l’adozione dell’uniforme della Guardia Nazionale, ora la Municipalità ha imposto al Corti l’apertura di una scuola militare da pagare interamente dalle famiglie dei collegiali.

Il Rettore, che ci ha abituato in questi anni alle sue prese di posizione e alle risposte sagaci in varie materie, non si è fatto sfuggire l’occasione di convocare una conferenza stampa d’urgenza durante la quale, in modo imprevisto e forse anche imprudente, ha ritenuto di rendere pubblica la risposta inviata nel contempo alla Municipalità. Cercando di salvaguardare l’identità del Collegio Corti ha dichiarato che si opporrà strenuamente all’aumento di ben…

Discorso sul conte Cav. Paolo Andreani

A queste giovani menti, a questi cuori che battono coi palpiti vigorosi della prima età, a queste attive, vivaci fantasie, parlate col linguaggio luminoso degli esempi, e raramente la parola…