Per un corpo politico, la sovranità è la capacità di stabilire come stare nella storia, come organizzare l’interdipendenza fra diversi soggetti.

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 2

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Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…

Argomenti / Centro culturale

L’invenzione della scrittura e la nascita delle civiltà

I dati più recenti raccolti da paleoantropologi e archeologi ci dicono che l’uomo potrebbe aver creato le prime piccole sculture in pietra 200 o 300.000 anni fa, e che certamente iniziò a tracciare complesse figurazioni geometriche su ossa, uova di struzzo e lastre di pietra intorno a 80.000 anni fa.…

I dati più recenti raccolti da paleoantropologi e archeologi ci dicono che l’uomo potrebbe aver creato le prime piccole sculture in pietra 200 o 300.000 anni fa, e che certamente iniziò a tracciare complesse figurazioni geometriche su ossa, uova di struzzo e lastre di pietra intorno a 80.000 anni fa. Ma è solo da 5300 anni che siamo «grafomani». La data dell’invenzione della scrittura è convenzionalmente fissata dagli orientalisti intorno al 3200-3100 a.C. Le prime testimonianze sono infatti poche centinaia di tavolette con numeri e ideogrammi, trovate nella grande città mesopotamica di Uruk (Iraq) e a Susa (Iran sud-occidentale). Queste tavolette non sono altro che inventari, «liste della spesa», ricevute, bollette di carico e scarico,…

I dati più recenti raccolti da paleoantropologi e archeologi ci dicono che l’uomo potrebbe aver creato le prime piccole sculture in pietra 200 o 300.000 anni fa, e che certamente iniziò a tracciare complesse figurazioni geometriche su ossa, uova di struzzo e lastre di pietra intorno a 80.000 anni fa. Ma è solo da 5300 anni che siamo «grafomani». La data dell’invenzione della scrittura è convenzionalmente fissata dagli orientalisti intorno al 3200-3100 a.C. Le prime testimonianze sono infatti poche centinaia di tavolette con numeri e ideogrammi, trovate nella grande città mesopotamica di Uruk (Iraq) e a Susa (Iran sud-occidentale). Queste tavolette non sono altro che inventari, «liste della spesa», ricevute, bollette di carico e scarico, fidi e contratti di prestito di beni come schiavi, animali, olio, cereali e tessuti. L’origine della nostra scrittura si cela, dunque, nella pignoleria e nella severità dei burocrati.

Clarisse Herenschmidt, una ricercatrice francese del CNRS, ha suddiviso la storia delle scritture umane in tre grandi rivoluzioni. La prima, epocale invenzione al volgere del periodo di Uruk (3800-3100 a.C. circa); quindi, l’invenzione dell’alfabeto, tradizionalmente fissata intorno al VII secolo a.C., cioè 2600 anni più tardi; e, infine, quella della scrittura elettronica in rete, che consente a ognuno di noi di scrivere istantaneamente a chiunque altro, negli angoli più remoti del pianeta. 2000 d.C. Anche la terza grande rivoluzione ha avuto luogo esattamente 2600 anni dopo la precedente. E il numero 2600 ci riporta simbolicamente al 26, cioè a quante sono le lettere di buona parte degli alfabeti moderni. Casualità, forse, se non suggestioni cabalistiche; ma l’idea diverte, e sono numeri facili da ricordare. Ma ciò che ora ci interessa è che questa lunga storia di innovazioni e sostituzioni è fatta anche di perdita e rimozione. Delle diverse famiglie di scritture usate nella Media e Tarda età del Bronzo, oggi ne sopravvivono solo due, la nostra e il sistema cinese. Con l’eccezione degli alfabeti usati nella tradizione…

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«Cercate il bene della città»

La dottrina della vocazione nelle culture protestanti
Argomenti / Centro studi religiosi

«Ecclesia semper reformanda»

Variazioni sul tema della riforma della Chiesa

Per molte persone la parola “Riforma” evoca immediatamente l’eroica memoria di un risoluto frate agostiniano tedesco che sfidò la Chiesa Romana affiggendo le sue novantacinque tesi il 31 ottobre 1517. Ma ben prima che fosse applicata al lavoro di Martin Lutero, la parola reformatio ha avuto una storia ampia e…

Per molte persone la parola “Riforma” evoca immediatamente l’eroica memoria di un risoluto frate agostiniano tedesco che sfidò la Chiesa Romana affiggendo le sue novantacinque tesi il 31 ottobre 1517. Ma ben prima che fosse applicata al lavoro di Martin Lutero, la parola reformatio ha avuto una storia ampia e diversificata ed era già di uso comune nel latino classico. Nel suo senso più ampio, vuole significare ogni tentativo di rinnovare l’essenza di una comunità, di un’istituzione o di un gruppo attraverso il ritorno alle sue origini, alle sue fonti primarie. Infatti il concetto era conosciuto nella Cristianità sin dalle sue origini ed era utilizzato all’epoca dei Padri della Chiesa per indicare che i cristiani…

Per molte persone la parola “Riforma” evoca immediatamente l’eroica memoria di un risoluto frate agostiniano tedesco che sfidò la Chiesa Romana affiggendo le sue novantacinque tesi il 31 ottobre 1517. Ma ben prima che fosse applicata al lavoro di Martin Lutero, la parola reformatio ha avuto una storia ampia e diversificata ed era già di uso comune nel latino classico. Nel suo senso più ampio, vuole significare ogni tentativo di rinnovare l’essenza di una comunità, di un’istituzione o di un gruppo attraverso il ritorno alle sue origini, alle sue fonti primarie. Infatti il concetto era conosciuto nella Cristianità sin dalle sue origini ed era utilizzato all’epoca dei Padri della Chiesa per indicare che i cristiani e la chiesa erano continuamente nella necessità di una reformatio in melius per Deum – nel bisogno di una trasformazione per il meglio. Da allora, e già a partire dall’inizio del V secolo, l’idea ha conseguito uno specifico significato religioso. (…) Alla vigilia della Riforma le concezioni della reformatio ecclesia non erano affatto uniformi. Esse spaziavano dalla richiesta conservatrice di un completo rinnovamento dell’antica eredità spirituale fino al radicale sostentamento della speranza escatologica. Tutte queste concezioni di reformatio erano orientate, in un modo o nell’altro, verso una condizione cristiana immaginata come immacolata, e tutte speravano nella sua comune futura restaurazione. (…) Gli storici sono certamente nel giusto nell’aver denominato come “riformatori” coloro che, in ultima analisi, hanno chiaramente compreso il vero senso del termine reformatio: ovvero, non un piano per intraprendere correzioni su scala diversa, ampia o ridotta, né un’orgogliosa espressione della ragione umana, ma piuttosto la straordinaria consapevolezza che la Chiesa è nata, vive e procede nella Parola di Dio. Ciò non significa una fuga dalla storia a favore di qualche astratta questione teologica. Il ristabilire il primato dell’autorità e dell’importanza della Parola di Dio è compatibile con la teoria storiografica che considera la Riforma protestante come parte dell’ampio processo di trasformazione politica, economica e socio-culturale che si estende dalla nascita dei comuni nel tardo medioevo al processo di confessionalizzazione della prima modernità. Saremmo infatti colpevoli di riduzionismo se sottovalutassimo o ignorassimo la preoccupazione dei riformatori…

Federico Manfredini

Convittore
1743-1829

Giuseppe Campori

Principe di Scienze e Arti
1821-1887

Giancarlo Dinegro

Principe di Belle Arti
1769-1857

Caterino Cornaro della Regina

Convittore
1624-1669
Citazione del giorno

L’Altro è la condizione di una libertà che svuota l’io della sua pesantezza. Società è ritrovare il senso dei pensieri: lasciare la filologia per il logos.

Ritratto del giorno

Cesare Campori

Principe di Scienze e Arti
1814-1880
Dal passato

Giovanni Pascoli in una lastra della FSC

Le Pubblicazioni

La Fondazione Collegio San Carlo

a Modena
Franco Cosimo Panini - Modena, 2017
Il Patrimonio

Portico del Collegio

Fondazione San Carlo
1654- 1764

Utopia da Thomas More

testi scelti da Carlo Altini

drammaturgia di Fabrizio Sinisi

messinscena di Simone Francia

con Simone Baroni, Simone Francia, Michele Lisi, Elena…

Tecnica e rivoluzione artistica

La tecnica come forma di conoscenza e come arte di “saper fare” è il tema su cui si è incentrato…

Dai social
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Piccoli guai al Collegio San Carlo: storie di colombi e di vino

È giunta in queste ore da Milano, dalla sede del governo della Repubblica Cispadana, la risposta a una comunicazione inviata…
È giunta in queste ore da Milano, dalla sede del governo della Repubblica Cispadana, la risposta a una comunicazione inviata dal Direttore del Collegio dei Nobili, oggi Collegio Nazionale. Nei giorni scorsi il Direttore aveva rivolto una supplica al Ministro degli Affari Interni affinché questi potesse aiutarlo a risolvere due questioni delicate riguardanti gli alunni del Collegio. Inviati come tutti gli anni in campagna per la caccia, questi ultimi si sono lamentati di avervi trovato solo passeri perché i contrabbandieri avevano ucciso tutti i colombi delle colombaie. La stessa sorte era toccata al pollame dei medesimi possidenti sia in campagna che in città. Si teme la ritorsione delle famiglie dei giovani che potrebbero decidere di ritirare i ragazzi, anche a…
È giunta in queste ore da Milano, dalla sede del governo della Repubblica Cispadana, la risposta a una comunicazione inviata dal Direttore del Collegio dei Nobili, oggi Collegio Nazionale. Nei giorni scorsi il Direttore aveva rivolto una supplica al Ministro degli Affari Interni affinché questi potesse aiutarlo a risolvere due questioni delicate riguardanti gli alunni del Collegio. Inviati come tutti gli anni in campagna per la caccia, questi ultimi si sono lamentati di avervi trovato solo passeri perché i contrabbandieri avevano ucciso tutti i colombi delle colombaie. La stessa sorte era toccata al pollame dei medesimi possidenti sia in campagna che in città. Si teme la ritorsione delle famiglie dei giovani che potrebbero decidere di ritirare i ragazzi, anche a fronte della decisione di cui si dà ora conto, presa dal direttore stesso senza consultare prima le autorità ma unicamente sulla base della sua esperienza di educatore. Interpellato nel merito, il Consigliere-Consultore di Stato, Gran Dignitario dell’Ordine della Corona di Ferro, Grand’Aquila della Legion d’Onore, Membro dell’Istituto Nazionale, nonché Direttore Generale della Pubblica Istruzione, ovvero il Ministro, dall’alto della sua lungimiranza ha ritenuto opportuno avallare la decisione comunicatagli dal Direttore del Collegio che ha ritenuto, stante i disordini che più volte si sono manifestati nelle camerate, di poter limitare agli alunni la quantità di vino sia a pranzo che a cena visto che i ragazzi hanno fra gli otto e…

Un progetto europeo sulla filosofia con i bambini

Da settembre 2017 la Fondazione Collegio San Carlo è partner del progetto europeo “Children as Philosophers”, cofinanziato dal Programma Erasmus Plus della Commissione Europea e dedicato alle pratiche di filosofia…