Dopo duemila anni di cristianesimo, l’attenzione per la “Lettera ai Romani” non trova pause.

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Argomenti / Centro culturale

Donne, diritti, democrazia fra Ottocento e Novecento

Nell’ambito del discorso sui diritti umani la specificità delle violazioni subìte dalle donne ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, per quanto riguarda sia la riflessione scientifica, sia il dibattito pubblico e la ricezione del problema da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La rilettura dei diritti fondamentali…

Nell’ambito del discorso sui diritti umani la specificità delle violazioni subìte dalle donne ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, per quanto riguarda sia la riflessione scientifica, sia il dibattito pubblico e la ricezione del problema da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La rilettura dei diritti fondamentali a partire da una loro declinazione in rapporto ai ruoli socio-culturali maschili e femminili, può essere considerata il più rilevante risultato conseguito dal movimento internazionale delle donne e ha introdotto nuovi elementi critici nella discussione sui diritti universali, oltre a dare impulso all’attivismo delle organizzazioni internazionali e non governative, modificandone nello stesso tempo l’agenda. In tempi più recenti, tuttavia, il riferimento ai diritti delle donne…

Nell’ambito del discorso sui diritti umani la specificità delle violazioni subìte dalle donne ha ricevuto negli ultimi anni una crescente attenzione, per quanto riguarda sia la riflessione scientifica, sia il dibattito pubblico e la ricezione del problema da parte dei mezzi di comunicazione di massa. La rilettura dei diritti fondamentali a partire da una loro declinazione in rapporto ai ruoli socio-culturali maschili e femminili, può essere considerata il più rilevante risultato conseguito dal movimento internazionale delle donne e ha introdotto nuovi elementi critici nella discussione sui diritti universali, oltre a dare impulso all’attivismo delle organizzazioni internazionali e non governative, modificandone nello stesso tempo l’agenda. In tempi più recenti, tuttavia, il riferimento ai diritti delle donne ha acquisito un peso crescente anche in quella retorica dei diritti umani volta a «giustificare guerre e “aiuti” che implicano dominio». Una simile retorica affonda le proprie radici nell’eredità del colonialismo, ma ha trovato nuova diffusione soprattutto a partire dai primi anni Novanta, quando la guerra del Golfo ha segnato l’inizio di una serie di conflitti fortemente asimmetrici, intrapresi dalle coalizioni dei paesi occidentali in nome della difesa dei diritti fondamentali. Proprio a fronte di una divulgazione del discorso sui diritti delle donne che si è tradotta nella semplificazione riduttiva del problema, o ha addirittura lasciato spazio a ingannevoli mistificazioni, appare viceversa importante ricostruire il percorso di lungo periodo che ha segnato l’affermarsi di una prospettiva di genere nell’attivismo contro le violazioni della dignità umana. È opportuno quindi da un lato ricollocare l’approccio femminista ai diritti fondamentali nel quadro delle dinamiche e degli eventi intervenuti sullo scenario mondiale, dall’altro esaminare le articolazioni sul piano sia della riflessione teorica sia dell’agire politico, progettato e promosso dalle istituzioni ma anche dalle associazioni di donne.  Per quanto riguarda il secondo dopoguerra, la nascita delle Nazioni Unite e l’approvazione della Dichiarazione universale del 1948 hanno aperto senza dubbio una nuova fase, nell’ambito della quale è emersa anche la questione…

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Il rinnovamento del dharma nel buddhismo mahayana
Argomenti / Centro studi religiosi

I libri di Orfeo

Scrittura, sapienza e pratica religiosa nell’orfismo

In una realtà religiosa come quella greca, priva di canone, l’orfismo in quanto stile di vita divenne pervasivo proponendo modelli, ma senza imporsi. In questo modo l’astensione dalle carni o piuttosto la scelta vegetariana lo qualificarono come uno stile in opposizione con il tradizionale regime sacrificale, che culminava nel consumo…

In una realtà religiosa come quella greca, priva di canone, l’orfismo in quanto stile di vita divenne pervasivo proponendo modelli, ma senza imporsi. In questo modo l’astensione dalle carni o piuttosto la scelta vegetariana lo qualificarono come uno stile in opposizione con il tradizionale regime sacrificale, che culminava nel consumo di carne. Nondimeno l’orfismo non fu mai una «religione» e tanto meno una «religione esclusivista» decisa a imporsi sulle altre. Contrariamente alla tradizione esiodea, che ignora forse deliberatamente un’antropogonia, e diversamente da Pindaro, per il quale l’«unica madre» da cui dèi e uomini traggono il respiro è soltanto la lontana matrice per mezzo della quale viene giustificata la grandezza della mente umana (mentre per il…

In una realtà religiosa come quella greca, priva di canone, l’orfismo in quanto stile di vita divenne pervasivo proponendo modelli, ma senza imporsi. In questo modo l’astensione dalle carni o piuttosto la scelta vegetariana lo qualificarono come uno stile in opposizione con il tradizionale regime sacrificale, che culminava nel consumo di carne. Nondimeno l’orfismo non fu mai una «religione» e tanto meno una «religione esclusivista» decisa a imporsi sulle altre. Contrariamente alla tradizione esiodea, che ignora forse deliberatamente un’antropogonia, e diversamente da Pindaro, per il quale l’«unica madre» da cui dèi e uomini traggono il respiro è soltanto la lontana matrice per mezzo della quale viene giustificata la grandezza della mente umana (mentre per il resto il poeta sconsiglia ogni tentativo dell’uomo di trasformarsi in dio), l’orfismo afferma un’origine divina dell’uomo.

Attraverso questa origine «divina», che può permettere un rapporto non mediato con la divinità, l’orfismo ha rappresentato per la civiltà greca l’evasione dal mondano verso l’ultramondano e ha trovato nel dionisismo e nella possessione dionisiaca uno strumento efficace, finendo per sovrapporglisi in epoca postclassica. Sostenuta da una spinta escatologica, in parte anche soteriologica, questa evasione si realizzava per mezzo di purificazioni e di riti iniziatici; attraverso cioè uno schema cultuale analogo alle cerimonie rituali misteriche, su cui soprattutto l’orfismo pare essersi innestato e la cui introduzione era tradizionalmente attribuita a Orfeo. Se l’orfismo non può essere propriamente detto un culto di mistero, interferì con quelli per produrre il suo tipico orientamento, opposto all’ideologia dominante delle città greche, e per dare vita alla sopravvalutazione dell’eschaton che tanto spazio ebbe a partire dall’età alessandrina.

A differenza degli altri culti greci, l’orfismo si appellava a un fondatore, Orfeo, annoverato tra i theologoi, insieme a Omero, Esiodo e Museo, nel quale si fondevano insieme l’immagine dell’eroe e del poeta e nello stesso tempo fu l’unica espressione religiosa dell’antichità greca a fondarsi sul libro o più esattamente sui libri attribuiti a Orfeo, che diventavano una vera e propria forma di concentrazione del sapere in cui si condensavano e fissavano la dottrina e la pratica rituale. Ne scaturiva dunque un’opposizione al regime religioso della città,…

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834

Giovan Battista Ayroli

Convittore
1731-1808

Caterino Cornaro della Regina

Convittore
1624-1669

Federico Manfredini

Convittore
1743-1829
Citazione del giorno

Tutto quello che, grazie alla paleoantropologia, i Neanderthal ci possono dire – su di loro, ma anche su di noi – può essere utile per capire meglio chi siamo e da dove veniamo.

Ritratto del giorno

Paolo Boschetti

Fondatore del Collegio dei Nobili
1578-1627
Dal passato

Il teatro del Collegio

1911-1914
Le Pubblicazioni

Il crocevia del mito

Religione e narrazione nel mondo antico
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2014
Il Patrimonio

Disegno in alzato dell’altare maggiore della Chiesa di San Carlo

Fondazione San Carlo
1705

Filosofia e teatro

Il Simposio da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 8 – 10…

Utopie di ieri, utopie di oggi

Un originale cantiere di idee e di riflessioni. Appare questa la formula più indicata per definire il workshop con le…

Dai social
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Formiggini e la filosofia del ridere

Ieri sera nella Sala Grande del Collegio San Carlo si è tenuta l’undicesima lezione dell’Università Popolare con un ospite d’eccezione,…

Ieri sera nella Sala Grande del Collegio San Carlo si è tenuta l’undicesima lezione dell’Università Popolare con un ospite d’eccezione, il Prof. Angiolino Fortunato Formiggini da Modena. Il celebre scrittore ed editore è stato il protagonista di una lezione sulla “Filosofia del riso” e nell’intera serata ha tenuto avvinto il pubblico con un argomento che interessa ciascuno da vicino: non ha infatti trattato del riso nella letteratura e nelle arti, ma della sua importanza nella vita.

Dopo aver sorvolato rapidamente la questione se il ridere sia esclusiva caratteristica dell’uomo, e dopo avere accennato ad argomenti speciali come al ridere in altri popoli e in altre culture, al ridere nei bambini, alla geografia del ridere, al ridere rispetto al carattere…

Ieri sera nella Sala Grande del Collegio San Carlo si è tenuta l’undicesima lezione dell’Università Popolare con un ospite d’eccezione, il Prof. Angiolino Fortunato Formiggini da Modena. Il celebre scrittore ed editore è stato il protagonista di una lezione sulla “Filosofia del riso” e nell’intera serata ha tenuto avvinto il pubblico con un argomento che interessa ciascuno da vicino: non ha infatti trattato del riso nella letteratura e nelle arti, ma della sua importanza nella vita.

Dopo aver sorvolato rapidamente la questione se il ridere sia esclusiva caratteristica dell’uomo, e dopo avere accennato ad argomenti speciali come al ridere in altri popoli e in altre culture, al ridere nei bambini, alla geografia del ridere, al ridere rispetto al carattere ed al grande tema dell’umorismo, ha posto la domanda essenziale: “che cosa è il riso?”

E non tanto dal punto di vista fisiologico, quanto da quello psicologico. Formiggini ha analizzato il motivo psicologico che ci fa ridere nelle più diverse occasioni, come davanti all’obbiettivo di un cinematografo o di una macchina fotografica, dicendo che una teoria unitaria del ridere oggi non è possibile, come non è possibile una valutazione sintetica del fenomeno. Affermò che si deve essere amici sinceri delle forme più intellettuali e disinteressate del ridere, perché se Mazzini disse che la vita non è felicità, ma dovere, è altresì vero che nessun dovere può precedere quello di amare…

Antioco

Seleuco Callinico Re d'Asia ebbe due figli: un altro Seleuco, poi detto Cerauno, e Antioco, che si conquistò il nome di Grande.

Cerauno era il primogenito. Succeduto al padre, il…