L’età Ottomana delle esplorazioni fu caratterizzata tanto dall’espansione economica e territoriale verso l’esterno quanto da quella culturale e intellettuale interna

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 3

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Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…

Argomenti / Centro culturale

Verso una democrazia partecipativa

Crisi della rappresentanza e nuove forme di autogoverno
Inizialmente concepito come un meccanismo in grado di controllare un popolo del quale, contemporaneamente, si proclamava la sovranità, il governo rappresentativo si è evoluto considerevolmente nel corso della storia moderna. È stato investito e trasformato da numerose lotte sociali e le sue attuali difficoltà obbligano a fare una scelta netta…
Inizialmente concepito come un meccanismo in grado di controllare un popolo del quale, contemporaneamente, si proclamava la sovranità, il governo rappresentativo si è evoluto considerevolmente nel corso della storia moderna. È stato investito e trasformato da numerose lotte sociali e le sue attuali difficoltà obbligano a fare una scelta netta tra opzioni profondamente contraddittorie. La prima sogna di depoliticizzare ancora di più la decisione pubblica a favore di tecnocrati, in nome di un governo di «saggi» (ormai ribattezzati «esperti»). Un’evoluzione, politicamente contestabile, che sarebbe comunque di dubbia efficacia in un mondo incerto nel quale i saperi non possono che essere declinati al plurale. La seconda, apertamente reazionaria, glorifica il ritorno alle tradizioni (definite, per l’occasione,…
Inizialmente concepito come un meccanismo in grado di controllare un popolo del quale, contemporaneamente, si proclamava la sovranità, il governo rappresentativo si è evoluto considerevolmente nel corso della storia moderna. È stato investito e trasformato da numerose lotte sociali e le sue attuali difficoltà obbligano a fare una scelta netta tra opzioni profondamente contraddittorie. La prima sogna di depoliticizzare ancora di più la decisione pubblica a favore di tecnocrati, in nome di un governo di «saggi» (ormai ribattezzati «esperti»). Un’evoluzione, politicamente contestabile, che sarebbe comunque di dubbia efficacia in un mondo incerto nel quale i saperi non possono che essere declinati al plurale. La seconda, apertamente reazionaria, glorifica il ritorno alle tradizioni (definite, per l’occasione, «repubblicane»), deplora la «perdita di valori» e del «senso di autorità», critica la decadenza scatenata dall’uguaglianza e dall’individualismo democratico e cerca di riallacciare i fili con la grandezza passata della Nazione e del suo modello sociale e culturale. Di fronte all’indebolimento del tradizionalismo difeso da questi nuovi conservatori, e consci dei limiti della razionalità tecnica e burocratica, ci sono poi coloro che difendono una terza opzione e puntano, come Max Weber prima di loro, sul crescente ricorso a meccanismi plebiscitari e carismatici. Eppure, viste le esperienze tragiche del secolo passato, e la mediocrità attuale di pseudo-carismi istituzionalizzati, non è forse preferibile fare un’altra scommessa e puntare sulla qualità discorsiva del dibattito pubblico e sul controllo dei governanti da parte dei governati? (…) La riflessione sul tema della rappresentanza condotta a partire dal sorteggio mostra come la composizione sociale del corpo dei rappresentanti meriterebbe di essere diversificata. Delle leggi sulla parità tra uomini e donne potrebbero essere ridiscusse al fine di imporre davvero un’uguale partecipazione dei due sessi alla politica, aspettando un futuro, chissà magari non troppo lontano, nel quale i cambiamenti sociali e culturali renderanno inutili queste disposizioni legislative. D’altro canto, sarebbe urgente aprire la sfera della rappresentanza politica a fette di popolazione (classi popolari,…
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Italiani nel mondo

L’emigrazione nel XXI secolo
Argomenti / Centro studi religiosi

I Veda

La relazione tra maestro e discepolo nelle tradizioni hindu

Da tempi immemorabili la relazione maestro-discepolo costituisce l’asse portante dell’universo religioso indiano, il suo cuore pulsante. Se ne constata la persistenza, pur nelle inevitabili riconfigurazioni d’identità e funzioni, con il mutare delle situazioni storiche e dei contesti ideologici. È davvero impossibile esagerare l’importanza del maestro nelle religioni dell’India. In assenza…

Da tempi immemorabili la relazione maestro-discepolo costituisce l’asse portante dell’universo religioso indiano, il suo cuore pulsante. Se ne constata la persistenza, pur nelle inevitabili riconfigurazioni d’identità e funzioni, con il mutare delle situazioni storiche e dei contesti ideologici. È davvero impossibile esagerare l’importanza del maestro nelle religioni dell’India. In assenza di una autorità ecclesiale centrale, di istituzioni quali la Chiesa in Occidente su cui incardinare il magistero, il maestro è da sempre la guida autorevole, l’imprescindibile punto di riferimento. A un tempo, egli autentica e rinnova quel tesoro sapienziale di cui è viva incarnazione, la più alta testimonianza. All’interno di ognuna delle innumerevoli tradizioni, la necessità del maestro è indiscussa, essendo egli il ricevitore (dal…

Da tempi immemorabili la relazione maestro-discepolo costituisce l’asse portante dell’universo religioso indiano, il suo cuore pulsante. Se ne constata la persistenza, pur nelle inevitabili riconfigurazioni d’identità e funzioni, con il mutare delle situazioni storiche e dei contesti ideologici. È davvero impossibile esagerare l’importanza del maestro nelle religioni dell’India. In assenza di una autorità ecclesiale centrale, di istituzioni quali la Chiesa in Occidente su cui incardinare il magistero, il maestro è da sempre la guida autorevole, l’imprescindibile punto di riferimento. A un tempo, egli autentica e rinnova quel tesoro sapienziale di cui è viva incarnazione, la più alta testimonianza. All’interno di ognuna delle innumerevoli tradizioni, la necessità del maestro è indiscussa, essendo egli il ricevitore (dal proprio maestro) e il trasmettitore (per i discepoli e il successore ch’egli eleggerà) del sapere sacro in una linea di successione idealmente ininterrotta. La relazione maestro-discepolo fonda la comunicazione del sapere fin dall’ingresso nel Nord del subcontinente di popolazioni nomadi indo-arie – a partire dal 1400-1300 a.C. – provenienti dagli attuali Iran orientale, Afghanistan e Pakistan. Gli arya, come vennero ad autodefinirsi (lett. “nobile”: il termine designa in primis l’aristocrazia guerriera), giunsero nell’alta valle dell’Indo attraverso i valichi himalayani. Essi erano suddivisi in clan e la loro economia si basava prevalentemente sull’allevamento e la pastorizia. Ideologicamente, la nobiltà arya ruotava intorno alla pratica del sacrificio rituale (yajna): gli autoctoni a loro contrapposti (i dasa/dasyu, termine che in seguito designerà gli schiavi) sono etichettati spregiativamente quali a-yajvan (“non sacrificanti”), a-karman (“privi d’azione rituale”), a-deva (“senza Dio”, “empi”), a-brahman (“ignari della Parola sacra”). (…)

La composita congerie di materiali denominati Veda (“sapienza”) costituisce il cardine della civiltà e della “religione” degli arya, e anche il più antico documento sopravvissuto di una letteratura orale indoeuropea. Gli arya dovettero presto cancellare ogni memoria di essere penetrati in India provenienti da nord-ovest, in migrazioni successive. Di fatto, nei Veda non se ne fa cenno. La “rivelazione”/”audizione” degli inni vedici – non frutto d’uomo, ma autoestrinsecazione dell’Assoluto (Brahman) – sarebbe stata udita/vista in illo tempore da antichi “vati/veggenti”, i rsi, in virtù di una perfetta “sintonizzazione” contemplativa: questo è il dogma.…

Giuseppe Boccolari

Rettore
1727-1786

Filippo Guicciardi

Convittore
1704-1786

Caterino Cornaro della Regina

Convittore
1624-1669

Carlo Forciroli

Accademico dissonante
1761-1794
Citazione del giorno

L’archeologia rivela che importanti scritture furono inventate, ma anche presto perdute, rivelando l’estrema fragilità di tutto quanto abbiamo sinora costruito.

Ritratto del giorno

Gabardo Gabardi Brocchi

Principe di Scienze e di Belle arti
1845-1915
Dal passato

Mont Saint-Michel, primi del Novecento (lastra FSC)

Le Pubblicazioni

Guerra e pace

Storia e teoria di un'esperienza filosofica e politica
il Mulino - Bologna, 2015
Il Patrimonio

Strumenti musicali e pagina coreografica

Sala dei Cardinali
1715-1716

Filosofia e teatro

Il Sofista da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 30 novembre –…

1984. L’ultimo uomo d’Europa

L’Istituto d’Arte A. Venturi ha partecipato al workshop organizzato dalla Fondazione San Carlo di Modena presentando il cortometraggio 1984. L’ultimo…

Dai social
Dal Passato
Dal Passato

Il conte Poggi torna dalla Spagna

Nella giornata di domani, sabato 4 agosto 1764, è previsto il rientro a Modena del conte Camillo Poggi con tutta…

Nella giornata di domani, sabato 4 agosto 1764, è previsto il rientro a Modena del conte Camillo Poggi con tutta la sua famiglia: lo accoglieranno le autorità cittadine e l’abbraccio della popolazione tutta.

L’avvenimento è particolarmente fausto per la città perché il conte ha sostenuto per anni la carica di inviato del nostro Serenissimo Duca alla Corte di Madrid, distinguendosi nel ruolo non facile di ambasciatore nelle circostanze burrascose che hanno portato all’incoronazione di Sua Maestà re Carlo III di Borbone. Il sovrano è del resto ben noto in Italia per essere stato Re di Napoli e, in questa veste, aver adornato la città del Teatro San Carlo e aver intrapreso l’immensa opera della fabbrica della Reggia, a Caserta. L’ascesa…

Nella giornata di domani, sabato 4 agosto 1764, è previsto il rientro a Modena del conte Camillo Poggi con tutta la sua famiglia: lo accoglieranno le autorità cittadine e l’abbraccio della popolazione tutta.

L’avvenimento è particolarmente fausto per la città perché il conte ha sostenuto per anni la carica di inviato del nostro Serenissimo Duca alla Corte di Madrid, distinguendosi nel ruolo non facile di ambasciatore nelle circostanze burrascose che hanno portato all’incoronazione di Sua Maestà re Carlo III di Borbone. Il sovrano è del resto ben noto in Italia per essere stato Re di Napoli e, in questa veste, aver adornato la città del Teatro San Carlo e aver intrapreso l’immensa opera della fabbrica della Reggia, a Caserta. L’ascesa al trono spagnolo non ha tuttavia segnato i rapporti con gli ambasciatori italiani e ricordiamo oggi ai modenesi che, in occasione delle udienze private di re Carlo III, il nostro conte Poggi fu ricevuto prima del conte Rosenberg, degli inviati genovesi, del danese barone di Bachoff e finanche del conte di Colowrat, polacco ed elettore di Sassonia.

Una carriera luminosa, dunque, che il conte Poggi si accinge a proseguire con la carica di Segretario e Consigliere dello Stato Estense e le cui qualità sono passate al figlio, il nobile conte Alfonso, Gentiluomo di Camera delle Altezze Serenissime dei duchi d’Este.

In una nota giunta stamattina in redazione il rettore del…

Bambini e cittadini

È cominciato il percorso che accompagnerà per tutto l’anno insegnanti e bambini delle scuole dell’infanzia modenesi in una riflessione sul concetto di cittadinanza. È questo il tema del progetto pluriennale…