È dedicata alle…
Orizzonti mediterranei
È dedicata alle…
È dedicata alle forme di globalizzazione in età classica la nuova mostra…
Welfare
Benché da sempre gli Stati si siano occupati di funzioni quali la tutela dei bisogni, il termine stato sociale comincia a diffondersi soltanto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento in Germania. Da allora diverse sono state le definizioni proposte. Fra le più utilizzate, vi è quella di Asa Briggs secondo…
Benché da sempre gli Stati si siano occupati di funzioni quali la tutela dei bisogni, il termine stato sociale comincia a diffondersi soltanto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento in Germania. Da allora diverse sono state le definizioni proposte. Fra le più utilizzate, vi è quella di Asa Briggs secondo cui la caratteristica principale dello stato sociale sarebbe l’impegno a mutare gli esiti del mercato attraverso la realizzazione di un sistema di sicurezza sociale. Tipicamente incluse nella sicurezza sociale sono le politiche assistenziali, quelle previdenziali e quelle sanitarie. Accezioni più estese comprendono le politiche dell’istruzione e dell’abitazione nonché interventi di regolazione delle condizioni di lavoro. Come concreta realizzazione storica, lo stato sociale si sviluppa nelle…
Benché da sempre gli Stati si siano occupati di funzioni quali la tutela dei bisogni, il termine stato sociale comincia a diffondersi soltanto a partire dalla seconda metà dell’Ottocento in Germania. Da allora diverse sono state le definizioni proposte. Fra le più utilizzate, vi è quella di Asa Briggs secondo cui la caratteristica principale dello stato sociale sarebbe l’impegno a mutare gli esiti del mercato attraverso la realizzazione di un sistema di sicurezza sociale. Tipicamente incluse nella sicurezza sociale sono le politiche assistenziali, quelle previdenziali e quelle sanitarie. Accezioni più estese comprendono le politiche dell’istruzione e dell’abitazione nonché interventi di regolazione delle condizioni di lavoro. Come concreta realizzazione storica, lo stato sociale si sviluppa nelle democrazie di massa occidentali a partire dalla fine della seconda guerra mondiale. Differenti sono i modelli seguiti. Vi è il modello socialdemocratico, che ha caratterizzato gli stati sociali scandinavi, dove livelli elevati di tutela sono assicurati all’universalità dei cittadini, ampio spazio è attribuito all’offerta pubblica di servizi e istituti centralizzati di contrattazione collettiva permettono una bassa dispersione nella distribuzione primaria dei redditi. Vi è il modello liberale, seguito in diversi momenti dai paesi anglosassoni, dove i livelli di tutela sono più ridotti e concentrati selettivamente sui più poveri, i trasferimenti monetari sono proferiti rispetto a quelli di servizi e forti ineguaglianze caratterizzano la distribuzione primaria dei redditi. Vi è, altresì, il modello continentale, tipico del centro Europa, dove, pur esistendo una protezione di base per i più poveri, restano predominanti gli schemi mutualistici, tesi al mantenimento nel tempo dei diversi standard di vita. Infine, vi è il modello mediterraneo, con sistema di protezione sociale in larga misura particolaristici, dove, sotto l’influenza della dottrina sociale della chiesa cattolica, l’onere di molte responsabilità di cura resta affidato alla famiglia. Dopo gli anni d’oro, dal secondo dopoguerra alla metà degli anni Settanta, numerose sono le sfide che assillano gli stati sociali. Alcune derivano dall’espansione delle domande di protezione…
L’arte della controriforma
L’estinzione del samsara
Per il buddhismo antico il nirvana è la più alta esperienza spirituale, raggiungibile attraverso un lungo processo di conoscenza e di meditazione, di controllo dei sensi, di illuminazione: è la liberazione dal samsara, l’«estinzione» definitiva di quel flusso di aggregati detto «io». I primi testi lo definiscono come «cessazione», «assenza…
Per il buddhismo antico il nirvana è la più alta esperienza spirituale, raggiungibile attraverso un lungo processo di conoscenza e di meditazione, di controllo dei sensi, di illuminazione: è la liberazione dal samsara, l’«estinzione» definitiva di quel flusso di aggregati detto «io». I primi testi lo definiscono come «cessazione», «assenza della sete di vita», «distacco»: «Caduchi sono i fenomeni, soggetti alle leggi del sorgere e del perire. Per essi l’estinguersi è la felicità» (Mahaparinirvanasutra VI, 10). Espresso soprattutto apofaticamente, increato, inalterabile, senza principio e senza fine, incondizionato, questo stato puro al di là del bene e del male e di ogni fattore che vincoli l’essere alla corrente delle trasmigrazioni, questo assoluto nulla che trascende le…
Per il buddhismo antico il nirvana è la più alta esperienza spirituale, raggiungibile attraverso un lungo processo di conoscenza e di meditazione, di controllo dei sensi, di illuminazione: è la liberazione dal samsara, l’«estinzione» definitiva di quel flusso di aggregati detto «io». I primi testi lo definiscono come «cessazione», «assenza della sete di vita», «distacco»: «Caduchi sono i fenomeni, soggetti alle leggi del sorgere e del perire. Per essi l’estinguersi è la felicità» (Mahaparinirvanasutra VI, 10). Espresso soprattutto apofaticamente, increato, inalterabile, senza principio e senza fine, incondizionato, questo stato puro al di là del bene e del male e di ogni fattore che vincoli l’essere alla corrente delle trasmigrazioni, questo assoluto nulla che trascende le più alte tappe dell’esperienza mistica, è l’ideale cui tendere. L’uomo, «ombra sospinta da un vento impetuoso che instancabilmente ne riunisce e dissocia le diverse componenti» potrà «disperdendo il desiderio, interrompere il corso del fiume dell’esistenza. Comprendendo la fine di tutto ciò che è destinato a perire, potrà riconoscere “ciò che non è stato creato”» (Dhammapada 383). Nel Canone sono rari i passaggi sul nirvana: permane quindi una profonda ambiguità nell’intrecciarsi di due prospettive epistemologiche e soteriologiche. Se il samsara è inteso in termini oggettivi come il mondo transeunte che dà solo dolore, allora il nirvana deve essere qualcosa di diverso. Qui l’antica metafora dell’«altra sponda» diventa comprensibile perché coglie una condizione oggettivamente «altra», raggiunta solo al momento della morte e dell’uscita definitiva dal ciclo delle reincarnazioni: è il «nirvana completo». Il concetto di estinzione è approfondito fino a cogliervi una realtà di gioia «al di là» della vita e della morte. Ma se il samsara è interpretato come la condizione soggettiva di sofferenza della mente ignorante, prigioniera nel buio delle proprie illusioni, allora il passaggio dal samsara al nirvana assume il senso di un radicale cambiamento interiore. In quanto condizione più rarefatta di sapienza, il nirvana non è altro che la condizione della mente illuminata. La distinzione diventa esile: il nirvana è nel samsara, la salvezza non è nella fuga da un mondo di sofferenza, ma nella ricerca tutta interiore verso l’illuminazione in questa vita.
…Lazzaro Mocenigo
Giovan Battista Ayroli
Carlo Forciroli
Federico Manfredini
I filosofi hanno sempre aspirato alla quiete dell’anima. Oggi invece tendono ad una illimitata inquietudine; cosicché l’uomo si riduce completamente al suo ufficio, alla sua occupazione.
Paolo Boschetti
Il teatro del Collegio
I due volti del tempo
Interno verso la controfacciata
Filosofia e teatro
La Repubblica da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7– 9 febbraio…
Osservare l’antico per conoscere il moderno
Il tema del workshop dell’anno 2019 organizzato dalla Fondazione San Carlo con gli studenti delle scuole superiori è l’ambiente. I…
Il Gatto letterario
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici…
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.
L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.
Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo…
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.
L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.
Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo sistema di filosofare dava all’animale una vita superiore, cercando di penetrare nel cervello dell’animale stesso e conoscere lo svolgersi dei suoi pensieri. In questo periodo si ebbero lavori di genio e il gatto ottenne l’onore di ispirare al Baudelaire un vero capolavoro in cui si fondono pensieri profondi e cose gentili.
Il chiarissimo conferenziere alla fine del suo dire raccoglieva vivissimi applausi dal pubblico entusiasmato: il ragioniere del Collegio San Carlo, che come sempre ha ospitato la conferenza nella sua Sala Grande, ha sottolineato in particolare per la conferenza di ieri sera che il professore ha trovato la giusta chiave di comunicazione, unendo l’utilità della formazione alla piacevolezza dell’argomento…
Piccole ragioni
“Perché?” è una di quelle domande che da sempre i più piccoli pongono con insistenza agli adulti che li circondano quando non sono soddisfatti delle loro risposte. Da lì, da…