Nella salita verso il Mont Ventoux, Petrarca sembra vacillare e tergiversare. Quello che conta, quasi per paradosso, sono proprio queste esitazioni: lì è il suo trionfo.

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Evoluzione, non progresso

Il caso della storia naturale dell'uomo

In principio era la scimmia. Anzi, una miriade di scimmie. Poi, intorno a 4 milioni di anni fa, abbiamo la comparsa dei primi Australopithecus. Ci sono peraltro resti fossili antichi quasi il doppio, che potrebbero indicare l’esistenza di ominidi bipedi, forse nostri antenati, che arrivano fino a 7 milioni di…

In principio era la scimmia. Anzi, una miriade di scimmie. Poi, intorno a 4 milioni di anni fa, abbiamo la comparsa dei primi Australopithecus. Ci sono peraltro resti fossili antichi quasi il doppio, che potrebbero indicare l’esistenza di ominidi bipedi, forse nostri antenati, che arrivano fino a 7 milioni di anni fa. In ogni caso, ci troviamo in un’epoca non distante da quella in cui vengono collocate le radici della nostra linea evolutiva in base ai calcoli del cosiddetto «orologio molecolare», attraverso i quali possiamo stimare fra 5 e 6 milioni di anni fa l’epoca della separazione dall’antenato che abbiamo avuto in comune con le scimmie antropomorfe africane. Nei milioni di anni successivi, specie del…

In principio era la scimmia. Anzi, una miriade di scimmie. Poi, intorno a 4 milioni di anni fa, abbiamo la comparsa dei primi Australopithecus. Ci sono peraltro resti fossili antichi quasi il doppio, che potrebbero indicare l’esistenza di ominidi bipedi, forse nostri antenati, che arrivano fino a 7 milioni di anni fa. In ogni caso, ci troviamo in un’epoca non distante da quella in cui vengono collocate le radici della nostra linea evolutiva in base ai calcoli del cosiddetto «orologio molecolare», attraverso i quali possiamo stimare fra 5 e 6 milioni di anni fa l’epoca della separazione dall’antenato che abbiamo avuto in comune con le scimmie antropomorfe africane. Nei milioni di anni successivi, specie del genere Australopithecus e di altre forme affini si adattarono e diversificarono ai limiti delle foreste e nelle savane dell’America orientale e meridionale. Erano simili a degli scimpanzé, ma avevano insolite caratteristiche dentarie (come la riduzione dei denti canini) e, soprattutto, erano bipedi: fra i vari adattamenti, questo di certo è stato determinante per i successivi sviluppi dell’evoluzione umana. Solo in seguito inizierà quel progressivo sviluppo della scatola cranica e del cervello che si è accompagnato ai progressi tecnologici degli uomini del Paleolitico e allo sviluppo delle proprietà intellettive, comportamentali e culturali che sono proprie degli esseri umani. Con la comparsa di creature che possiamo definire umane – Homo quindi, anche se non ancora Homo sapiens – abbiamo i protagonisti della prima grande diffusione geografica dell’evoluzione umana. Intorno a 1 milione e mezzo di anni fa, incontriamo anche fuori dall’originaria culla africana uomini dal cervello relativamente piccolo ma dalle gambe buone, con in mano manufatti ancora primordiali. Li incontriamo quando si sono ormai già disseminati in gran parte dell’Africa, nel Vicino e nel Medio Oriente, fino a raggiungere i lembi più orientali del continente asiatico e poi a disperdersi verso le latitudini più settentrionali di buona parte dell’Europa. A seguito di una diffusione geografica tanto vasta…

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Argomenti / Centro studi religiosi

Sutra del Loto

Il rinnovamento del dharma nel buddhismo mahayana

La conferenza prenderà in esame il Sutra del Loto (Saddharmapundarika-sutra), uno dei testi più significativi del buddhismo Mahayana. Con il termine sanscrito Mahayana (grande veicolo) si intende un insieme di insegnamenti e di scuole buddhiste che proclamano la superiorità spirituale della via del bodhisattva rispetto a quella dell’arhat prevista dal…

La conferenza prenderà in esame il Sutra del Loto (Saddharmapundarika-sutra), uno dei testi più significativi del buddhismo Mahayana. Con il termine sanscrito Mahayana (grande veicolo) si intende un insieme di insegnamenti e di scuole buddhiste che proclamano la superiorità spirituale della via del bodhisattva rispetto a quella dell’arhat prevista dal buddhismo originario (Hinayana, piccolo veicolo). Mentre l’arhat è un individuo che sceglie la vita monacale e che si dedica innanzitutto alla salvezza personale, il bodhisattva può anche essere un laico e fa voto di operare per la salvezza di tutti gli esseri.

Attualmente tutte le scuole buddhiste esistenti, eccetto la scuola Theravada («Scuola degli anziani», presente nello Sri Lanka e nel Sud asiatico), sono di…

La conferenza prenderà in esame il Sutra del Loto (Saddharmapundarika-sutra), uno dei testi più significativi del buddhismo Mahayana. Con il termine sanscrito Mahayana (grande veicolo) si intende un insieme di insegnamenti e di scuole buddhiste che proclamano la superiorità spirituale della via del bodhisattva rispetto a quella dell’arhat prevista dal buddhismo originario (Hinayana, piccolo veicolo). Mentre l’arhat è un individuo che sceglie la vita monacale e che si dedica innanzitutto alla salvezza personale, il bodhisattva può anche essere un laico e fa voto di operare per la salvezza di tutti gli esseri.

Attualmente tutte le scuole buddhiste esistenti, eccetto la scuola Theravada («Scuola degli anziani», presente nello Sri Lanka e nel Sud asiatico), sono di derivazione Mahayana. Le opere più antiche appartenenti al corpus mahayana, oggi raccolto nel Canone cinese e nel Canone tibetano, compaiono tra il I sec. a.C. e il I sec. d.C. e ribadiscono tre insegnamenti fondamentali: la perfezione (paramita) più elevata è la prajna (saggezza o conoscenza profonda); il contenuto della prajna è la vacuità (sunyata); l’ideale del saggio che realizza la saggezza profonda è il bodhisattva.

Composto tra il I e il II secolo d.C., il Sutra del Loto fu tradotto in più lingue e si diffuse in tutta l’Asia centrale e nell’Estremo Oriente. In questo sutra il Buddha Sakyamuni presenta il Buddha ekayana (il veicolo unico del Buddha) in cui verrebbero condensate tutte le altre «vie» buddhiste, compresa quella Hinayana. La dottrina è enunciata a partire dall’esposizione dell’idea di Tathata ovvero della «Realtà per come essa è». Inoltre, nel Sutra del Loto il Buddha Sakyamuni afferma di essere il Buddha eterno, cioè di non essere mai entrato nel pari nirvana (estinzione definitiva) e di aver conseguito la bodhi da tempo immemorabile. Pertanto, qui la figura del Buddha storico comincia ad avere connotati quasi divini (eternità e onniscienza).

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834

Giovanni Ottavio Bufalini

Principe di Belle Lettere
1709-1782

Giuseppe Boccolari

Rettore
1727-1786

Paolo Boschetti

Fondatore del Collegio dei Nobili
1585-1627
Citazione del giorno

«Stranieri, chi siete? Da dove venite, viaggiando sul mare?». In questa domanda che Polifemo rivolge a Ulisse e ai suoi compagni risiede l’autentico significato dell’Odissea.

Ritratto del giorno

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1845-1915
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Il crocevia del mito

Religione e narrazione nel mondo antico
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2014
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Madonna col bambino e i santi Antonio da Padova, Francesco di Sales e Vincenzo martire

Chiesa di San Carlo
1680 (ante)

Filosofia e teatro

Le Operette morali da Giacomo Leopardi, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7…

1984. L’ultimo uomo d’Europa

L’Istituto d’Arte A. Venturi ha partecipato al workshop organizzato dalla Fondazione San Carlo di Modena presentando il cortometraggio 1984. L’ultimo…

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Formiggini e la filosofia del ridere

Ieri sera nella Sala Grande del Collegio San Carlo si è tenuta l’undicesima lezione dell’Università Popolare con un ospite d’eccezione,…

Ieri sera nella Sala Grande del Collegio San Carlo si è tenuta l’undicesima lezione dell’Università Popolare con un ospite d’eccezione, il Prof. Angiolino Fortunato Formiggini da Modena. Il celebre scrittore ed editore è stato il protagonista di una lezione sulla “Filosofia del riso” e nell’intera serata ha tenuto avvinto il pubblico con un argomento che interessa ciascuno da vicino: non ha infatti trattato del riso nella letteratura e nelle arti, ma della sua importanza nella vita.

Dopo aver sorvolato rapidamente la questione se il ridere sia esclusiva caratteristica dell’uomo, e dopo avere accennato ad argomenti speciali come al ridere in altri popoli e in altre culture, al ridere nei bambini, alla geografia del ridere, al ridere rispetto al carattere…

Ieri sera nella Sala Grande del Collegio San Carlo si è tenuta l’undicesima lezione dell’Università Popolare con un ospite d’eccezione, il Prof. Angiolino Fortunato Formiggini da Modena. Il celebre scrittore ed editore è stato il protagonista di una lezione sulla “Filosofia del riso” e nell’intera serata ha tenuto avvinto il pubblico con un argomento che interessa ciascuno da vicino: non ha infatti trattato del riso nella letteratura e nelle arti, ma della sua importanza nella vita.

Dopo aver sorvolato rapidamente la questione se il ridere sia esclusiva caratteristica dell’uomo, e dopo avere accennato ad argomenti speciali come al ridere in altri popoli e in altre culture, al ridere nei bambini, alla geografia del ridere, al ridere rispetto al carattere ed al grande tema dell’umorismo, ha posto la domanda essenziale: “che cosa è il riso?”

E non tanto dal punto di vista fisiologico, quanto da quello psicologico. Formiggini ha analizzato il motivo psicologico che ci fa ridere nelle più diverse occasioni, come davanti all’obbiettivo di un cinematografo o di una macchina fotografica, dicendo che una teoria unitaria del ridere oggi non è possibile, come non è possibile una valutazione sintetica del fenomeno. Affermò che si deve essere amici sinceri delle forme più intellettuali e disinteressate del ridere, perché se Mazzini disse che la vita non è felicità, ma dovere, è altresì vero che nessun dovere può precedere quello di amare…

Antioco

Seleuco Callinico Re d'Asia ebbe due figli: un altro Seleuco, poi detto Cerauno, e Antioco, che si conquistò il nome di Grande.

Cerauno era il primogenito. Succeduto al padre, il…