L’utopia è la possibilità che gli esseri umani hanno di prendere le distanze dal presente, di porre uno scarto tra loro e il momento storico in cui vivono, ossia di essere inattuali.

Laboratorio duemilaventisei

Il mio passaggio segreto – 2

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““fino alle camerata partendo dai corridoi, è illuminato da candele è pieno…

Argomenti / Centro culturale

L’orrore

Antropologia della violenza contemporanea

Non è senza problemi che l’orrore può essere inscritto nella costellazione terminologica della paura. Qualcosa di spaventoso c’è ma, più che la paura, riguarda la ripugnanza. Lo testimonia la figura che costituisce l’incarnazione dell’orrore nella mitologia greca, ossia Medusa, l’unica sorella mortale fra le Gorgoni. Strategicamente dislocata dal mito al…

Non è senza problemi che l’orrore può essere inscritto nella costellazione terminologica della paura. Qualcosa di spaventoso c’è ma, più che la paura, riguarda la ripugnanza. Lo testimonia la figura che costituisce l’incarnazione dell’orrore nella mitologia greca, ossia Medusa, l’unica sorella mortale fra le Gorgoni. Strategicamente dislocata dal mito al di là dell’Oceano, nello spazio dell’estraneo e dell’altrove, ben più ripugnante di ogni altro mostro, con i suoi capelli irti e serpentini, essa agghiaccia e paralizza. Secondo la leggenda di Perseo – egli, sì, eroe di una grecità autoctona – sua arma micidiale è lo sguardo: indice di un’affinità fra orrore e visione o, se si vuole, fra una scena inguardabile e la ripugnanza che…

Non è senza problemi che l’orrore può essere inscritto nella costellazione terminologica della paura. Qualcosa di spaventoso c’è ma, più che la paura, riguarda la ripugnanza. Lo testimonia la figura che costituisce l’incarnazione dell’orrore nella mitologia greca, ossia Medusa, l’unica sorella mortale fra le Gorgoni. Strategicamente dislocata dal mito al di là dell’Oceano, nello spazio dell’estraneo e dell’altrove, ben più ripugnante di ogni altro mostro, con i suoi capelli irti e serpentini, essa agghiaccia e paralizza. Secondo la leggenda di Perseo – egli, sì, eroe di una grecità autoctona – sua arma micidiale è lo sguardo: indice di un’affinità fra orrore e visione o, se si vuole, fra una scena inguardabile e la ripugnanza che essa suscita. La morte violenta fa parte del quadro ma non ne sta al centro. Non è questione di scampare alla morte. Al contrario di quanto avviene per il terrore, nel caso dell’orrore non ci sono movimenti istintivi di fuga per sopravvivere né, tanto meno, il travolgimento contagioso del panico. Anzi, il movimento qui si blocca nella totale paralisi e riguarda ciascuno ad uno ad uno. Preso da ribrezzo di fronte a una forma di violenza che appare più irricevibile della morte, il corpo reagisce inchiodandosi e rizzando i peli. Medusa è una testa mozzata. Ripugna, innanzitutto, al corpo il suo smembramento, la violenza che lo disfa e lo sfigura. L’essere umano, in quanto essere incarnato, è qui offeso nella dignità ontologica del suo esser corpo e, più precisamente, corpo singolare. Benché lo trasformi in cadavere, la morte non ne offende la dignità o, per lo meno, non lo fa finché al corpo morto è conservata la sua unità figurale, quella sembianza umana già spenta e tuttavia ancora visibile, guardabile per qualche tempo prima del rogo o della sepoltura. Incoraggiati dai giochi speculari che appartengono alla leggenda di Perseo, spesso si ipotizza che Medusa rappresenti l’inguardabilità della propria morte. Oltre a essere vera sul piano…

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Martin Lutero

I fondamenti teologici della Riforma
Argomenti / Centro studi religiosi

Ren

Benevolenza e amore per gli esseri umani nel confucianesimo

Rileggere i Dialoghi di Confucio significa misurarsi con le dense parole che quel testo ci consegna, parole che non hanno esatti equivalenti nella nostra lingua, e che tuttavia non sono incomprensibili enigmi. La parola chiave dei Dialoghi è ren, il vocabolo che vi ha il maggior numero di occorrenze. È…

Rileggere i Dialoghi di Confucio significa misurarsi con le dense parole che quel testo ci consegna, parole che non hanno esatti equivalenti nella nostra lingua, e che tuttavia non sono incomprensibili enigmi. La parola chiave dei Dialoghi è ren, il vocabolo che vi ha il maggior numero di occorrenze. È l’ambito fondamentale a cui il discorso di Confucio costantemente si riconduce. Se ne sono proposte traduzioni svariate, quali “benevolenza”, “bontà”, “altruismo”, “amore”, e tuttavia qualsiasi resa, benché utile ad accostarvisi, non risulta pienamente soddisfacente. Essa viene così esplicitata dal Maestro: «Fan Chi domandò che cosa fosse ren. Il Maestro rispose: “Amare gli esseri umani”» (Dialoghi di Confucio 12.22). Ren si può rendere come il “senso…

Rileggere i Dialoghi di Confucio significa misurarsi con le dense parole che quel testo ci consegna, parole che non hanno esatti equivalenti nella nostra lingua, e che tuttavia non sono incomprensibili enigmi. La parola chiave dei Dialoghi è ren, il vocabolo che vi ha il maggior numero di occorrenze. È l’ambito fondamentale a cui il discorso di Confucio costantemente si riconduce. Se ne sono proposte traduzioni svariate, quali “benevolenza”, “bontà”, “altruismo”, “amore”, e tuttavia qualsiasi resa, benché utile ad accostarvisi, non risulta pienamente soddisfacente. Essa viene così esplicitata dal Maestro: «Fan Chi domandò che cosa fosse ren. Il Maestro rispose: “Amare gli esseri umani”» (Dialoghi di Confucio 12.22). Ren si può rendere come il “senso dell’umanità”: un atteggiamento di mansuetudine e di benevolenza verso gli altri. Indubbiamente esso ci ricorda gli atteggiamenti verso il prossimo prescritti da altre grandi tradizioni, e tuttavia ha delle specifiche connotazioni sulle quali converrà brevemente soffermarsi. Ren configura un campo semantico vasto e articolato, la cui densità di implicazioni non può essere evocata senza richiamare il carattere che lo rappresenta nella sua suggestiva efficacia: esso affianca al pittogramma che raffigura l’uomo (ren) e che ne è omofono, l’ideogramma che simboleggia il due. Ren designa dunque “quanto è propriamente umano” nel suo concretarsi nell’ambito delle relazioni con gli altri: è il peculiare atteggiamento fondato sulla reciprocità cui si devono informare i rapporti con i propri simili e che trasforma i vincoli familiari e sociali in rapporti etici. Ren è universale e, al contempo, articolato e differenziato. Configura un orizzonte che tutti include, prescrivendo la mansuetudine verso tutti – «Ciò che non vuoi sia fatto a te, non farlo agli altri» (15.23) – ma tale universalità non si traduce in una generica uniformità, bensì si inscrive nella specificità di ruoli determinati. «Amare gli esseri umani» dischiude nell’insegnamento di Confucio una dimensione globale, di sollecitudine per tutti, e insieme comporta molteplici e circostanziate sfaccettature: «Che il sovrano si comporti da sovrano, il suddito da suddito, il padre da padre, il figlio da figlio» (12.11). Il “debito amore”, dunque, è un atteggiamento che sottende ogni condotta, ma si esprime…

Carlo Forciroli

Accademico dissonante
1761-1794

Giuseppe Campori

Principe di Scienze e Arti
1821-1887

Alfonso Varano

Principe di Belle Lettere
1705-1788

Giovan Battista Ayroli

Convittore
1731-1808
Citazione del giorno

Il buon senso è a questo mondo la cosa meglio distribuita. Ognuno pensa di esserne così ben provvisto che di solito anche i più incontentabili non ne desiderano di più.

Ritratto del giorno

Giovanni Biondi

Rettore del Collegio San Carlo
?- 1847
Dal passato

Laboratorio di biologia del Collegio San Carlo (lastra FSC)

Le Pubblicazioni

Filosofia dei misteri cristiani

Ragione e rivelazione in Meister Eckhart
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2013
Il Patrimonio

Estasi di San Filippo Neri con i santi Girolamo, Gregorio Magno e Dionigi Aeropagita

Chiesa di San Carlo
1765

Filosofia e teatro

Le Operette morali da Giacomo Leopardi, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7…

Quando filosofia ed ecologia si incontrano

L’ambiente e la sua attualità: questo il tema portante del workshop 2019 organizzato dalla Fondazione San Carlo rivolto alle scuole…

Dai social
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Una lezione sulla Luna

Dal Collegio San Carlo - Come d'abitudine pubblichiamo un breve resoconto relativo alle lezioni dell'Università Popolare a firma del segretario…

Dal Collegio San Carlo - Come d'abitudine pubblichiamo un breve resoconto relativo alle lezioni dell'Università Popolare a firma del segretario del Collegio stesso, il ragionier Pietro Costa Giani.

Ieri sera il professor Raffaello Stiattesi tenne la 6° lezione del primo ciclo dell’Università Popolare, intrattenendo il foltissimo pubblico con una dotta conferenza sulla Luna.

Il professore, veramente dotto nelle scienze cosmografiche, ricordò tutte le ipotesi e le cognizioni certe intorno al satellite del nostro pianeta. Ma nello stesso tempo, sconfinando dai limiti che si era proposto, trattò dei tanti problemi che hanno con l’esistenza della luna punti di contatto: dimentico quasi del suo stato di religioso, spaziando nei campi del vero e della scienza, tenne durante tutto il corso della…

Dal Collegio San Carlo - Come d'abitudine pubblichiamo un breve resoconto relativo alle lezioni dell'Università Popolare a firma del segretario del Collegio stesso, il ragionier Pietro Costa Giani.

Ieri sera il professor Raffaello Stiattesi tenne la 6° lezione del primo ciclo dell’Università Popolare, intrattenendo il foltissimo pubblico con una dotta conferenza sulla Luna.

Il professore, veramente dotto nelle scienze cosmografiche, ricordò tutte le ipotesi e le cognizioni certe intorno al satellite del nostro pianeta. Ma nello stesso tempo, sconfinando dai limiti che si era proposto, trattò dei tanti problemi che hanno con l’esistenza della luna punti di contatto: dimentico quasi del suo stato di religioso, spaziando nei campi del vero e della scienza, tenne durante tutto il corso della conferenza incatenata l’attenzione dell’uditorio riunitosi, come sempre, nella Sala Grande del Collegio San Carlo.

Piacquero molto le bellissime proiezioni fatte ad illustrazione della conferenza.

Nella foto: particolare di una stampa con la superficie della Luna, dal patrimonio del Collegio.

La seconda edizione degli Stati Generali della filosofia con i bambini

Nelle giornate di ieri e di oggi la Fondazione San Carlo di Modena, in collaborazione con Ludosofici – un’associazione di filosofi che progetta attività didattiche a partire dagli strumenti della…