Abbiamo chiesto ai…
Intuizioni sul futuro – 1
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Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…
Stampa e potere
L’eterno ritorno. O, piuttosto, l’oscillazione del pendolo. La storia della comunicazione politica (e non esclusivamente) ondeggia e dondola tra la definizione del significato e dell’ampiezza dell’opinione pubblica (con gli omaggi, più o meno formali, alla sua centralità…) e l’elaborazione di metodi e strumenti per orientarla, condizionarla e manipolarla. La sua…
L’eterno ritorno. O, piuttosto, l’oscillazione del pendolo. La storia della comunicazione politica (e non esclusivamente) ondeggia e dondola tra la definizione del significato e dell’ampiezza dell’opinione pubblica (con gli omaggi, più o meno formali, alla sua centralità…) e l’elaborazione di metodi e strumenti per orientarla, condizionarla e manipolarla. La sua determinazione e delineazione costituisce difatti uno dei nodi problematici – e anche di maggiore densità teoretica – della filosofia politica, la quale cominciò tra Seicento e Settecento a porsi i temi di una nuova “fonte” inedita (e imprevista) della sovranità e della rispondenza/corrispondenza del potere alle sue istanze, attese e aspettative. L’opinione pubblica nasce in buona sostanza con il concetto moderno di un regime politico…
L’eterno ritorno. O, piuttosto, l’oscillazione del pendolo. La storia della comunicazione politica (e non esclusivamente) ondeggia e dondola tra la definizione del significato e dell’ampiezza dell’opinione pubblica (con gli omaggi, più o meno formali, alla sua centralità…) e l’elaborazione di metodi e strumenti per orientarla, condizionarla e manipolarla. La sua determinazione e delineazione costituisce difatti uno dei nodi problematici – e anche di maggiore densità teoretica – della filosofia politica, la quale cominciò tra Seicento e Settecento a porsi i temi di una nuova “fonte” inedita (e imprevista) della sovranità e della rispondenza/corrispondenza del potere alle sue istanze, attese e aspettative. L’opinione pubblica nasce in buona sostanza con il concetto moderno di un regime politico democratico e rappresentativo, che il filosofo inglese John Locke definiva come “governo dell’opinione”, sviluppo e prosecuzione del “governo di leggi”, che ha identificato una delle idee-forza del liberalismo.
Nella stampa degli albori, impegnata in svariate e furibonde battaglie per l’affermazione della libertà di espressione, e nell’universo culturale di lingua inglese del XVIII secolo, aveva preso a circolare con frequenza l’espressione di public spirit, manifestazione ed espressione della società civile che si riuniva nei cenacoli, nei circoli, nei caffè, nei teatri e, naturalmente, nei salotti delle dimore private; altrettanti spazi “pubblici” per il dibattito, la discussione e il consolidamento delle ragioni della borghesia, ceto economico (industriale, commerciale, finanziario e degli affari in senso generale) che rivendicava anche sempre di più forme di protagonismo politico. Proprio da questo contesto trasse origine quello che viene considerato il primo quotidiano della storia, il «Daily Courant», il quale nacque nel marzo del 1702 e continuò a uscire fino al 1735, all’insegna di ciò che rimarrà il principio ispiratore di fondo del giornalismo anglosassone: i fatti distinti e separati dalle opinioni; pertanto, il giornale riportava prevalentemente notizie senza commenti all’insegna del motto credibility and fairness. Mentre il primo marzo del 1711 due conosciuti uomini politici e di lettere, Richard Steele…
Pace
La riforma ecclesiastica del secolo XI e i suoi esiti
A partire dalla metà del secolo XI, la robusta tradizione del «primato d’onore» (occidentale) del vescovo di Roma si trasforma in superiorità dottrinale e giuridica su tutta la cristianità, anche se di fatto essa si eserciterà in prevalenza sulle aree di cristianizzazione più o meno recente coincidenti con l’ambito geografico…
A partire dalla metà del secolo XI, la robusta tradizione del «primato d’onore» (occidentale) del vescovo di Roma si trasforma in superiorità dottrinale e giuridica su tutta la cristianità, anche se di fatto essa si eserciterà in prevalenza sulle aree di cristianizzazione più o meno recente coincidenti con l’ambito geografico che oggi usiamo denominare Europa occidentale. In primo luogo, la Chiesa occidentale produce strutture territoriali di identica ispirazione e di omologa realizzazione: regioni metropolitane o arcidiocesi, diocesi, pievi, parrocchie. Il cristianesimo definisce un’organizzazione secondo suddivisioni spaziali, alle quali corrispondono specifiche competenze sacramentali e disciplinari. Fattori di complicazione non mancano, per esempio, per la consistente presenza così di monasteri e canoniche regolari «esenti» – cioè non sottoposti…
A partire dalla metà del secolo XI, la robusta tradizione del «primato d’onore» (occidentale) del vescovo di Roma si trasforma in superiorità dottrinale e giuridica su tutta la cristianità, anche se di fatto essa si eserciterà in prevalenza sulle aree di cristianizzazione più o meno recente coincidenti con l’ambito geografico che oggi usiamo denominare Europa occidentale. In primo luogo, la Chiesa occidentale produce strutture territoriali di identica ispirazione e di omologa realizzazione: regioni metropolitane o arcidiocesi, diocesi, pievi, parrocchie. Il cristianesimo definisce un’organizzazione secondo suddivisioni spaziali, alle quali corrispondono specifiche competenze sacramentali e disciplinari. Fattori di complicazione non mancano, per esempio, per la consistente presenza così di monasteri e canoniche regolari «esenti» – cioè non sottoposti al potere dei vescovi – come di chiese variamente collegate a poteri autonomi. Ma la Chiesa occidentale è eminentemente una chiesa sacerdotale, vale a dire episcopale poiché i vescovi sono considerati in possesso della pienezza del sacerdozio. Su tale fondamento si inseriscono i processi di esaltazione del papato romano, identificato come vertice di un ordinamento ecclesiologico ed ecclesiastico, definibile come monarchia pontificia. Ma si badi: al vescovo di Roma verrà riconosciuto un diritto universale di intervento, una «pienezza di poteri» che non sarà limitata al corpo della Chiesa, ma si estenderà, in modo giudicato legittimo, a ogni e qualsiasi aspetto dell’esistenza e della convivenza degli uomini e delle donne, in quanto membri «battezzati» della christianitas. La monarchia pontificia si farà ierocrazia – ideologia del potere esercitato da una casta sacerdotale – inducendo fenomeni di aspra concorrenza da parte dei detentori «laici» del potere pubblico: concorrenza conflittuale che, in particolare, logorerà papato e impero nel corso di una lotta secolare tra loro, senza che o l’uno o l’altro riesca a prevalere in modo definitivo e totale. Monarchia pontificia significa ancora costruzione di una «curia» fatta di organismi centrali e di una «burocrazia» in grado di intervenire con efficacia in ogni parte della christianitas e, nel contempo, sviluppo di un pensiero giuridico e di un’attività normativa – riassumibili nell’espressione «diritto canonico» – capaci di dare fondamento di legittimità al potere pontificio e di far funzionare in modo…
Lazzaro Mocenigo
Giuseppe Boccolari
Alfonso Varano
Giancarlo Dinegro
Nella cultura azteca Quetzalcoatl è soprattutto un dio creatore perché ha creato gli uomini, ha dato loro il mais e partecipa alla creazione delle “anime” di tutte le persone.
Gabardo Gabardi Brocchi
Mont Saint-Michel, primi del Novecento (lastra FSC)
I due volti del tempo
Sala dei Cardinali
Filosofia e teatro
La guerra del Peloponneso da Tucidide, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 10…
Osservare l’antico per conoscere il moderno
Il tema del workshop dell’anno 2019 organizzato dalla Fondazione San Carlo con gli studenti delle scuole superiori è l’ambiente. I…
Il Gatto letterario
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici…
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.
L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.
Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo…
Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.
L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.
Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo sistema di filosofare dava all’animale una vita superiore, cercando di penetrare nel cervello dell’animale stesso e conoscere lo svolgersi dei suoi pensieri. In questo periodo si ebbero lavori di genio e il gatto ottenne l’onore di ispirare al Baudelaire un vero capolavoro in cui si fondono pensieri profondi e cose gentili.
Il chiarissimo conferenziere alla fine del suo dire raccoglieva vivissimi applausi dal pubblico entusiasmato: il ragioniere del Collegio San Carlo, che come sempre ha ospitato la conferenza nella sua Sala Grande, ha sottolineato in particolare per la conferenza di ieri sera che il professore ha trovato la giusta chiave di comunicazione, unendo l’utilità della formazione alla piacevolezza dell’argomento…
Piccole ragioni
“Perché?” è una di quelle domande che da sempre i più piccoli pongono con insistenza agli adulti che li circondano quando non sono soddisfatti delle loro risposte. Da lì, da…