Una interpretazione ampia e convincente dei diritti economici può favorire la riduzione dell’ingiustizia sociale nel mondo globalizzato di oggi.

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 2

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Argomenti / Centro culturale

Grand Tour

Gli artisti tedeschi e l’Italia nell’età di Goethe

Già prima di Winckelmann l’Italia era stata la meta del Grand Tour dei tedeschi e molti nobili e artisti avevano visitato soprattutto Roma in cerca di ispirazioni architettoniche. Troppo forte era il richiamo che già alla metà del Settecento veniva amplificato dalle esperienze degli artisti francesi e inglesi. Già nella…

Già prima di Winckelmann l’Italia era stata la meta del Grand Tour dei tedeschi e molti nobili e artisti avevano visitato soprattutto Roma in cerca di ispirazioni architettoniche. Troppo forte era il richiamo che già alla metà del Settecento veniva amplificato dalle esperienze degli artisti francesi e inglesi. Già nella prima metà del secolo, Roma era stata la meta di architetti come Georg Wenceslaus Freiherr von Knobelsdorff (1736-37), Simon Louis Du Ry (1753-56) e Karl Philipp Christian von Gontard (1749), mentre negli anni in cui è presente Winckelmann giungono anche Erdmannsdorff (1766) e Langhans (1768-69). Si tratta dei futuri protagonisti del classicismo tedesco. Ma l’anno che segna una svolta epocale nella storia del Grand Tour…

Già prima di Winckelmann l’Italia era stata la meta del Grand Tour dei tedeschi e molti nobili e artisti avevano visitato soprattutto Roma in cerca di ispirazioni architettoniche. Troppo forte era il richiamo che già alla metà del Settecento veniva amplificato dalle esperienze degli artisti francesi e inglesi. Già nella prima metà del secolo, Roma era stata la meta di architetti come Georg Wenceslaus Freiherr von Knobelsdorff (1736-37), Simon Louis Du Ry (1753-56) e Karl Philipp Christian von Gontard (1749), mentre negli anni in cui è presente Winckelmann giungono anche Erdmannsdorff (1766) e Langhans (1768-69). Si tratta dei futuri protagonisti del classicismo tedesco. Ma l’anno che segna una svolta epocale nella storia del Grand Tour è il 1755, quando Winckelmann – dopo una dolorosa conversione al cattolicesimo – il 18 novembre giunge a Roma e, nel giro di pochi anni, dalla capitale papale irradia in tutta Europa la sua dottrina dell’arte e della storia. Con Winckelmann comincia a costituirsi il nucleo di quella che nel giro di pochi anni si rappresenterà come la colonia romana degli artisti tedeschi. (…) Per la storia del mito italiano dei tedeschi è però più importante il lavoro di un suo allievo, Johann Hermann von Riedesel (1740-1785), il cui tempestivo Viaggio attraverso la Sicilia e la Magna Grecia (1771), pubblicato sotto gli auspici del maestro, accompagna molti degli scrittori e degli artisti che attraverso il Sud dell’Italia intendono farsi un’idea dell’arte greca. Non altri che Goethe – ancora nel 1786 – considererà la guida di Riedesel la sua maggiore fonte di ispirazione e il suo “mentore” spirituale sul suolo classico, insieme alle Notizie storico-critiche dell’Italia (1777-78) di Johann Jacob Volkmann (1732-1803).

La presenza di Goethe in Italia, e in particolare il suo soggiorno siciliano, costituiscono una vera svolta nella cultura tedesca e il fondamento di gran parte dell’esperienza neoclassica. Per quanto la Italienische Reise sia stata pubblicata solo trent’anni più tardi e sia stata intesa…

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Dall’età moderna allo spazio globale
Argomenti / Centro studi religiosi

Per una cura del mondo

Salvezza ed escatologia nella «Laudato si'»

A un primo e immediato sguardo, la prospettiva di papa Bergoglio sembrerebbe porsi all’incrocio di due approcci; quello francescano che è certo più marcato ed evidente, ma anche quello gesuitico-teilhardiano (cfr. n. 53 della Laudato si’). L’approccio francescano – ed è volutamente esplicito ed immediato, fin dal titolo, il riferimento…

A un primo e immediato sguardo, la prospettiva di papa Bergoglio sembrerebbe porsi all’incrocio di due approcci; quello francescano che è certo più marcato ed evidente, ma anche quello gesuitico-teilhardiano (cfr. n. 53 della Laudato si’). L’approccio francescano – ed è volutamente esplicito ed immediato, fin dal titolo, il riferimento al Cantico di Frate Sole – si concentra su un san Francesco visto come colui in cui «si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore» (n. 10). San Francesco si pone con un afflato umanistico (cioè di fraternità e sororità) nei confronti della natura, guardando alla sua origine,…

A un primo e immediato sguardo, la prospettiva di papa Bergoglio sembrerebbe porsi all’incrocio di due approcci; quello francescano che è certo più marcato ed evidente, ma anche quello gesuitico-teilhardiano (cfr. n. 53 della Laudato si’). L’approccio francescano – ed è volutamente esplicito ed immediato, fin dal titolo, il riferimento al Cantico di Frate Sole – si concentra su un san Francesco visto come colui in cui «si riscontra fino a che punto sono inseparabili la preoccupazione per la natura, la giustizia verso i poveri, l’impegno nella società e la pace interiore» (n. 10). San Francesco si pone con un afflato umanistico (cioè di fraternità e sororità) nei confronti della natura, guardando alla sua origine, cioè alla Creazione: «E tutte le creature appellava fratelli e sorelle, dicendo che tutti abbiamo un cominciamento da un medesimo Creatore e Padre» (san Bonaventura, Vita Beati Francisci). È, dunque, vedendo tutta la realtà naturale nell’ordine della creazione – secondo un respiro biblico – che san Francesco sente palpitare in essa il cuore divino. Non si tratta, ovviamente, di panteismo: bensì di una relazione soggettivamente panenteista, che cioè crede nella trascendenza di Dio, ma lo sente anche presente e latente in tutta la Creazione (sfuggendo così a laceranti forme di dualismo, tendenti a svalutare materia, corporeità e physis quasi fossero in sé negative e peccaminose, come nelle eresie di tipo manicheo e negli approcci gnostici e, oggi, neognostici). Non è tanto, si badi, un’antropomorfizzazione della natura, quanto un riflettersi, in san Francesco, del Cristo Buon Pastore universale e perciò una vera evangelizzazione in Cristo, quasi in un battesimo cristo-cosmico, che renda ogni esistenza naturaliter cristiana. (…) L’approccio teilhardiano ha una modulazione diversa: guarda più alla fine che all’origine; è più nell’ordine escatologico della Salvezza che in quello della creazione. Già soltanto sul piano naturale Teilhard de Chardin si impone con una visione lunga «trasportandoci con l’immaginazione, non già questa volta un milione d’anni indietro, ma un milione d’anni in avanti, attraverso il divenire cosmico» (Il fenomeno cristiano). Egli era un presbitero e un gesuita, ma anche uno scienziato, geologo, paleontologo, paleoantropologo. Materia e spirito non…

Giacomo Molza

Convittore
1715-1792

Federico Manfredini

Convittore
1743-1829

Giovanni Ottavio Bufalini

Principe di Belle Lettere
1709-1782

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834
Citazione del giorno

I filosofi sono sovente come i bimbi, che prima scarabocchiano con la matita linee arbitrarie sulla carta e poi domandano agli adulti: “Che cos’è?”.

Ritratto del giorno

Cesare Campori

Principe di Scienze e Arti
1814-1880
Dal passato

Giovanni Pascoli in una lastra della FSC

Le Pubblicazioni

L’islam degli sciiti

Dalla saggezza mistica alla tentazione politica
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2016
Il Patrimonio

Cupola

Chiesa di San Carlo
1770-1780

Filosofia e teatro

La Repubblica da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7– 9 febbraio…

Tecnica e rivoluzione artistica

La tecnica come forma di conoscenza e come arte di “saper fare” è il tema su cui si è incentrato…

Dai social
Dal Passato
Dal Passato

I polmoni, il sangue e l’impasto di farina

Dalla Redazione - E' giunta stamattina in Redazione una lettera aperta dell'illustre medico Bernardino Ramazzini, professore ordinario di Medicina presso…

Dalla Redazione - E' giunta stamattina in Redazione una lettera aperta dell'illustre medico Bernardino Ramazzini, professore ordinario di Medicina presso l'Università di Modena.

Il professore ci prega di pubblicare il suo testo perché l'aggiornamento dei suoi studi sia noto non solo negli ambienti accademici ma all'intera popolazione e noi, come servizio pubblico, riportiamo volentieri di seguito l'intero scritto:

Il lavoro per scoprire le cose della natura incontra tali oscurità e difficoltà, che i nostri sensi sembrano incapaci di determinare alcunché perfettamente. Per quanto, ostinandoci in un lavoro improbo, osserviamo la natura madre nei suoi prodotti, come in un libro scritto in forma enigmatica, e frugando tra i visceri degli animali, cerchiamo di scoprire quanto in essi si occulta; alla fine…

Dalla Redazione - E' giunta stamattina in Redazione una lettera aperta dell'illustre medico Bernardino Ramazzini, professore ordinario di Medicina presso l'Università di Modena.

Il professore ci prega di pubblicare il suo testo perché l'aggiornamento dei suoi studi sia noto non solo negli ambienti accademici ma all'intera popolazione e noi, come servizio pubblico, riportiamo volentieri di seguito l'intero scritto:

Il lavoro per scoprire le cose della natura incontra tali oscurità e difficoltà, che i nostri sensi sembrano incapaci di determinare alcunché perfettamente. Per quanto, ostinandoci in un lavoro improbo, osserviamo la natura madre nei suoi prodotti, come in un libro scritto in forma enigmatica, e frugando tra i visceri degli animali, cerchiamo di scoprire quanto in essi si occulta; alla fine riconosciamo che i nostri sforzi non riescono ad afferrare la verità se non attraverso immensi tedi di osservazioni, in cui cerchiamo di farci luce come per gradi, sezionando ora gli insetti ed ora gli animali perfetti. E’ infatti costume della natura intraprendere le sue grandi opere soltanto dopo una serie di tentativi a più bassi livelli, e abbozzare negli animali imperfetti il piano degli animali perfetti.

Per entrare in argomento riprendo due punti che avevo lasciato in sospeso nelle mie prime comunicazioni circa i polmoni, ripromettendomi di sottoporli a indagini più approfondite.

Sulla funzione dei polmoni so che molte teorie ci sono state lasciate dagli Antichi, ma moltissimo se…

Avvenimento al trono di Alessandro il Grande

A Filippo, Re di Macedonia, successe il figlio Alessandro che sarà poi chiamato il Grande per le vittorie che riportò.

Egli salì al trono quando Sirmio, Re dei Triballi o…