Istruire presuppone la relazione con un soggetto tabula rasa che va costruito. Educare è un portare fuori ciò che potenzialmente c’è nel soggetto a cui ci riferiamo.

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 3

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Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…

Argomenti / Centro culturale

Comunicazione come ambiente

Spazi virtuali, isolamento e relazioni nell'età tecnologica

La comunicazione, oggi, non solamente si fa, ma si vive. Non è semplicemente un’attività che viene compiuta o subita dagli esseri umani, e in una certa misura anche da entità artificiali, ma costituisce, ormai, l’ambiente stesso in cui ci muoviamo e con il quale interagiamo. È questa la situazione che…

La comunicazione, oggi, non solamente si fa, ma si vive. Non è semplicemente un’attività che viene compiuta o subita dagli esseri umani, e in una certa misura anche da entità artificiali, ma costituisce, ormai, l’ambiente stesso in cui ci muoviamo e con il quale interagiamo. È questa la situazione che caratterizza la nostra epoca e che gli sviluppi tecnologici hanno reso possibile. In tal modo il concetto stesso di “comunicazione” viene a essere trasformato. Esso non indica più, solamente, l’interazione fra esseri umani, allo scopo di creare uno spazio comune. E neppure si riferisce semplicemente a un invio, a una trasmissione di dati – che riguarda le macchine e gli esseri umani, gli esseri umani…

La comunicazione, oggi, non solamente si fa, ma si vive. Non è semplicemente un’attività che viene compiuta o subita dagli esseri umani, e in una certa misura anche da entità artificiali, ma costituisce, ormai, l’ambiente stesso in cui ci muoviamo e con il quale interagiamo. È questa la situazione che caratterizza la nostra epoca e che gli sviluppi tecnologici hanno reso possibile. In tal modo il concetto stesso di “comunicazione” viene a essere trasformato. Esso non indica più, solamente, l’interazione fra esseri umani, allo scopo di creare uno spazio comune. E neppure si riferisce semplicemente a un invio, a una trasmissione di dati – che riguarda le macchine e gli esseri umani, gli esseri umani fra loro, le macchine nel loro rapporto l’una con l’altra – il quale resta in attesa di un feedback. La comunicazione è ciò che avviene in un determinato contesto di relazioni per il fatto che questo contesto è reso possibile e costantemente alimentato proprio dall’atto del comunicare. Tutto ciò è prodotto dal diffondersi potente e capillare di quella trasmissione di dati e d’informazioni che è dovuta allo sviluppo degli apparati comunicativi. Sono infatti le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, con le quali quotidianamente interagiamo integrandole nel nostro modo di vivere, quelle che incidono sull’ambiente quotidiano e creano ambienti ulteriori per le nostre attività. In altre parole, è proprio il sistematico diffondersi della trasmissione di dati e d’informazioni che fa sì che il comunicare comporti nuovamente, oggi, l’apertura di uno spazio condiviso. Questa volta, però, esso è condiviso a livello globale. Di più: coinvolge non solo soggetti che risultano virtualmente collegati fra loro da ogni luogo del mondo, ma anche agenti comunicativi sia umani che non-umani.

Ho parlato finora di “ambiente comunicativo”. Ho parlato di “infosfera”. Sembrerebbe, da quanto detto, che l’ambiente in cui ci muoviamo comunicando, e che comunicando facciamo essere, sia in generale uno solo. Non è precisamente vero. Questa, infatti, è un’altra…

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Democrazia

Le metamorfosi dei sistemi politici contemporanei
Argomenti / Centro studi religiosi

Tebe

Il viaggio nell'aldilà nella religione dell'antico Egitto
Gli antichi Egizi costruivano le loro tombe come dimore per un’eternità fortemente voluta e probabilmente altrettanto creduta: il nome più comune per designare la tomba in lingua egiziana è Perdjet, "casa dell’eternità". Essa era il luogo di sepoltura della mummia, ma doveva essere anche l’abitazione dell’anima, che, pur non essendo…
Gli antichi Egizi costruivano le loro tombe come dimore per un’eternità fortemente voluta e probabilmente altrettanto creduta: il nome più comune per designare la tomba in lingua egiziana è Perdjet, "casa dell’eternità". Essa era il luogo di sepoltura della mummia, ma doveva essere anche l’abitazione dell’anima, che, pur non essendo unica, presentava diversi elementi che ne facevano un’unità completa e autosufficiente dell’individuo intero: non esisteva infatti la dualistica contrapposizione tra corpo e anima tipica delle culture moderne.Affinché tutti gli elementi dell’essere potessero sopravvivere alla morte e non rischiassero l’annientamento, era necessario che gli dèi dichiarassero il defunto Ma’-kheru, termine che normalmente gli egittologi traducono con "giustificato", in modo che egli diventasse venerabile (Imakhu). Se il…
Gli antichi Egizi costruivano le loro tombe come dimore per un’eternità fortemente voluta e probabilmente altrettanto creduta: il nome più comune per designare la tomba in lingua egiziana è Perdjet, "casa dell’eternità". Essa era il luogo di sepoltura della mummia, ma doveva essere anche l’abitazione dell’anima, che, pur non essendo unica, presentava diversi elementi che ne facevano un’unità completa e autosufficiente dell’individuo intero: non esisteva infatti la dualistica contrapposizione tra corpo e anima tipica delle culture moderne.Affinché tutti gli elementi dell’essere potessero sopravvivere alla morte e non rischiassero l’annientamento, era necessario che gli dèi dichiarassero il defunto Ma’-kheru, termine che normalmente gli egittologi traducono con "giustificato", in modo che egli diventasse venerabile (Imakhu). Se il faraone era immortale per diritto, essendo un dio tra gli uomini, l’uomo comune doveva provare di avere agito nella sua vita in modo da non turbare la Maat, l’equilibrio universale su cui si basavano la società egiziana e in definitiva l’intero cosmo. Per questo ogni defunto doveva essere giudicato da un tribunale divino, il cui embrione si trova già nei Testi delle Piramidi e nei Testi dei Sarcofagi, ma che trova nei capitoli 30 e 125 del Libro dei Morti la sua espressione definitiva. Già dall’Antico Regno le tombe riportano "confessioni positive", che enumerano gli atti conformi alla Maat compiuti dal proprietario secondo i canoni di quella che oggi chiameremmo una "biografia ideale":«Io sono uscito dalla mia città, sono disceso dal mio nomo.Io ho compiuto la Maat per il suo signore, ho soddisfatto il dio per ciò che lui ama.Io ho detto il bene, ho ripetuto il bene; ho detto la Maat, ho compiuto la Maat.Io ho dato pane all’affamato, vestiti all’uomo nudo;ho rispettato mio padre, ho gioito dell’affetto di mia madre;non ho mai detto nulla di malvagio, cattivo o maligno contro nessuno,perché desideravo il bene e di essere un Imakhu presso il dio e presso gli uomini per sempre».Gli studiosi ancora oggi si chiedono se le vivaci scene raffigurate nelle tombe egizie, specie in quelle dell’Antico Regno, siano rappresentazioni della vita quotidiana che hanno poco a che fare con l’aldilà, o se il mondo…

Filippo Guicciardi

Convittore
1704-1786

Carlo Forciroli

Accademico dissonante
1761-1794

Giancarlo Dinegro

Principe di Belle Arti
1769-1857

Giuseppe Boccolari

Rettore
1727-1786
Citazione del giorno

L’interminabile fatica della filosofia, a cui tocca sempre ripartire da capo, è fondata sulla ragione, che non è il freddo intelletto, ma è pervasa dalla passione dell’amore o dell’onestà.

Ritratto del giorno

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834
Dal passato

Astanti osservano un dirigibile (lastra FSC)

Le Pubblicazioni

Vita quotidiana di un maestro neoplatonico

Le radici tardoantiche dell'educazione
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2017
Il Patrimonio

Galleria d’ingresso

Fondazione San Carlo
1820-1830

Filosofia e teatro

Le Leggi da Platone, mise en espace – testi tratti da Platone: Critone, Le Leggi, Minosse, ERT − Emilia Romagna…

Un dialogo immaginario tra filosofi

Il complesso tema affrontato dai 470 studenti delle 19 classi degli Istituti Secondari Superiori di Modena e provincia nella quarta…

Dai social
Dal Passato
Dal Passato

Un ospite internazionale alla presentazione del libro del marchese Campori

“Dal Castello, trasformato in Dogana, parte una metropolitana merci che corre sotto la città di Modena. Il palazzo Civico è…

“Dal Castello, trasformato in Dogana, parte una metropolitana merci che corre sotto la città di Modena. Il palazzo Civico è stato interamente rivestito di lastre d’alabastro: su di esse ogni giorno vengono scritte le notizie quotidiane, gratuite come le copie dei giornali in consultazione al gabinetto letterario aperto accanto alla Biblioteca. Qui potete trovare anche libri e stampe dei sei continenti: giacché ora se ne conoscono sei! L’ultimo è appena stato scoperto da un veneziano e questi lo ha battezzato ‘continente S. Marco’.

Le strade, ricoperte non più da selciato ma da una sorta di panno feltro di fitta tessitura, impenetrabile all’acqua, permettono alle carrozze di scorrere senza rumore e ai cavalli di legno con movimenti automatici di passare senza…

“Dal Castello, trasformato in Dogana, parte una metropolitana merci che corre sotto la città di Modena. Il palazzo Civico è stato interamente rivestito di lastre d’alabastro: su di esse ogni giorno vengono scritte le notizie quotidiane, gratuite come le copie dei giornali in consultazione al gabinetto letterario aperto accanto alla Biblioteca. Qui potete trovare anche libri e stampe dei sei continenti: giacché ora se ne conoscono sei! L’ultimo è appena stato scoperto da un veneziano e questi lo ha battezzato ‘continente S. Marco’.

Le strade, ricoperte non più da selciato ma da una sorta di panno feltro di fitta tessitura, impenetrabile all’acqua, permettono alle carrozze di scorrere senza rumore e ai cavalli di legno con movimenti automatici di passare senza battere gli zoccoli. Le case in ferro fuso non hanno fondamenta: sono pensate per essere spostate all’occorrenza per sfuggire ad un cattivo vicino o ad un suonatore di violino. Giunto a quella che un tempo era la mia casa, una scala con gradini che si muovevano da soli mi ha portato al primo piano…”.

Le righe appena riportate sono un sunto della Modena fra cento anni contenuta nell’ultima fatica letteraria che il marchese Cesare Campori, con la collaborazione del conte Luigi Forni, presenteranno questa sera alle 18.00 ai membri dell’Accademia di Scienze Lettere e Arti. Nell’occasione, data la proiezione verso il futuro che quest’opera porta in sé e, come…

Disegniamo la felicità

Bianca ha cinque anni, i capelli arruffati e mossi e uno sguardo indagatore. Si è seduta silenziosamente sui cuscini colorati, scalza, e legge un libro preso dallo scaffale della biblioteca,…