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Orizzonti mediterranei
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Big data
Siamo circondati dai dati, vi siamo immersi. Ogni minuto vengono scambiati, nel mondo, milioni di informazioni. Solo per fare qualche esempio in continuo aggiornamento: ogni 60 secondi, su Facebook, vengono creati 3,3 milioni di post, pubblicati 510.000 commenti e aggiornati 293.000 stati; su Twitter vengono inviati 470.000 tweet; su WhatsApp…
Siamo circondati dai dati, vi siamo immersi. Ogni minuto vengono scambiati, nel mondo, milioni di informazioni. Solo per fare qualche esempio in continuo aggiornamento: ogni 60 secondi, su Facebook, vengono creati 3,3 milioni di post, pubblicati 510.000 commenti e aggiornati 293.000 stati; su Twitter vengono inviati 470.000 tweet; su WhatsApp vengono scambiati 38 milioni di messaggi; su Google vengono effettuate 3,8 milioni di ricerche. In altre parole, ci rapportiamo con un flusso continuo e ininterrotto di informazioni, notizie reali e false che coesistono e possono confondersi. Politica, economia, società, privacy digitale: i big data entrano dappertutto, in ogni sfera della nostra vita, pubblica e privata. E il dibattito circa la loro estrazione e il loro…
Siamo circondati dai dati, vi siamo immersi. Ogni minuto vengono scambiati, nel mondo, milioni di informazioni. Solo per fare qualche esempio in continuo aggiornamento: ogni 60 secondi, su Facebook, vengono creati 3,3 milioni di post, pubblicati 510.000 commenti e aggiornati 293.000 stati; su Twitter vengono inviati 470.000 tweet; su WhatsApp vengono scambiati 38 milioni di messaggi; su Google vengono effettuate 3,8 milioni di ricerche. In altre parole, ci rapportiamo con un flusso continuo e ininterrotto di informazioni, notizie reali e false che coesistono e possono confondersi. Politica, economia, società, privacy digitale: i big data entrano dappertutto, in ogni sfera della nostra vita, pubblica e privata. E il dibattito circa la loro estrazione e il loro impiego ha assunto ormai le caratteristiche di una vera e propria emergenza. Discorsi in cui si alternano i pericoli e le opportunità nell’uso dei dati che, consapevoli o meno, immettiamo in rete o rilasciamo nella nostra vita quotidiana. Scandali riguardanti la violazione dei dati personali in rete hanno corroborato i motivi di quest’apprensione e hanno focalizzato il dibattito mediatico e istituzionale sulla “questione dei dati”.
Ne parlano tutti, è vero, eppure non vi è una definizione univoca di big data. Secondo l’Unione Europea i megadati sono «grandi quantità di tipi diversi di dati prodotti da varie fonti, fra cui persone, macchine e sensori». Il “big” dei dati fa riferimento ad alcune caratteristiche fondamentali: la velocità, la varietà e il volume dei dati raccolti e processati. È da queste caratteristiche che si genera la quarta “v”, il valore dei dati: rilevazioni su meteo, clima e ambiente, immagini satellitari, immagini e video digitali, registrazioni di operazioni, segnali geo-localizzati (Gps), protocollo Internet (Ip), ricerche online, messaggi su social network, acquisti online, informazioni sanitarie, occupazionali, dati personali cosiddetti “strutturati”, quali le informazioni riguardanti una persona (nome, foto, indirizzo email, estremi bancari) e così via. La gran parte di questi dati è di solito “non strutturata”, ossia viene acquisita…
Il segreto della creazione
Il Concilio Vaticano II
Alcuni studiosi hanno interpretato le modificazioni intervenute nella chiesa a partire dagli anni Sessanta – a seguito del pur breve pontificato di Giovanni XXIII e del concilio ecumenico Vaticano II da lui convocato – come una svolta epocale. In conseguenza di tale svolta gli assetti definiti al concilio di Trento…
Alcuni studiosi hanno interpretato le modificazioni intervenute nella chiesa a partire dagli anni Sessanta – a seguito del pur breve pontificato di Giovanni XXIII e del concilio ecumenico Vaticano II da lui convocato – come una svolta epocale. In conseguenza di tale svolta gli assetti definiti al concilio di Trento sarebbero radicalmente mutati: avrebbe infatti avuto inizio un processo di profonda trasformazione del cattolicesimo, volto a recuperare modelli della più antica tradizione cristiana e in particolare dell’età pre-costantiniana. Tale ridisegnazione della vita ecclesiale – che coinvolge tanto le strutture interne dell’istituzione ecclesiastica quanto i suoi modi di presenza nella società – comporterebbe anche un definitivo superamento degli schemi e dei giudizi ereditati dalla cultura intransigente.…
Alcuni studiosi hanno interpretato le modificazioni intervenute nella chiesa a partire dagli anni Sessanta – a seguito del pur breve pontificato di Giovanni XXIII e del concilio ecumenico Vaticano II da lui convocato – come una svolta epocale. In conseguenza di tale svolta gli assetti definiti al concilio di Trento sarebbero radicalmente mutati: avrebbe infatti avuto inizio un processo di profonda trasformazione del cattolicesimo, volto a recuperare modelli della più antica tradizione cristiana e in particolare dell’età pre-costantiniana. Tale ridisegnazione della vita ecclesiale – che coinvolge tanto le strutture interne dell’istituzione ecclesiastica quanto i suoi modi di presenza nella società – comporterebbe anche un definitivo superamento degli schemi e dei giudizi ereditati dalla cultura intransigente. In questa prospettiva i tratti assunti dalla chiesa dopo la Rivoluzione francese nella lunga battaglia condotta contro la secolarizzazione si starebbero, più o meno lentamente, a seconda delle aree, dissolvendo. Davanti a eventi così vicini è ovviamente molto difficile formulare un giudizio storico, che non dipenda da precostituite posizioni ideologiche. Sembra tuttavia possibile individuare come schematica ma fondata linea interpretativa della complessiva vicenda di questi ultimi decenni la compresenza all’interno del cattolicesimo di due tendenze – l’una diretta al mutamento, l’altra volta alla continuità, almeno nei suoi presupposti, dell’eredità intransigente. Tali linee variamente s’intrecciano e si combinano non solo nelle direttive dei responsabili ecclesiastici – inevitabilmente legate a compromessi tra le diverse spinte presenti nel mondo cattolico – ma persino nelle posizioni di singoli protagonisti. La breve ricostruzione di questo recente periodo della storia della chiesa intende mettere a fuoco gli aspetti che sembrano di volta in volta prevalere nell’incerto percorso attuale tra permanenze e cambiamenti. (…) Nell’allocuzione Gaudet mater ecclesia (1962), con cui papa Giovanni XXIII apriva il Vaticano II e che oggi sappiamo da lui personalmente redatta, non si delineava uno specifico ordine del giorno per i lavori dell’assise, ma accanto al ribadimento di concezioni usuali – come la ripresa di temi tipici della dottrina sociale cattolica – delineava alcuni orientamenti generali che avrebbero potuto portare a «una nuova pentecoste» nella chiesa. In particolare il papa sottolineava l’esigenza di superare quella nostalgia passatista, che…

Giovan Battista Ayroli

Giovanni Pindemonte

Carlo Forciroli

Paolo Boschetti
Tutto ciò che dal punto di vista filosofico concerne il mondo, è il mondo nel quale esiste l’uomo e, di necessità, nel quale l’uomo esiste in rapporto all’Altro e al suo essere-nel-mondo.

Paolo Boschetti

Il teatro del Collegio

L’ebreo emancipato

Portico del Collegio
Filosofia e teatro
Le Leggi da Platone, mise en espace- testi tratti da Platone: Critone, Le Leggi, Minosse, ERT − Emilia Romagna Teatro…

Utopie di ieri, utopie di oggi
Un originale cantiere di idee e di riflessioni. Appare questa la formula più indicata per definire il workshop con le…

Un incontro da Nobel
Si è prolungato a lungo per rispondere alle curiosità degli studenti l’incontro con Alberto Gatto, ricercatore al Politecnico di Milano…
Si è prolungato a lungo per rispondere alle curiosità degli studenti l’incontro con Alberto Gatto, ricercatore al Politecnico di Milano presso il dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria, membro del gruppo di lavoro che ha dimostrato l’esistenza delle onde gravitazionali, ottenendo il Nobel 2017 per la fisica.
In una lezione chiara e appassionata, Alberto Gatto ha raccontato ai collegiali della Fondazione San Carlo “Perché Einstein aveva ragione (ma dimostrarlo è stato difficile)”. La sua testimonianza sulla scoperta delle onde gravitazionali, sulla bellezza della ricerca scientifica e sull’importanza di sbagliare è stata di stimolo e di ispirazione per gli studenti.
Nel racconto di Gatto, “il 14 settembre 2015 alle ore 11.51, per la prima volta nella storia, un team di ricerca…
Si è prolungato a lungo per rispondere alle curiosità degli studenti l’incontro con Alberto Gatto, ricercatore al Politecnico di Milano presso il dipartimento di Elettronica, informazione e bioingegneria, membro del gruppo di lavoro che ha dimostrato l’esistenza delle onde gravitazionali, ottenendo il Nobel 2017 per la fisica.
In una lezione chiara e appassionata, Alberto Gatto ha raccontato ai collegiali della Fondazione San Carlo “Perché Einstein aveva ragione (ma dimostrarlo è stato difficile)”. La sua testimonianza sulla scoperta delle onde gravitazionali, sulla bellezza della ricerca scientifica e sull’importanza di sbagliare è stata di stimolo e di ispirazione per gli studenti.
Nel racconto di Gatto, “il 14 settembre 2015 alle ore 11.51, per la prima volta nella storia, un team di ricerca è riuscito a captare un’onda gravitazionale, dopo almeno cent’anni di ricerche. È come se, quel giorno, avessimo iniziato a sentire: fino a lì avevamo condotto le nostre ricerche come se avessimo avuto un solo senso, quello della vista. In quel momento era come se, per la prima volta, nella ricerca delle origini dell’Universo avessimo acquisito l’udito”.
L’incontro è stato condotto dal professor Alberto Quartarone, docente all’Università Luigi Bocconi di Milano e autore televisivo, titolare di un corso di comunicazione e personal branding nell’ambito del progetto formativo del Collegio.

Con la coda dell’occhio
