La storia dell’umanità non è un’evoluzione progressiva che dal passato porta al presente e al futuro. L’umanità è nata più volte, anzi molte umanità si sono succedute nel tempo.

Laboratorio duemilaventisei

Il mio passaggio segreto – 1

“vorrei che il…

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“vorrei che il mio passaggio segreto fosse aperto a tutti”

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Argomenti / Centro culturale

Corpi nemici

Guerra e violenza nel mondo contemporaneo

I morti scalfiscono la monumentalità della guerra, la rendono più accessibile, la assottigliano, la frantumano lungo tante linee di faglia; rifiutandosi di essere tutti uguali, consentono di ripristinare la cronologia come categoria interpretativa, di percepire la continuità e le rotture lungo la linea del tempo. Di qui, il tentativo di…

I morti scalfiscono la monumentalità della guerra, la rendono più accessibile, la assottigliano, la frantumano lungo tante linee di faglia; rifiutandosi di essere tutti uguali, consentono di ripristinare la cronologia come categoria interpretativa, di percepire la continuità e le rotture lungo la linea del tempo. Di qui, il tentativo di conoscere storicamente la guerra (e anche i grandi fenomeni novecenteschi di violenza di massa come la Shoah), partendo dalla sua conclusione, da quei morti che rappresentano il suo unico, concreto prodotto finale. È come guardare l’erba dalla parte delle radici; cambia la prospettiva metodologica, ma cambiano anche le priorità contenutistiche e concettuali. Per quanto edificanti o efferate siano, le pratiche messe in atto nei confronti…

I morti scalfiscono la monumentalità della guerra, la rendono più accessibile, la assottigliano, la frantumano lungo tante linee di faglia; rifiutandosi di essere tutti uguali, consentono di ripristinare la cronologia come categoria interpretativa, di percepire la continuità e le rotture lungo la linea del tempo. Di qui, il tentativo di conoscere storicamente la guerra (e anche i grandi fenomeni novecenteschi di violenza di massa come la Shoah), partendo dalla sua conclusione, da quei morti che rappresentano il suo unico, concreto prodotto finale. È come guardare l’erba dalla parte delle radici; cambia la prospettiva metodologica, ma cambiano anche le priorità contenutistiche e concettuali. Per quanto edificanti o efferate siano, le pratiche messe in atto nei confronti di quei corpi sono abbastanza limitate: il corpo «amico» viene rispettato sempre, onorato spesso; può essere usato per gridare vendetta o implorare la pace, per incitare all’odio contro l’altro o per rinsaldare le proprie file. Il corpo «nemico» è talvolta rispettato, quasi sempre profanato; nel primo caso viene sepolto in una tomba individuale, in un cimitero, nel secondo può essere esibito in pubblico, o cancellato in una fossa comune, può essere smembrato, violato, distrutto. Tutte queste pratiche appartengono sempre a entrambi gli schieramenti che si fronteggiano; eppure esse assumono significati radicalmente diversi a seconda dei contesti in cui vengono messe in atto. Il gesto di tagliare una testa resta sempre lo stesso; ma la sua valenza simbolica e interpretativa cambia ogni volta, così come il significato della guerra in cui si inserisce. Fotografati o ripresi dalle telecamere, i corpi dei nemici uccisi sono comunque «rappresentati»; da quelle immagini lo storico può scoprire le intenzioni di chi li ha messi in posa, sceneggiati, ritratti. Nel corso del Novecento, quasi sempre, sono le fotografie a documentarli e, quasi sempre, sono gli uccisori ad averli fotografati. Da quando le tecniche fotografiche si semplificarono e diventarono alla portata di tutti, accanto alle foto ufficiali sono state proprio queste immagini…

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video del giorno

Marx nel XXI secolo

L'individuo isolato nell'epoca della connessione globale
Argomenti / Centro studi religiosi

«Dov’è tuo fratello?»

La Chiesa in Italia e l'immigrazione

Nel 2013, se nel mondo e in Europa le migrazioni crescono, in Italia il fenomeno continua, ma non cresce. La crescita interna dei migranti – per i ricongiungimenti familiari, le nuove nascite – viene pressoché annullata dai rientri, dalle partenze per altre destinazioni europee e del mondo di numerose persone…

Nel 2013, se nel mondo e in Europa le migrazioni crescono, in Italia il fenomeno continua, ma non cresce. La crescita interna dei migranti – per i ricongiungimenti familiari, le nuove nascite – viene pressoché annullata dai rientri, dalle partenze per altre destinazioni europee e del mondo di numerose persone e famiglie migranti. Circa 5 milioni resta il numero di persone, comunitarie e non comunitarie che sono presenti in Italia, alla luce dei dati Istat e di una presenza irregolare che permane, anche a causa di decreti flussi che non interpretano le esigenze del mondo occupazionale italiano e non aiutano l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. La disoccupazione maggiore dei lavoratori immigrati rispetto ai…

Nel 2013, se nel mondo e in Europa le migrazioni crescono, in Italia il fenomeno continua, ma non cresce. La crescita interna dei migranti – per i ricongiungimenti familiari, le nuove nascite – viene pressoché annullata dai rientri, dalle partenze per altre destinazioni europee e del mondo di numerose persone e famiglie migranti. Circa 5 milioni resta il numero di persone, comunitarie e non comunitarie che sono presenti in Italia, alla luce dei dati Istat e di una presenza irregolare che permane, anche a causa di decreti flussi che non interpretano le esigenze del mondo occupazionale italiano e non aiutano l’incontro fra domanda e offerta di lavoro. La disoccupazione maggiore dei lavoratori immigrati rispetto ai lavoratori italiani è dettata da una precarietà lavorativa e da una debolezza di tutele che chiedono nuovi strumenti sociali, più che il semplice blocco dei flussi. Il 2013 ha visto la crisi far emergere il rischio – Lampedusa e Prato sono solo due esempi estremi e drammatici – di indebolire la tutela dei fondamentali diritti umani: il Mediterraneo si è trasformato ancora di più in un luogo di morte per tante persone in fuga; l’Europa ha rischiato di dimenticare i suoi confini, da presidiare non solo sul piano della sicurezza, ma anche della tutela dei diritti umani; i diritti dei lavoratori sono stati rinnegati in alcuni luoghi di lavoro – dalle imprese di Prato alle campagne della pianura padana o della piana del Sele, della Capitanata, di Rosarno o della Lucania – senza dimenticare il lavoro domestico. Il trattenimento nei Centri di Identificazione e di Espulsione (CIE) non soddisfa l’interesse al controllo delle frontiere e alla regolazione dei flussi migratori, ma sembra piuttosto assolvere alla funzione di “sedativo” delle ansie di chi percepisce la presenza dello straniero irregolarmente soggiornante, o dello straniero in quanto tale, come un pericolo per la sicurezza. Le norme che regolano il trattenimento nei CIE appaiono illegittime, in quanto non rispettano le garanzie dei diritti costituzionali e non superano i test di ragionevolezza soprattutto quando riguarda persone che hanno già scontato la pena detentiva in carcere e, per un difetto dell’Amministrazione,…

Alfonso Varano

Principe di Belle Lettere
1705-1788

Caterino Cornaro della Regina

Convittore
1624-1669

Filippo Filonardi

Principe di Belle Lettere
1753-1834

Luigi Manzini

Maestro di disegno
1805-1866
Citazione del giorno

Noi siamo così presuntuosi che vorremmo esser conosciuti da tutta la terra e persino da coloro che verranno quando noi non saremo più.

Ritratto del giorno

Massimiliano Francesco Angelelli

Accademico di Belle Lettere
1775-1853
Dal passato

dal passato – Villaggio Regina Elena Messina (lastra FSC)

Le Pubblicazioni

Utopia

Storia e teoria di un'esperienza filosofica e politica
il Mulino - Bologna, 2013
Il Patrimonio

Assunzione della Vergine

Chiesa di San Carlo
1668

Filosofia e teatro

Le Operette morali da Giacomo Leopardi, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7…

Responsabilità per il futuro

Questa mattina, 14 classi dell’Istituto Levi di Vignola, del Liceo Wiligelmo di Modena, del Liceo Morandi di Finale Emilia e…

Dai social
Dal Passato
Dal Passato

Crolla il soffitto alla Reale Accademia di Scienze Lettere Arti

Questa notte il pesante intonacato del soffitto della sala delle riunioni della Regia Accademia di Scienze Lettere ed Arti improvvisamente…

Questa notte il pesante intonacato del soffitto della sala delle riunioni della Regia Accademia di Scienze Lettere ed Arti improvvisamente si è staccato precipitando con grande fragore sul pavimento e danneggiando lampadari, stufe, tavoli e sedie.

La Regia Accademia fin dalla sua fondazione ha sede nel Collegio San Carlo e le adunanze si svolgono nella camera al piano nobile, presso lo scalone.

Il crollo ha svegliato nel cuore della notte l'intera camerata dei collegiali, il personale e il Rettore la cui stanza affaccia sul lato opposto del cortile centrale rispetto all'aula della Regia Accademia: la prima preoccupazione di don Francesco Galli è stata di assicurarsi che nessuno dei ragazzi fosse rimasto coinvolto. Una volta accertatosi delle condizioni dei…

Questa notte il pesante intonacato del soffitto della sala delle riunioni della Regia Accademia di Scienze Lettere ed Arti improvvisamente si è staccato precipitando con grande fragore sul pavimento e danneggiando lampadari, stufe, tavoli e sedie.

La Regia Accademia fin dalla sua fondazione ha sede nel Collegio San Carlo e le adunanze si svolgono nella camera al piano nobile, presso lo scalone.

Il crollo ha svegliato nel cuore della notte l'intera camerata dei collegiali, il personale e il Rettore la cui stanza affaccia sul lato opposto del cortile centrale rispetto all'aula della Regia Accademia: la prima preoccupazione di don Francesco Galli è stata di assicurarsi che nessuno dei ragazzi fosse rimasto coinvolto. Una volta accertatosi delle condizioni dei suoi collegiali, tutti illesi benché spaventati, il Rettore ha dovuto invece prendere atto dei gravi danni verificatisi in quella porzione di Collegio.

In causa di tale caduta ben poco si è salvato delle pregiate pitture di Ferdinando Manzini che adornavano il soffitto essendo di questo rimasto intatto soltanto la parte aderente alle pareti ed agli angoli. E’ da notare che nel pomeriggio dello stesso giorno si era tenuta un adunanza numerosissima degli accademici, e si può pensare di leggiero al disastro che ne sarebbe avvenuto se tale sinistro si fosse realizzato durante la seduta dei sullodati accademici.

Orientarsi tra le emozioni

Chi sa cos’è una “mappa emozionata”? Tranquilli, non si tratta di un GPS impazzito o dello schermo del nostro navigatore stradale che arrossisce ai nostri complimenti, ma di una vera…