““fino alle camerata…
Il mio passaggio segreto – 2
““fino alle camerata…
““fino alle camerata partendo dai corridoi, è illuminato da candele è pieno…
Modelli di federalismo
Se è vero che le esperienze federative nella plurimillenaria esperienza umana della costruzione di ordini politici hanno, nel tempo e nello spazio, assunto le forme più diverse, esse nell’epoca moderna hanno acquisito (in maniera preponderante, ancorché non esclusiva) una serie di tratti caratteristici comuni che nel loro insieme denotano ciò…
Se è vero che le esperienze federative nella plurimillenaria esperienza umana della costruzione di ordini politici hanno, nel tempo e nello spazio, assunto le forme più diverse, esse nell’epoca moderna hanno acquisito (in maniera preponderante, ancorché non esclusiva) una serie di tratti caratteristici comuni che nel loro insieme denotano ciò che oggi chiamiamo Stato federale. A partire dalla prima federazione che ha assunto una vera e propria forma statuale, gli Stati Uniti d’America, lo Stato federale è stato definito, con una definizione che trova riscontro nelle analisi dei più importanti studiosi classici del federalismo, come «un’associazione di Stati ordinata in modo che i poteri siano divisi fra un governo centrale, il quale in diverse materie…
Se è vero che le esperienze federative nella plurimillenaria esperienza umana della costruzione di ordini politici hanno, nel tempo e nello spazio, assunto le forme più diverse, esse nell’epoca moderna hanno acquisito (in maniera preponderante, ancorché non esclusiva) una serie di tratti caratteristici comuni che nel loro insieme denotano ciò che oggi chiamiamo Stato federale. A partire dalla prima federazione che ha assunto una vera e propria forma statuale, gli Stati Uniti d’America, lo Stato federale è stato definito, con una definizione che trova riscontro nelle analisi dei più importanti studiosi classici del federalismo, come «un’associazione di Stati ordinata in modo che i poteri siano divisi fra un governo centrale, il quale in diverse materie è indipendente dal governo degli Stati associati, e i governi degli Stati i quali a loro volta sono, in determinate materie, indipendenti dal governo centrale. Ciò implica necessariamente che entrambi i governi, quello centrale e quelli regionali, esercitino il loro potere direttamente sul popolo, e che ogni cittadino pertanto sia soggetto a due governi» (Kenneth C. Wheare). Un siffatto sistema politico non sarà semplicemente decentrato se, seguendo Daniel J. Elazar, con questa espressione intendiamo la presenza di un sistema con un governo centrale «che può decentralizzarsi o ricentralizzarsi a proprio piacere» e ove la diffusione del potere è una concessione, non un diritto. Piuttosto, esso sarà non centralizzato, con un potere tanto diffuso da non poter essere legittimamente centralizzato o concentrato senza violare la struttura e lo spirito della costituzione. Ponendosi in una prospettiva diacronica, Carl Joachim Friedrich ha interpretato ogni forma federativa, e quindi anche quella statuale, come l’esito di un processo di federalizzazione ove organizzazioni politiche precedentemente separate partecipano a un accordo in vista dell’elaborazione e adozione di politiche comuni per affrontare problemi comuni. Al tempo stesso, però, accanto a questa genesi associativa, egli ha anche posto la possibilità di una genesi opposta, per dissociazione, vale a dire la differenziazione di una comunità…
Stampa e potere
La Lettera ai Romani
Uno dei pochi elementi condivisi nel dibattito sulla Lettera ai Romani riguarda la sua autenticità: fu scritta da Paolo, verso la fine del terzo viaggio missionario, da Corinto, in un periodo che va dal 54, come data alta, al 58 d.C., come data bassa. L’unica fonte che attesta l’autorialità di…
Uno dei pochi elementi condivisi nel dibattito sulla Lettera ai Romani riguarda la sua autenticità: fu scritta da Paolo, verso la fine del terzo viaggio missionario, da Corinto, in un periodo che va dal 54, come data alta, al 58 d.C., come data bassa. L’unica fonte che attesta l’autorialità di questo scritto è la lettera stessa: non abbiamo altri riferimenti contemporanei che accennino all’invio di questa lettera alle comunità di Roma.
La datazione della lettera è stabilita dal confronto tra le notizie interne e quelle biografiche degli Atti degli apostoli. Poiché è quasi certo che Paolo comparve davanti a Gallione nel 51-52 d.C. e che si fermò a Efeso per altri due anni, la permanenza…
Uno dei pochi elementi condivisi nel dibattito sulla Lettera ai Romani riguarda la sua autenticità: fu scritta da Paolo, verso la fine del terzo viaggio missionario, da Corinto, in un periodo che va dal 54, come data alta, al 58 d.C., come data bassa. L’unica fonte che attesta l’autorialità di questo scritto è la lettera stessa: non abbiamo altri riferimenti contemporanei che accennino all’invio di questa lettera alle comunità di Roma.
La datazione della lettera è stabilita dal confronto tra le notizie interne e quelle biografiche degli Atti degli apostoli. Poiché è quasi certo che Paolo comparve davanti a Gallione nel 51-52 d.C. e che si fermò a Efeso per altri due anni, la permanenza a Corinto comincia dal 54 d.C.: la composizione della Lettera ai Romani corrisponderebbe alle fugaci annotazioni lucane di At 20, 1-3, ossia prima del viaggio di ritorno verso Gerusalemme. La designazione di Corinto, come città di partenza della missiva, trova conferma nella sezione di Rm 16, in cui Paolo raccomanda ai destinatari la diaconessa Febe, proveniente da Cencre, uno dei porti di Corinto, e accenna ai saluti di Giasone ed Erasto, due credenti che trovano buone, anche se non certe, rispondenze nel contesto di Corinto. Queste prime coordinate permettono di focalizzare l’attenzione non su tre città o regioni chiamate in causa, come si sostiene generalmente, bensì su quattro: Corinto, Roma, Gerusalemme e la Spagna.
Il primo orizzonte è importante per il contenuto della lettera, perché permette di chiarire le precisazioni di Rm 3,8 e di Rm 16,17-20: le uniche annotazioni reali di Paolo su alcuni suoi oppositori. Di fatto, si può ben notare che la Lettera ai Romani non ha alcuno spessore apologetico o di difesa, tranne in queste parti in cui Paolo condanna alcuni diffamatori che lo accusano di fare il male in vista del bene e in cui invita i destinatari della lettera a stare in guardia da quanti cercano di sviarli dalla dottrina ricevuta. L’assenza di altri indizi nel corso della lettera a reali diffamatori lascia intendere che l’unico contesto nel quale tali asserzioni trovano spazio è quello di Corinto o, comunque,…
Giuseppe Campori
Filippo Guicciardi
Alfonso Varano
Luigi Manzini
Non far finta di filosofare, ma filosofa sul serio, perché non di parer sani abbiamo bisogno, ma d’esser veramente sani.
Giovanni Campi
Laboratorio di biologia del Collegio San Carlo (lastra FSC)
FilosoFare
Trionfo della fede
Filosofia e teatro
Il Sofista da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 30 novembre –…
La guerra dei bambini
Tornano anche quest’anno i workshop organizzati dalla Fondazione San Carlo, per l’occasione gli studenti della classe 5 C del corso…
Commemorazione di Ciro Menotti e Vincenzo Borelli – corteo da Piazza Roma ai resti delle forche
Nella giornata di ieri, 26 maggio, in occasione dell’83° anniversario della morte di Ciro Menotti e di Vincenzo Borelli, la…
Nella giornata di ieri, 26 maggio, in occasione dell’83° anniversario della morte di Ciro Menotti e di Vincenzo Borelli, la cittadinanza ha reso un tributo di riconoscenza ai due patrioti con un pellegrinaggio al quale hanno partecipato le autorità accanto ad associazioni, scuole e un notevole concorso di popolo. Il corteo, promosso dalla Gazzetta di Modena e formatosi in piazza Roma alle ore 16, si è disposto a quadrato intorno al monumento al Menotti posto davanti al Palazzo Ducale. I pompieri hanno collocato ai suoi piedi una grande corona offerta dal Comune, recante i colori municipali, e si è cantato l’inno di Mameli.
Il corteo si è mosso in direzione della casa del patriota, poi lungo via Università, via…
Nella giornata di ieri, 26 maggio, in occasione dell’83° anniversario della morte di Ciro Menotti e di Vincenzo Borelli, la cittadinanza ha reso un tributo di riconoscenza ai due patrioti con un pellegrinaggio al quale hanno partecipato le autorità accanto ad associazioni, scuole e un notevole concorso di popolo. Il corteo, promosso dalla Gazzetta di Modena e formatosi in piazza Roma alle ore 16, si è disposto a quadrato intorno al monumento al Menotti posto davanti al Palazzo Ducale. I pompieri hanno collocato ai suoi piedi una grande corona offerta dal Comune, recante i colori municipali, e si è cantato l’inno di Mameli.
Il corteo si è mosso in direzione della casa del patriota, poi lungo via Università, via del Castellaro, via Scudari per poi entrare in via Emilia e proseguire verso S. Agostino, giungendo infine agli spalti della Cittadella dove il direttore della Gazzetta, il sindaco Pier Luigi San Donnino e il deputato Ottorino Nava hanno tenuto un discorso alla popolazione e hanno poi invitato Giovanni Borelli, discendente di Vincenzo, a prendere la parola per concludere la commemorazione mentre le autorità e la popolazione lasciavano numerosissimi omaggi floreali accanto ai resti delle forche dei due patrioti.
In vista dell’anniversario sono giunte in redazione numerose lettere di concittadini e lettori che ci chiedono di ricordare le vicende legate alla riscoperta di questi cimeli: in risposta alle richieste ne tracciamo…