Come afferma Eugene Cernan, membro dell’equipaggio dell’Apollo 17: «Siamo andati ad esplorare la Luna ma, in realtà, abbiamo scoperto la Terra».

Laboratorio duemilaventisei

Intuizioni sul futuro – 1

Abbiamo chiesto ai…

Abbiamo chiesto ai…

Abbiamo chiesto ai partecipanti al laboratori di filosofia per adulti di condividere…

Argomenti / Centro culturale

La musica e il potere

Appuntamento in collaborazione con Amici della musica di Modena

 

La musica d’arte, fino all’avvento della rivoluzione beethoveniana, è sempre stata il simbolo sonoro del potere. Di un potere (civile, religioso, militare, economico) o di più poteri intarsiati tra loro. Nel IX secolo, ad esempio, in piena epoca carolingia, il…

Appuntamento in collaborazione con Amici della musica di Modena

 

La musica d’arte, fino all’avvento della rivoluzione beethoveniana, è sempre stata il simbolo sonoro del potere. Di un potere (civile, religioso, militare, economico) o di più poteri intarsiati tra loro. Nel IX secolo, ad esempio, in piena epoca carolingia, il canto cristiano si affida alla scrittura e diventa lo strumento principale dell’unificazione politica del Sacro Romano Impero. All’epoca dei trobadours, nell’Occitania dell’anno Mille, la poesia per musica è invece la voce del castello, ossia del centro di governo assoluto del territorio. Nel Quattrocento, la “cappella alta”, istituita da tutte le signorie dominanti, è lo stendardo sonoro che il principe fa sventolare all’esterno del palazzo, per…

Appuntamento in collaborazione con Amici della musica di Modena

 

La musica d’arte, fino all’avvento della rivoluzione beethoveniana, è sempre stata il simbolo sonoro del potere. Di un potere (civile, religioso, militare, economico) o di più poteri intarsiati tra loro. Nel IX secolo, ad esempio, in piena epoca carolingia, il canto cristiano si affida alla scrittura e diventa lo strumento principale dell’unificazione politica del Sacro Romano Impero. All’epoca dei trobadours, nell’Occitania dell’anno Mille, la poesia per musica è invece la voce del castello, ossia del centro di governo assoluto del territorio. Nel Quattrocento, la “cappella alta”, istituita da tutte le signorie dominanti, è lo stendardo sonoro che il principe fa sventolare all’esterno del palazzo, per mostrare tutto il suo potere. Un secolo più tardi le quattro cappelle basilicari istituite dalla Chiesa di Roma, ma anche il leggendario Concerto Palatino della Basilica di S. Petronio, a Bologna, sono la misura dell’onnipresenza del potere religioso che penetra in tutti i gangli della vita civile. E gli esempi possono continuare: la prima opera per musica della storia occidentale, ossia l’Euridice di Jacopo Peri, eseguita nel 1600 in occasione del matrimonio tra Enrico IV e Maria de’ Medici, è la dimostrazione del potere esercitato dalla finanza fiorentina sulle politiche del re di Francia. Mentre l’apertura del primo teatro d’opera a pagamento, a Venezia, nel 1637, è la conseguenza del nuovo potere economico acquisito dalla borghesia commerciale veneziana. Rari, rarissimi sono i casi in cui la musica “colta”, almeno fino all’inizio dell’Ottocento, assume un ruolo antagonista rispetto al potere. Un esempio su tutti è rappresentato dal Roman de Fauvel, un poema cavalleresco musicato da Philippe de Vitry all’inizio del Trecento, che è la prima forma di satira esercitata contro un sovrano: Filippo IV il Bello viene accusato di spremere la nobiltà francese per nutrire le finanze dello Stato. Naturalmente tutto cambia quando in epoca moderna i tre esponenti più illustri del classicismo viennese, Haydn, Mozart…

Prosegui la visione di "La Lettera ai Romani"
video del giorno

La Lettera ai Romani

San Paolo e il cristianesimo delle origini
Argomenti / Centro studi religiosi

Neiye

L’armonia cosmica nel taoismo

 

L’insorgenza del grande tema dell’armonia nel Neiye, come in tutto il pensiero della Cina antica, non si situa in una dimensione astratta e atemporale, ma va invece concretamente ricondotta al suo contesto storico preciso e determinato: un contesto di straordinaria e ineguagliata creatività spirituale, che rappresenta l’autentica età assiale…

 

L’insorgenza del grande tema dell’armonia nel Neiye, come in tutto il pensiero della Cina antica, non si situa in una dimensione astratta e atemporale, ma va invece concretamente ricondotta al suo contesto storico preciso e determinato: un contesto di straordinaria e ineguagliata creatività spirituale, che rappresenta l’autentica età assiale del pensiero cinese, e in cui il problema del conflitto assunse un ruolo centrale e determinante, come attestano inequivocabilmente i documenti dell’epoca e come mostrano con grande evidenza e abbondanza di dettagli gli studi contemporanei.

Rievochiamo brevemente i tratti essenziali di quella straordinaria stagione: si tratta di un’epoca di drammatica crisi, fra il V e il III secolo a.C., nel cui corso si dissolvono gli…

 

L’insorgenza del grande tema dell’armonia nel Neiye, come in tutto il pensiero della Cina antica, non si situa in una dimensione astratta e atemporale, ma va invece concretamente ricondotta al suo contesto storico preciso e determinato: un contesto di straordinaria e ineguagliata creatività spirituale, che rappresenta l’autentica età assiale del pensiero cinese, e in cui il problema del conflitto assunse un ruolo centrale e determinante, come attestano inequivocabilmente i documenti dell’epoca e come mostrano con grande evidenza e abbondanza di dettagli gli studi contemporanei.

Rievochiamo brevemente i tratti essenziali di quella straordinaria stagione: si tratta di un’epoca di drammatica crisi, fra il V e il III secolo a.C., nel cui corso si dissolvono gli ordinamenti e i valori del mondo arcaico e la cui fase conclusiva, compresa fra il 453 e il 221 a.C., non casualmente è denominata età degli Stati Combattenti. Dal declino della dinastia regnante dei Zhou (1045-256 a.C.) sorgono entità politiche nuove e potenti, nuovi regni che si combattono senza tregua in guerre cruente. Usurpazioni e contese dissolvono la solidarietà, i costumi, i codici di condotta dell’antica aristocrazia, i cui fondamenti erano d’ordine religioso e rituale, e la forza brutalmente si impone nei rapporti interni ed esterni ai clan nobiliari e agli stati. Da questa stagione di violenza e di lotte senza quartiere emergerà la realtà nuova dell’impero centralizzato, fondato dal sovrano dello stato di Qin – il Primo Imperatore – nel 221 a.C. (…)

Sono le modalità stesse dei conflitti a subire in questa fase una profonda trasformazione: si passa da una guerra di stampo aristocratico, condotta secondo le regole di un codice d’onore che si è andato via via affievolendo, a una guerra totale, che coinvolge eserciti immensi e masse enormi di popolazione, divenendo feroce e brutale massacro. È uno scenario di caos dominato dalla violenza e dalla sopraffazione, in cui ha luogo un’immane distruzione. È un mondo che si congeda brutalmente dall’armonia della Cina arcaica, rispetto alla quale si consuma una frattura profonda e radicale.

È da questa frattura traumatica che muove la riflessione dell’anonimo e sconosciuto autore del Neiye, come degli altri…

Lazzaro Mocenigo

Convittore
1624-1657

Giancarlo Dinegro

Principe di Belle Arti
1769-1857

Giuseppe Campori

Principe di Scienze e Arti
1821-1887

Carlo Forciroli

Accademico dissonante
1761-1794
Citazione del giorno

Politica, economia, società, privacy digitale: i big data entrano dappertutto, in ogni sfera della nostra vita, pubblica e privata.

Ritratto del giorno

Achille Fontanelli

Accademico dissonante
1775-1838
Dal passato

Expo Roma 1911, Padiglione emiliano (lastra FSC)

Le Pubblicazioni

I due volti del tempo

Festa e lavoro tra sacro e profano
Edizioni Dehoniane - Bologna, 2013
Il Patrimonio

Cupola

Chiesa di San Carlo
1770-1780

Filosofia e teatro

La Repubblica da Platone, mise en espace, ERT − Emilia Romagna Teatro Fondazione e Fondazione San Carlo, 7– 9 febbraio…

Osservare l’antico per conoscere il moderno

Il tema del workshop dell’anno 2019 organizzato dalla Fondazione San Carlo con gli studenti delle scuole superiori è l’ambiente. I…

Dai social
Dal Passato
Dal Passato

Il Gatto letterario

Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici…

Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.

L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.

Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo…

Ieri sera, per l’ottava lezione dell’Università Popolare, il prof. Dario Carraroli ha tenuto la sua seconda lezione sugli animali domestici nella letteratura soffermandosi, questa volta, sul gatto.

L’oratore ha diviso la conferenza in tre parti. Nella prima ha considerato il gatto come un animale pauroso, malefico, compagno di streghe, e questa credenza era generale nel Medio Evo. Nella seconda l’ha considerato sotto l’aspetto burlesco, raccontando dei poeti che volevano ad ogni costo trovare materia di riso e spesso narravano i tormenti e i patimenti inflitti ai gatti, scrivendo poesie dalle quali traspare una certa crudeltà, frutto certamente dei costumi grossolani e barbari di quel tempo.

Nella terza parte considerava il gatto sotto un benigno aspetto, facendo osservare che un nuovo sistema di filosofare dava all’animale una vita superiore, cercando di penetrare nel cervello dell’animale stesso e conoscere lo svolgersi dei suoi pensieri. In questo periodo si ebbero lavori di genio e il gatto ottenne l’onore di ispirare al Baudelaire un vero capolavoro in cui si fondono pensieri profondi e cose gentili.

Il chiarissimo conferenziere alla fine del suo dire raccoglieva vivissimi applausi dal pubblico entusiasmato: il ragioniere del Collegio San Carlo, che come sempre ha ospitato la conferenza nella sua Sala Grande, ha sottolineato in particolare per la conferenza di ieri sera che il professore ha trovato la giusta chiave di comunicazione, unendo l’utilità della formazione alla piacevolezza dell’argomento…

Piccole ragioni

“Perché?” è una di quelle domande che da sempre i più piccoli pongono con insistenza agli adulti che li circondano quando non sono soddisfatti delle loro risposte. Da lì, da…